Il lavoro magari c’è, è la busta paga che sta sparendo!

L’epidemia della busta paga non riguarda solo gli addetti ai call center o i fattorini...

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L’epidemia della busta paga non riguarda solo gli addetti ai call center o i fattorini che ci portano a casa la cena. Investe medici, architetti, avvocati

Immaginate una ragazza che ha sgobbato dieci anni sui libri e negli ospedali per diventare una brava dottoressa. Eccola accorrere trepidante al palazzetto dello sport, dove presterà servizio medico in un’importante partita di basket. Svolge il suo compito in modo inappuntabile e riceve moltissimi complimenti, ma al momento della corresponsione dell’onorario l’atmosfera si fa vaga: dottoressa, che ne direbbe di una pizza e di una birra? La dottoressa racconta tutto alla collega appena rientrata dal servizio medico in alta montagna, che le rivela di essere stata pagata con una lezione di sci. Le cose peggiorano quando dal compenso in natura si passa a quello in denaro, come testimonia il medico napoletano che per un intervento di pronto soccorso ha percepito tre euro e mezzo, con i quali non ti paghi neanche la pizza, figuriamoci la lezione di sci.

Le parcelle micragnose dei camici bianchi che hanno aderito su Facebook al gruppo «antisfruttamento» ricordano l’amara verità ai cosiddetti esperti che fingono di non vederla. Il lavoro starà anche tornando, ma nessuno è più disposto a pagarlo. E l’epidemia delle «buste-piaga» non riguarda solo gli addetti ai call center o i fattorini che ci portano a casa la cena. Investe medici, architetti, avvocati. Professioni che impongono periodi infiniti di studio e di apprendistato in cambio, si pensava, di future soddisfazioni economiche. Invece lavorare sta diventando un hobby, tranne che per una cerchia ristretta di privilegiati. Ma se la maggioranza viene pagata sempre di meno, dove troverà i soldi per continuare ad arricchire la minoranza?

vivicentro.it/opinione
vivicentro/Il lavoro magari c’è, ma non vogliono più pagarlo
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