Torino, CAMERA espone il Prix Pictet sul tema della sostenibilità ambientale

TORINO – CAMERA, Centro Italiano per la Fotografia, è stata scelta come sede ufficiale per...

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TORINO – CAMERA, Centro Italiano per la Fotografia, è stata scelta come sede ufficiale per la presentazione in Italia delle opere vincitrici e selezionate dal Prix Pictet, l’importante premio fotografico internazionale dedicato al tema della sostenibilità. Dal 23 maggio al 26 agosto saranno esposte le immagini selezionate per la settima edizione del Prix Pictet, il Premio è assegnato annualmente da una commissione di altissimo livello presieduta da Kofi Annan, già Segretario Generale delle Nazioni Unite.

Dopo il successo della grande esposizione dedicata a Carlo Mollino, la nuova mostra si pone l’obiettivo di raccontare il tema della sostenibilità attraverso le opere più significative del Prix Pictet.

L’attività di CAMERA è realizzata grazie a Intesa Sanpaolo, Eni, Reda, Lavazza, in particolare la programmazione espositiva e culturale è sostenuta dalla Compagnia di San Paolo.

PRIX PICTET
Il Prix Pictet è stato fondato nel 2008 da Banque Pictet, con sede a Ginevra, in collaborazione con il Victoria and Albert Museum di Londra e il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, con l’obiettivo di utilizzare la potenza della fotografia per comunicare messaggi sulla sostenibilità a un pubblico globale.

Il concetto di “sostenibilità” è stato declinato intorno al tema dello spazio inteso nelle sue varie accezioni, una visione volutamente ampia che ha portato i fotografi ad abbracciare i più diversi soggetti: la sovrappopolazione, la disputa territoriale, l’inquinamento atmosferico, lo spazio cibernetico, le malattie portate dal vento, gli uragani, così come la fragilità delle grandi aree selvagge del pianeta e la nostra tendenza a riempire lo spazio con spazzatura e molte altre cose.

I FINALISTI

I finalisti sono 12: Mandy Barker (Regno Unito); Saskia Groneberg (Germania); Beate Gütschow (Germania); Rinko Kawauchi (Giappone); Benny Lam (Hong Kong); Richard Mosse (Irlanda); Wasif Munem (Bangladesh), Sohei Nishino (Giappone), Sergey Ponomarev (Russia), Thomas Ruff (Germania), Micheal Wolf (Germania), Pavel Wolberg (Russia).
I 100 mila franchi svizzeri del Premio sono andati al vincitore, il fotografo irlandese Richard Mosse; con la serie “Heat Maps”, attraverso una termo camera militare in grado di rilevare la presenza del corpo umano a oltre trenta chilometri, ha documento la situazione migratoria dei profughi in Europa, Medio Oriente e Africa.

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