Facciamo un po’ di conti ai costi di un Governo gialloverde (VIDEO)

Ospite di Carta Bianca su Rai3 lo scorso 17 maggio, la capogruppo alla Camera del M5s Giulia Grillo...

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Ospite di Carta Bianca su Rai3 lo scorso 17 maggio, la capogruppo alla Camera del M5s Giulia Grillo ha dichiarato (min. 6.05):

“I 100 miliardi quantificati [del programma di governo] (…) non sono certamente annui, vanno spalmati nei 5 anni. La media dell’ammontare delle finanziarie annue sta sempre tra i 20 e i 30 miliardi quindi noi ci manteniamo assolutamente nella media”.

Ebbene, cara Grillo, purtroppo i Costi per un Governo gialloverde sarebbero di 125,7miliardi per ogni anno, e non per tutti e cinque gli anni.

Ma, prima di fornire l’analisi dei costi reali della nota spesa del cosiddetto Contratto di Governo con il quale si intenderebbe governare l’Italia, ascoltiamo le sue parole, tanto per documentazione:

Partiamo con l’annotare che le principali misure presenti nel “contratto di governo” stilato da Lega e M5s – misure che avrebbero bisogno di finanziamento -, sono sette:
flat tax, reddito di cittadinanza e rafforzamento dei centri per l’impiego, sterilizzazione delle clausole di salvaguardia (per evitare l’aumento automatico dell’Iva), eliminazione delle accise sulla benzina, riforma delle pensioni, politiche per la famiglia e investimenti.

Quanto costerebbe?
Una prima stima del costo di questo programma – nella sua versione più recente, quella del 17 maggio – è stata fornita dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani, dell’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli. L’Osservatorio CPI ha in parte ripreso altre analisi uscite in passato sui costi economici delle proposte.

In sostanza,i n base a tale stima, il costo ANNUO oscillerebbe pertanto tra i 108,7 miliardi e i 125,7 miliardi, tra maggiori spese per lo Stato e minori entrate, e non 100, men che meno per la gestione di cinque anni, contrariamente a quanto sostiene Giulia Grillo.
Ogni anno, pertanto, andrebbero trovati tra i 108,7 e i 125,7 miliardi di euro per finanziare le misure su cui Lega e M5S hanno trovato un accordo.
Il reddito di cittadinanza, ad esempio, andrebbe finanziato ogni anno con 15 miliardi di euro;
la flat tax porterebbe ogni anno minori entrate per 50 miliardi;
la riforma delle pensioni comporterebbe una maggior spesa sociale per lo Stato di 8,1 miliardi ogni anno, e via dicendo.

Questa stima, fornita dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, e riportate nel Fact Checking dell’agenzia AGI, sarebbe oltretutto “ottimistica”, secondo quanto pronosticato da altri economisti secondo i quali il costo delle varie misure potrebbe essere anche superiore.

La sola flat tax al 15%, ad esempio, secondo una stima riportata in un articolo del ‘Sole 24 Ore’ nel gennaio 2018, a firma di Gianni Trovati, avrebbe un costo di 102 miliardi di euro l’anno.

l reddito di cittadinanza, poi, se per Cottarelli – che cita la stima Istat – avrebbe un costo di 15 miliardi di euro all’anno, per l’Inps di Tito Boeri costerebbe invece tra i 35 e i 38 miliardi di euro all’anno.

Anche il superamento della Fornero – in direzione “quota 100” tra anzianità ed età, e mirando a “quota 41” per la sola anzianità – potrebbe avere un costo superiore rispetto agli 8,1 miliardi riportati da Cottarelli.

Conclusione: la capogruppo alla Camera del M5s,Giulia Grillo, fa un’affermazione completamente errata.

Le stime che stanno circolando in questi giorni e che parlano di 100 miliardi di euro, relativamente al costo del programma di governo targato Lega-M5s, non si riferiscono all’intera legislatura ma ad ogni singolo anno e, come già scritto, si tratta, addirittura, di stime prudenti per cui, di fatto, non è che la spesa da loro ipotizzata andrà divisa in 5 anni ma, al contrario, ogni anno si dovrebbe far fronte alla spesa di 4 o 5 finanziarie …… e non è proprio la stessa cosa per cui, se scivolano su conti così semplici (o pensano di raccontarci la loro favoletta e poi si vedrà) allora sbagliano di grosso e a noi non resta che continuare con il nostro solito mantra:
Io speriamo che me la cavo

Stanislao Barretta

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