A Napoli il traffico è meglio lasciarlo scorrere: a regolarsi ci penserà da solo

Come scrivevo l’altro giorno in: “Mobilità in stile Partenopeo: senza semafori è meglio” i napoletani...

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Come scrivevo l’altro giorno in: “Mobilità in stile Partenopeo: senza semafori è meglio” i napoletani hanno dato sempre mostra di intolleranza verso i semafori in genere perché sapevano e sanno che, senza, scorrono meglio ed anche le liti, discussioni e gli incidenti crollano, come è accaduto ieri a Napoli nei pressi della stazione, cosa che ha dato spunto al comandante dei vigili di mantenerlo inerte e a Gramellini per il suo commento del giorno che riportiamo a seguire. Non c’è niente da fare: Napoli è incompresa. Prova ad insegnare, ma spesso, invece di ringraziamenti, raccoglie ingiustificate ed ingrate critiche.

L’abolizione del semaforo

Il comandante dei vigili Alfredo Marraffino si è accorto che le due piazze intorno alla Stazione Centrale di Napoli avevano beneficiato dell’oscuramento momentaneo dei semafori causato da un cortocircuito. Gli ingorghi più pesanti si erano sciolti in un’allegra tarantella, dove tutte le auto si muovevano magicamente senza toccarsi. Così ha scritto all’assessore per chiedere che quei semafori venissero spenti dalle 7 alle 19. Il verde confonde le idee e il rosso rimane solo un suggerimento, innescando incastri di parafanghi e liti per le precedenze tra vicini di lamiera. Mentre il salomonico giallo lampeggiante diventa un «liberi tutti» che finisce persino per responsabilizzare qualcuno.

Il pragmatismo del comandante infastidirà i puristi, non coloro che hanno rinunciato all’idea che Napoli, e l’Italia in genere, possano trovare la loro fonte ispiratrice in Scandinavia. Un famoso magistrato dichiarò a malincuore, ma non a torto, che il giorno in cui gli italiani si fossero messi di colpo a osservare tutte le regole, il Paese si sarebbe bloccato.

Il cittadino combatte contro la rigidità di troppe burocrazie, tra cui quella semaforica è ancora una delle meno arbitrarie. Presa dalla smania di regolare il traffico, la politica si ostina ad aggiungere nuove regole a quelle vecchie. Il risultato è l’ingorgo esistenziale. In Italia il traffico è meglio lasciarlo scorrere: a regolarsi ci penserà da solo. L’importante, e il difficile, è che dietro l’angolo ci sia un vigile di buon senso

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corrieredellasera/L’abolizione del semaforo/Massimo Gramellini

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