Canone Rai in bolletta: da uovo di Colombo a Flop da 300 milioni?

A quanto sembra stando almeno ad una indagine condotta da Italia Oggi, l’idea di trasferire...

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A quanto sembra stando almeno ad una indagine condotta da Italia Oggi, l’idea di trasferire il canone Rai in bolletta si sta rivelando un grande Flop che rischia di aprire nei conti pubblici un buco di 300 milioni. Milioni, per altro, già inseriti in bilancio visto che, fino ad ieri, erano considerati “soldi sicuri”

Secondo il rapporto della Slc Cgil difficilmente arriveranno i soldi in più attesi dal governo e dall’azienda: l’evasione resta alta se si considera che circa la metà dei contribuenti italiani ha deciso di non pagare la tassa inserita dal govspieganoerno nella bolletta elettrica, limitandosi a saldare soltanto l’importo relativo alla fattura energetica.
Gli esperti sentiti da ItaliaOggi spiegano che: “Una delle motivazioni più probanti del flop del canone in bolletta potrebbe risiedere nella disinformazione che ha circondato l’operazione, soprattutto sulle conseguenze connesse al mancato pagamento del canone” e Giorgia Pacione Di Bello scrive:“Un fenomeno che in certe zone del Paese, quasi tutto il Centrosud, ha toccato quote del 60 per cento di evasione mentre la situazione è leggermente migliore al Centronord, dove il dato provvisorio sembra assestarsi intorno al 50%”.

Insomma, con buona pace di Renzi, l’operazione canone in bolletta annunciata nell’estate del 2015, poi inserita nella legge di Stabilità in ottobre, sembra finora ben lontana dai risultati auspicati

Dai calcoli fatti dal Sindacato dei lavoratori della comunicazione della Cgil, con un’evasione a zero l’extra-gettito sarebbe di 220 milioni, che si riducono a 100 con un’evasione al 4%. Con quella provvisoria fornita dall’Enel (cioè 2,1 milioni di evasori) l’importo finale supera di poco gli 1,6 miliardi e non c’è extra-gettito. Dal numero complessivo dei paganti, stimato, vanno infatti tolti gli 820 mila utenti che hanno chiesto l’esenzione all’Agenzia e i 300 mila ultra- settantacinquenni con reddito fino a 6.850 euro annui che lo sono per legge. I 13,50 euro in m e n o sull’importo del canone valgono poi 283 milioni di minori incassi.

Poi ci sono i balzelli.
Sul gettito, la Rai paga l’Iva, la tassa sulla concessione governativa (il 4,10%) e il prelievo del 5% imposto da Renzi con la manovra del 2014 (82 milioni solo nel 2015) che si applicherà anche all’extra-gettito. L’azienda ha chiuso il bilancio 2015 in perdita, con un’esposizione finanziaria netta in “ro s s o” per 400 milioni (rimarrà tale fino al 2018). “Se le previsioni del governo non venissero confermate, l’operazione si ridurrebbe a un atto contabile con un danno per lo Stato e per radio e Tv locali, che non avrebbero altra forma di finanziamento pubblico”, spiega Alessio De Luca della Slc Cgil. La legge di Stabilità, infatti, già impegna una grossa fetta dell’extragettito : i l 3 3 % n e l 2016 (che sale al 50% dal 2017) è destinato al nuovo “fondo per il pluralismo dell’informazione” che sovvenziona le emittenti locali; a esentare dal canone gli ultra settantacinquenni con reddito fino a 8 mila euro e ad alimentare il “fondo per la riduzione della pressione fiscale”. Quello che in passato il governo ha saccheggiato per fare tutt’altro.

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