Ora della Terra; ma non ancora della tregua Salvini-Di Maio

Il 29 marzo è, in tutto il mondo l’ Ora della Terra * e quindi...

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Il 29 marzo è, in tutto il mondo l’ Ora della Terra * e quindi sarà celebrata anche in Italia dove però si attende anche un’altra ora, quella della fine del gioco e della sfida tra Salvini e Di Maio.

Ebbene, visto il protrarsi delle sfide verbali quotidiane portate avanti dal duo Salvini-Di Maio in quello che appare essere, come già abbiamo scritto, il classico gioco delle tre carte, forse sarebbe il caso che si pensasse anche ad un’Ora di Salvini-Di Maio.

Un’Ora durante la quale entrambi fermassero la bocca, mettessero in moto il cervello, e non pensassero solo a chi passare il cerino acceso ma anche al fatto che, se Mattarella non “abbocca” al loro gioco, così non si andrà da nessuna parte; se non a sbattere.

Ieri mattina annotavamo che ogni giorno ha le sue pene e, puntualmente, anche ieri i due hanno aperto il loro tavolino da gioco e poi hanno dato stura alle bocche e, per variare un tantino e non annoiare la platea, sono passati ad una esibizione che è stata mix tra “Il Padrino” e “sfida all’O.K. Corral”.

Fin dalla mattina, infatti, i due hanno cominciato a dar sfoggio della loro cultura matematica e a far vedere che ciascuno di loro sa far di conto, ma in casa dell’altro.

Ha iniziato Salvini che, parlando con i giornalisti e riallacciandosi all’offerta da padrino di Di Maio dice:

“Di Maio ha affermato ‘o io o niente’?” male, “quello è un ostacolo, non è il modo migliore per dialogare. Ma da solo Di Maio dove va…Voglio vederlo, trovare 90 voti in giro”

e prosegue

“E cosa trova? Convince dalla sera alla mattina 90 parlamentari? Gli accordi vanno trovati prima, con numeri chiari. Altrimenti non si va da nessuna parte”.

Ed ancora, tanto per continuare a far vedere che sa far di conto, ha osservato che i 50 voti che mancano al centrodestra per governare “sono molti meno di 90” e che lui – ha sottolineato – sentirà ‘tutti’, compreso il Pd. Diversi pezzi del Pd: correnti, vicecorrenti, sottocorrenti…”.

Di Maio ha subito reagito e a stretto giro di Twitter, replica:

“Salvini dice che gli bastano 50 voti. Vuole fare il governo con i 50 voti del Pd di Renzi in accordo con Berlusconi? Auguri!”.

E così, anche la giornata di ieri è trascorsa sui binari della lite sulla premiership fra Salvini e Di Maio ed il solito Leitmotiv della partita a tressette che stanno portando avanti con i Cinque stelle che chiamano a bastoni e insistono sul fatto che a guidare il governo dovrà essere il loro capo politico, e Salvini che replica a spade e afferma:

“se Di Maio dice ‘o io o nessuno’ sbaglia, perché a oggi è nessuno. Non è il modo giusto per partire” “Se Di Maio insiste e dice ‘io io io’ – conclude Salvini – io dico ‘amico mio o non se ne fa niente. Assolutamente sì, è chiaro”,

E così eccoci giunti ad oggi. Un oggi che vedrà il Centrodestra presentarsi diviso al Colle.

Matteo Salvini, infatti, ha annunciato che la Lega andrà da sola al Quirinale per le consultazioni e ha lanciato la sfida del giorno: “Governo subito o si torna alle urne” alla quale, come su riportato, ha già risposto Di Maio con il suo Twit: “Vuole fare il governo con i 50 voti del Pd di Renzi in accordo con Berlusconi? Auguri!”.

Dopotutto, domani è un altro giorno! (After all, tomorrow is another day!) recitava Rossella O’Hara in Via col vento, e poi anche la Vanoni cantava Domani è un altro giorno si vedrà, ma qui, ed ora, è dal 4 Marzo che ogni giorno è uguale al precedente e fa da matrice per il ciclostile del giorno dopo.

Un botta e risposta quotidiano che giorno dopo giorno comincia a snervare e a far borbottare i vari greggi nei rispettivi Corral anche se, anche qui e a quanto sembra, non è che poi alla fin fine la trama cambi.

Altro che “un altro giorno”! Se anche tra di loro la linea resta immutata:

– leghisti che si lamentano per l’azione Di Maio che, dicono, “non si può impuntare così. L’elettorato non capirebbe” gli stessi del M5S non capirebbero;
– pentastellati che, in copia carbone, si lamentano di Salvini e di quella che loro definiscono essere l’impuntatura: il non cedere il Governo a Di Maio e, per giunta, voler comunque restare legato a Berlusconi;

allora il sorgere del sole è ancora ben lontano da divenire e a noi non resta che continuare con la nostra preghierina del giorno ed il nostro mantra del: io speriamo che me la cavo!

  • L’Ora della Terra (Earth Hour) è un evento internazionale ideato e gestito dal WWF che ha l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulla necessità urgente di intervenire sui cambiamenti climatici in corso mediante un gesto semplice ma concreto: spegnere la luce per un’ora nel giorno stabilito.

Stanislao Barretta

vivicentro.it/EDITORIALI • POLITICA

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