Giallo sulla manovra: l’ultimatum di Bruxelles all’Italia

Ancora un nulla di fatto per evitare la procedura di infrazione mentre la Commissione Europea...

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Ancora un nulla di fatto per evitare la procedura di infrazione mentre la Commissione Europea chiede al governo “impegni concreti e credibili e delle cifre” sulla manovra. Altrimenti partirà la procedura per deficit eccessivo

Il tempo stringe, il conto alla rovescia è quasi finito ma, dopo l’ultimatum dell’UE all’Italia, una proposta del Governo italiano per evitare la procedura di infrazione sulla manovra ancora non c’è.

L’incontro a Palazzo Chigi tra Conte e Tria concluso a tarda sera non ha sciolto i nodi. Lega e 5stelle confermano quota 100 e reddito di cittadinanza nei tempi e nei costi previsti. Appare così sempre più difficile che entro domani alle 16, quando Conte vedrà Juncker a Bruxelles, si trovi una correzione accettabile per l’unione. Oggi intanto il premier riferisce alle camere.

Intanto Bruxelles non si distrae e avvisa che il conto alla rovescia è quasi finito, e sollecita il governo a spedire quella che, secondo il Governo italiano, sarebbe la manovra definitiva auspicando che contenga “impegni concreti e credibili e delle cifre” o la Commissione andrà avanti con la procedura per deficit eccessivo per violazione della regola del debito nei confronti dell’Italia.

Per ben chiarire la situazione e la posizione di Bruxelles, i commissari Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, a 48 ore dall’incontro tra Jean-Claude Juncker e Giuseppe Conte affermano che il dialogo dinanzi alla Commissione Affari economici dell’Europarlamento, va avanti, ma non basta più, perché il tempo è sempre di meno:

“Questa commissione ha già dato prova di mostrare una certa flessibilità, anche nei confronti dell’Italia, per circa 30 miliardi – rivendica Moscovici – ma non possiamo ignorare le regole del Patto, la Commissione è la guardiana di quelle regole, quelle regole vanno rispettate, Pacta sunt servanda”.

Messaggio chiaro quindi quello che arriva da Berlaymont:

“la Commissione continua a lavorare su due piani, il dialogo con l’Italia che continua su base costruttiva e intensa”

il che, tradotto, vuol dire che, pur se il dialogo continua, la preparazione della procedura di infrazione non è che sia stata fermata ma procede anch’essa:

“Sono due strade che portiamo avanti con la stessa intensità”, chiarisce Moscovici pur riconoscendo ancora una volta che “c’è un tono diverso da parte dell’Italia e una volontà di cooperare più spinta” ma….. ma adesso, ha proseguito, “servono impegni concreti e credibili e delle cifre se vogliamo cambiare la nostra analisi”.

Si fa sentire anche Dombrovskis per ricordare, a sua volta, che la ‘bocciatura’ della Commissione ha avuto l’avallo politico di tutti i ministri delle Finanze dell’Eurogruppo e per affermare:

“Continuiamo a dialogare con l’Italia, ma questo dialogo deve essere bidirezionale e portare a dei risultati, il tempo è limitato”

e ricorda qualche cifra precisando, ancora una volta, che è al deficit strutturale che la Commissione guarda quando chiede al governo il rispetto delle regole:

l’aggiustamento del deficit strutturale richiesto all’Italia, secondo le raccomandazioni del Consiglio, doveva attestarsi allo 0,6%, mentre il governo ha presentato un piano di bilancio con un peggioramento in termini strutturali dello 0,8%. Una deviazione molto netta, che senza un cambio di rotta porterà all’avvio della procedura.

Questo il quadro a 48 ore dalla scadenza del tempo delle chiacchiere, poi la parola passerà ai numeri ed ai fatti per cui, scaramanticamente, sarà opportuno ripetere ancora una volta: io speriamo che me la cavo

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