La fabbrica degli “ignoranti” politici e cittadini sforna ignoranti

Ignoranti. Nessuno deve sentire come indirizzato a sé il contenuto dell’articolo, non è questo lo...

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Ignoranti. Nessuno deve sentire come indirizzato a sé il contenuto dell’articolo, non è questo lo scopo per cui lo abbiamo scritto. Lo scopo è fare chiarezza

La fabbrica degli “ignoranti” politici e cittadini sforna ignoranti

Doverosa Premessa.

Nessuno deve sentire come indirizzato a sé il contenuto dell’articolo, non è a questo scopo che lo abbiamo scritto. Dare dell’ignorante come se fosse un’offesa per qualcuno non è nelle nostre intenzioni, nessuno è in condizioni di classificarsi migliore di un altro per cui ci rifacciamo all’Etimologia del termine che, nella lingua italiana, sta ad indicare una persona poco preparata, più o meno consapevolmente sfornito di alcune capacità o nozioni richieste. Sta ad indicare, in breve, colui che ignora, una persona culturalmente poco preparata, quando  viene usata, spesso viene interpretata come un insulto.

Traslata in politica, la definizione Fabbrica degli Ignoranti assume un altro significato che è, per questo, più grave: quello di essere in grado di essere dei sempliciotti, di fare cose stupide e insensate.

In Inglese, per definire questa categoria di persone, si usa una parola difficilmente riscontrabile nei nostri dizionari, quella di  “dupe”, che sta a significare babbeo, gonzo, sempliciotto, stupido. Più benevolmente: unfit (inadatto).

Continuiamo a vivere un momento abbastanza difficile dal punto di vista politico, economico, culturale, etico e morale. I temi trattati quasi giornalmente dai “direttori d’orchestra” dei vari partiti politici sono molto lontani dalle esigenze del Popolo.

Dal punto di vista culturale molti parlamentari potrebbero frequentare, sempre che  ne avessero il tempo, le scuole dell’obbligo.

Il politico dovrebbe avere un discreto grado di cultura, almeno una infarinatura generale, ma oggi basta la quinta elementare, o anche no: l’importante è che  abbia al seguito un serbatoio di voti, visto che i vuoti linguistici possono essere “de-lacunati” in un secondo tempo come burattini manovrati da ventriloqui.

La cultura non è un’optional dovrebbe far parte di un bagaglio che nessuno può acquisire senza avere studiato, sarebbe meglio che tanti parlamentari non ne dessero sfoggio: ascoltare un loro discorso dall’inizio alla fine, molto spesso comporta non aver capito nulla, non ha né testa né coda, solo un’accozzaglia di parole senza senso né significato.

Purtroppo di sempliciotti in politica ve ne sono tanti anzi, sono ormai la maggioranza per cui, se sono questi quelli che avrebbero dovuto rinverdire le vecchie volpi, abbiamo veramente sbagliato tutto e questo é uno dei tanti motivi per cui continuiamo ad essere uno dei fanalini di coda in Europa.

Un tempo, un Politico, per essere e divenire tale, doveva fare una lunga, lughissima, gavetta che, in pratica, era una lunga e concreta scuola poltica non già di solo mero indottrinamento, ma di vera e profonda cultura anche dell’arte del governare e dirimere i problemi.

Un tempo, un Politico, impiegava decenni come, stando sulla scia dell’attualità, ricorda la storia di Craxi che, prima di arrivare alla guida del partito e poi al governo dovette percorrere una lunga strada di ben trent’anni dopo di che, nel bene o nel male che giudicar si voglia, fu ben in grado di porsi al timone anche della nave Italia con una sua “dignità” e “schiena diritta” che portò anche ll’azione, tanto per ricordarne una, di Sigonella.

Questa, indubitabilmente, è la triste situazione attuale e questo, ripetiamo, detto senza voler farne una valutazione di merito o demetiro ad personam, per il presente ed il passato. E, del resto, la crescente rivalutazione dei politici del passato per il oro essere, a prescindere da valutazioni di parte, conferma questa nostra amara considerazione.

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