Facebook, regole per non farsi bannare: linee guida e come appellarsi

Facebook, la società di Menlo Park fondata di Mark Zuckerberg, rende pubbliche le linee guida...

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Facebook, la società di Menlo Park fondata di Mark Zuckerberg, rende pubbliche le linee guida interne che utilizza per decidere cosa si può pubblicare sul social network e, per la prima volta, dà agli iscritti il diritto di fare appello contro le decisioni sulla rimozione di singoli post, per i quali sarà possibile richiedere una seconda opinione quando si ritiene ci sia stato un errore (finora era possibile appellarsi solo in caso di chiusura del profilo o della pagina). La richiesta – scrivono – sarà presa in carico da un revisore – quindi una persona vera e non un pc – entro 24 ore.ma ….

Ma con questi colossi c’è sempre un ma, ed anche qui non poteva mancare per cui, di fatto, ecco che il tutto, ad ora, resta solo l’annuncio di un qualcosa che “si farà”, senza però fornire alcuna indicazione su una specifica data: solo un generico: “nel corso del prossimo anno”. Un annuncio quindi, una segnalazione di intenti, – magari di comodo –, e null’altro.

Intanto però, da subito, si auto-celebra e pubblica un resoconto sulla sua lotta al terrorismo e la quantità di contenuti estremisti rimossi nei primi tre mesi del 2018 e scrive:

“Per anni abbiamo avuto degli standard della comunità che spiegavano cosa poteva trovare spazio su facebook e cosa non veniva ammesso. Oggi facciamo un ulteriore passo avanti pubblicando le linee guida interne che utilizziamo per applicare quegli standard. E, per la prima volta, diamo (ndr: in realtà, come su evidenziato, è un “daremo”) agli utenti il diritto di fare appello contro le nostre decisioni sui singoli post, per i quali sarà possibile richiedere una seconda opinione quando si ritiene che abbiamo commesso un errore”

e aggiunge:

“Abbiamo deciso di pubblicare queste linee guida interne per due ragioni. Per prima cosa, le linee guida aiuteranno le persone a capire come prendiamo le decisioni su questioni delicate. Inoltre, questi dettagli renderanno più semplice per tutti, inclusi gli esperti di diversi settori, darci un feedback per migliorare le linee guida e, con il tempo, le decisioni che prendiamo”.

Tutto chiaro? Forse! Può darsi! Di sicuro però, ad ora, c’è solo che questo tam-tam è partito – di sicuro solo causualmente:

– a ridosso dei processi a Mark Zuckerberg per lo scandalo Cambridge Analytica come anche per avere “copiato” (sembra) con l’app Nearby, l’app Faround, creata da una società italiana,
– che il tutto è posto come cosa a divenire entro un molto generico “nel corso del prossimo anno”
– che intanto però, e da subito, si sbandierano i propri meriti (auto attribuitisi) mentre tutto il resto, resta come sempre.

A questo punto ci si può solo mettere alla finestra e aspettare per vedere quando quest’anno sarà, secondo Facebook, trascorso, e quindi le novità annunciate saranno realmente poste in campo emergendo da quella che, ad ora e ai più maligni, potrebbe apparire solo come una cortina fumogena rilasciata al momento giusto “pro domo sua”

Intanto, al solito: io speriamo che me la cavo (e non essere bannati per questo articolo)

Stanislao Barretta

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