Sei come una canzone di Mogol e Battisti: la ‘microstoria’ del genio che ha cambiato un’epoca

Un viaggio nel passato, nella musica dell’autore che ha capovolto la musica italiana: Lucio Battisti....

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Un viaggio nel passato, nella musica dell’autore che ha capovolto la musica italiana: Lucio Battisti.

Era il 2014 quando decisi di scrivere sul mio blog “Storia della musica italiana a cura di Annalibera Di Martino” un pò della storia di uno dei più grandi artisti della musica leggera italiana: Lucio Battisti. Volevo rispolverala con voi, proprio partendo da quel pezzo, anche se noto incertezza e timore tra le righe ma è un modo anche per riscoprirmi e svelarmi cambiata.

Ogni volta che devo scrivere un pensiero su un artista a me caro risulta difficile poiché dovrei essere imparziale e quindi mi scuso in anticipo se la mia “analisi” può lasciar intendere quanto sia serena e affascinata se si parla di Lucio Battisti. Ho deciso di elaborare un testo che non sia la classica “lezione didattica” su una biografia comune e difficile anche per me da usare come strumento per spiegare la grandezza di un coppia come quella di Mogol e Battisti. Rapetti incontra a Milano Lucio all’inizio degli anni sessanta tramite una cantante francese Cristine  che aveva intenzione di scoprire nuovi talenti. All’inizio non fu positivo come incontro poiché Mogol non fu colpito dalla maestria di Lucio, ma piuttosto decise di lavorare con lui perché aveva davanti un uomo semplice ,umile e con un sorriso davvero straordinario. Ho sempre pensato che si trattasse di un innamoramento musicale, che é risultato funzionare molto di più rispetto ai matrimoni canonici! Lasciando da parte il mio lato di pessima ironia ,andiamo avanti: Giuliano ebbe modo di ascoltare i pezzi che aveva scritto Lucio come “29 settembre” per gli equipe 84 e ne rimase finalmente colpito,ma voleva qualcosa di più : “Lucio devi cantare”! É strano oggi scrivere, conoscendo il seguito, che la Rai aveva bocciato il cantautore laziale e quando Mogol riuscì a convincerlo ad incidere, dovette faticare per persuadere la casa discografica Ricordi  a produrre un disco per un RIFIUTATO da una grande industria ,trampolino di lancio a quei tempi di importanti talenti, come Luigi Tenco. L’etichetta ( per intenderci: la casa discografica) che accompagnò “il poeta” ( come amava definire Lucio il suo amico Mogol) e  Lucio fu LA NUMERO UNO . Una miniera di pezzi che hanno legato generazioni, che hanno fatto cantare i ragazzi davanti ai falò e fatto innamorare miliardi di coppie. Maestri di arte pura e operai capaci di creare immaginari vicini alla gente comune non poi così astratti ma quasi foto di vita quotidiana. Mogol vanta nella sua carriera la stesura di oltre 1500 canzoni e immancabili vittorie al Festival di Sanremo come la prima del 1961 con “Al di lá” cantata da Betty Curtis e Luciano Tajoli . Il cammino però di questi due amici ,che avevano in comune la passione per i cavalli, dopo l’incisione di ” Una giornata uggiosa” ( uno dei tanti successi) si divide a causa di contestazioni economiche fatte da Mogol per il suo salario troppo basso. Solo dopo molti anni Lucio ammetterà le sue colpe nei confronti di Giulio per questo problema. Io credo che non si siano mai lasciati ! Ho preso spunto per raccontarvi questa piccola storia da un’intervista che Mogol lasciò qualche anno fa al TG1: ho scoperto guardando integralmente il video che Mogol é uno pseudonimo dato al paroliere di Battisti da alcuni suoi amici e che ha origini nella cultura cinese. Durante la stesura del mio libro dedicato a Luigi Tenco invece, scavando tra i documenti, ho avuto notizia sul padre dello stesso Mogol ( Mariano Rapetti) che, insieme a Nanni Ricordi , si opposero alla partecipazione di Luigi Tenco al Festival. Tralasciando le curiosità in cantina, quelle della famiglia Tenco, avevamo detto che ci fu un periodo in cui Giulio e Lucio presero strade opposte per questione economiche . I dischi poi realizzati saranno completamente diversi da quelli che contenevano 29 settembre,Piú di una lira o Dolce di giorno. I testi saranno opera della moglie di Battisti, Valeria stupendo il pubblico e la critica per la durata (minore rispetto ai pezzi degli album precedenti) e anche per la presenza quasi sempre assoluta dei sintetizzatori. E’ interessante mettere a confronto tre pezzi ,figli delle mani di entrambi ovvero: MI RITORNI IN MENTE , FIORI ROSA FIORI DI PESCO, AMORE CARO AMORE BELLO.

Analizziamo un secondo in poche parole il contesto dei brani :

MI RITORNI IN MENTE -> all’interno della storia d’amore non esiste una speranza di perdono da parte di nessuno dei due partner.

FIORI ROSA FIORI DI PESCO –> in questo testo invece é la donna a non voler perdonare il proprio amato.
AMORE CARO AMORE BELLO -> ironia della sorte, il partner maschile non perdona la propria donna.
Questo breve ed elementare schemino serve a spiegarvi il fattore comune tanto caro alla discografia battistiana: L’AMORE . Non si tratta di usare parole eleganti e struggenti, ma quelli di Battisti sono quadri di vita quotidiana, fotografie che ritraggono attraverso un linguaggio semplice la vita e le relazioni umane. Questo é il caso dell’amore ma non bisogna pensare che la produzione dell’artista in questione menzioni solo il sentimento tra uomo e donna inteso come rapporto fisico e spirituale . Viene raccontata in “SI VIAGGIARE “attraverso un discorso metaforico(in senso lato )  la bella AMICIZIA. Non é la storia del meccanico che incontriamo ogni giorno quando andiamo a fare il pieno ma piuttosto di un operaio specializzato nella cura e condivisione della nostra esistenza per quello almeno che compete nei limiti ad un amico!
Due mondi diversi, due parole di uno stesso discorso che si incontrano e fanno nascere il libro più bello anzi, in questo caso LA CANZONE ITALIANA”.
a cura di Annalibera Di MARTINO
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