Elezioni americane: FBI in campo, gioca sporco per favorire Trump

Sulle elezioni americane scende in campo anche l’FBI che, guarda caso, proprio in questi giorni...

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Sulle elezioni americane scende in campo anche l’FBI che, guarda caso, proprio in questi giorni (ne mancano 10 alle elezioni) rende noto di aver riaperto il dossier delle indagini sulle email della Clinton perché, lascia intendere il direttore del Bureau James Comey,  sarebbero emersi nuovi elementi sottacendo, o comunque minimizzando e segnalando solo dopo molte ore, in altro comunicato scarsamente o per nulla evidenziato, che il tutto però NON riguarda le email della Clinton stessa, nè provengono dal suo server privato, ma dal pc che apparteneva ad Anthony Wiener, l’ex deputato democratico ed ex marito della più stretta collaboratrice della Clinton, Huma Abedin. E questo è. Come diciamo noi: “il pesce comincia a puzzare dalla testa” ed evidentemente, all’FBI – come magari anche alla CIA – avere alla Casa Bianca un pesce con la testa che puzza, e tanto, fa comodo, alias: cane non mangia cane. No?

Hillary gate, Fbi riapre l’inchiesta sulle mail: «Emersi nuovi elementi»

A dieci giorni dalle elezioni per la Casa Bianca, l’Fbi riapre l’inchiesta sull’uso delle email da parte di Hillary Clinton quando era al dipartimento di Stato. Lo ha annunciato, in una lettera inviata al Congresso, il direttore del Bureau James Comey, facendo capire che sarebbero emersi nuovi elementi. «Nel gestire un caso non collegato, l’Fbi è venuta a conoscenza di mail che sarebbero pertinenti con questa indagine», si legge nella concisa lettera inviata da Comey ai presidenti di diverse commissioni della Camera. Il direttore dell’agenzia investigativa federale spiega di essere stato avvisato ieri dai suoi collaboratori dell’esistenza di queste mail. E di aver quindi «deciso che l’Fbi intraprenda le appropriate misure di indagine» per «stabilire se queste mail comprendano anche informazioni top secret». Al momento – ha concluso Comey – l’Fbi non sa se questo nuovo materiale sia «significativo».

Solo dopo varie ore è stato rivelato dal New York Times che le lettere non sono state scritte da Hillary, nè provengono dal suo server privato, ma dal pc che apparteneva ad Anthony Wiener, l’ex deputato democratico ed ex marito della più stretta collaboratrice della Clinton, Huma Abedin. Anche lei avrebbe avuto accesso al quel computer. L’ex deputato è caduto in disgrazia per il suo vizietto di inviare foto a luci rosse di sè stesso usando proprio il pc che ora è nelle mani del’Fbi.

Hillary Clinton e il suo staff hanno appreso della riapertura dell’inchiesta Fbi su e-mail e server privati insieme con tutti gli altri, quando la notizia è stata resa pubblica. Lo ha segnalato un giornalista della Cnn che viaggiava al seguito della candidata democratica. Quest’ultima era diretta in Iowa, per un evento elettorale, e dopo l’atterraggio è rimasta a lungo sull’aereo con il suo entourage per una conference call. Risulta inoltre che durante il volo sull’aero non fosse disponibile il servizio wi-fi.

Donald Trump ha dato la notizia della riapertura delle indagini dell’Fbi sulle e-mail di Hillary Clinton quasi in diretta in un comizio a Manchester, in New Hampshire, accolto da un’ovazione della folla dei suoi sostenitori. «Una corruzione su una scala mai vista prima», ha commentato il tycoon, sostenendo che la candidata democratica vuole «portare il suo schema criminale nello studio ovale». «Sono contento che l’Fbi stia ponendo rimedio a tutti gli orribili errori fatti» nelle indagini sulle e-mail della Clinton.

Il partito democratico ha invece protestato vivamente per il fatto che Comey, un repubblicano, abbia emesso un comunicato tanto breve e vago da lasciare aperta la porta alle più terribili supposizioni, così a ridosso del voto. Entrambi i partiti hanno chiesto ulteriori chiarimenti. Ma è possibile che questi non vengano per settimane, se non per mesi.

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