La Casa Bianca, non è finita: può ripartire dal riconteggio dei voti nel Wisconsin

Quello che non sembrava possibile alla fine si è avverato: la campagna per il riconteggio...

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Quello che non sembrava possibile alla fine si è avverato: la campagna per il riconteggio dei voti, sotto l’hashtag #AuditTheVote, ha infatti trovato grande sostegno tra gli attivisti liberali, ancora sotto shock per la vittoria di Donald Trump al voto.

Jill Stein, candidata dei Verdi alle presidenziali americane, ha raccolto i milioni di dollari necessari e, insieme al collega del Partito Riformista, Rocky Roque De La Fuente, ha presentato la richiesta per il riconteggio dei voti in Wisconsin, uno dei tre Stati con Pennsylvania e Michigan su cui si concentrano i sospetti di brogli. La mozione apre la porta a un possibile terremoto, dopo l’inaspettata vittoria di Donald Trump e i sospetti di un intervento di hacker russi sul sistema elettronico elettorale per favorirlo.

Ma la campagna di Clinton non la appoggia e ritiene che un riconteggio non cambierebbe il risultato finale. In Wisconsin Stein deve attendere la certificazione dei risultati a opera della commissione elettorale lunedì prima di presentare il suo ricorso, mentre in Pennsylvania la scadenza per il ricorso è già passata, ma per la commissione elettorale i candidati hanno tempo fino a lunedì per rivolgersi direttamente a un tribunale. In un commento, Elias ha precisato che la campagna di Clinton non intende contestare i risultati, ma ha deciso di prendere parte allo sforzo per “garantire il voto che sia stato giusto da tutte le parti”.

Secondo qualche esperto informatico è possibile hackerare le macchine che in molti stati consentono di votare per via elettronica. Ma nella nota l’amministrazione afferma che di non aver rilevato “alcun aumento di cyberattività maligna mirata a turbare il processo elettorale durante l’Election Day. L’amministrazione dice di essere “fiduciosa nella complessiva integrità dell’infrastruttura elettorale”. E aggiunge “di conseguenza, riteniamo che le nostre elezioni siano state libere ed eque dal punto di vista della cybersicurezza”.

Commissione elettorale del Wisconsin, il riconteggio inizierà alla fine della prossima settimana

Dalla Commissione elettorale del Wisconsin è arrivata la conferma della notizia, con l’annuncio che sono in corso i preparativi “per il riconteggio in tutto lo Stato dei voti per il presidente degli Stati Uniti, come richiesto da questi candidati”. “Abbiamo messo insieme un team interno per dirigere le operazioni – ha dichiarato il responsabile Michael Haas – in stretta collaborazione con le contee”, 72 in tutto. “Abbiamo in programma di tenere una riunione in teleconferenza per gli impiegati della contea la prossima settimana e anticipiamo che il riconteggio inizierà verso la fine della prossima settimana dopo che la campagna della Stein avrà versato la somma necessaria per il riconteggio, che stiamo ancora calcolando”.

La scadenza del 13 dicembre

E’ una corsa contro il tempo, dal momento che il riconteggio in Wisconsin deve concludersi entro il 13 dicembre. Le operazioni, ha sottolineato Haas, rientrano in “un processo aperto, trasparente, in cui ciascuno dei candidati può avere rappresentanti presenti per sollevare obiezioni, e dove il pubblico può osservare”. Proprio per questo, la Stein su Facebook ha chiesto ai suoi sostenitori di offrirsi “volontari per aiutare”. Nel caso i candidati non fossero d’accordo con i risultati della verifica delle schede, avranno cinque giorni di tempo per fare appello in tribunale.

Secondo le cifre ufficiali fornite dalle autorità locali, dei 2.975.313 voti espressi nello Stato del Midwest, il candidato repubblicano Donald Trump se ne è aggiudicati 1.404.000, mentre la sfidante democratica Hillary Clinton si è fermata a 1.381.823, con uno scarto di 22.177 schede. Da parte sua, la Stein ha raccolto 31.006 preferenze, mentre De La Fuente solo 1.514.

Il Wisconsin, Stato dove è nato il Grand Old Party (Gop), non mandava un repubblicano alla Casa Bianca dal 1968 e a favore di Trump non ha certo lavorato Paul D. Ryan, speaker repubblicano al Congresso eletto qui, che con il magnate newyorkese non ha mai avuto rapporti facili e gli ha sempre negato l’endorsement. Nonostante i sondaggi che la davano vincente (5,7%), la Clinton è uscita sconfitta con il 46,9% contro il 47,9% del rivale.

I prossimi passi, Pennsylvania e Michigan

E’ solo l’inizio: nei prossimi giorni, infatti, scadranno i termini per presentare la richiesta di verifica dei voti anche negli altri due Stati, Pennsylvania e Michigan, rispettivamente lunedì e mercoledì.

agi/asca

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