Siria, prime ore di tregua. Attentato sulla linea del fronte tra esercito e Is. Ong: turchi bombardano Ypg

Siria: donne passeggiano tra le macerie ad al-Shadadi, provincia di Hasaka (reuters) Due persone uccise...

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Siria: donne passeggiano tra le macerie ad al-Shadadi, provincia di Hasaka (reuters)

Due persone uccise e diverse ferite da un’autobomba a Salamiyeh, città controllata dalle forze governative nella provincia di Hama. L’Osservatorio siriano per i diritti umani: “Non è una violazione del cessate il fuoco: attentato in area dove l’accordo non si applica”. La stessa ong però denuncia l’attività dell’artiglieria di Ankara contro i curdo-siriani

DAMASCO – Due persone sono rimaste uccise e diverse ferite nell’esplosione di un’autobomba a Salamiyeh, città nella provincia di Hama controllata dalle forze governative nella parte centrale della Siria, poche ore dopo l’entrata in vigore della tregua tra regime e forze dell’opposizione concordata da Usa e Russia. Ne ha dato notizia l’agenzia di stampa di Damasco Sana.

L’attacco non è stato al momento rivendicato. Forse è il primo segnale di quella escalation di violenze promessa dai qaedisti del fronte al-Nusra, esclusi dal cessate il fuoco come lo Stato Islamico, a cui invece attribuisce la paternità dell’attentato l’Osservatorio siriano per i diritti umani. La città di Salamiyeh, tra l’altro, si trova sulla linea del fronte tra l’esercito governativo e i miliziani dello Stato Islamico. Per questo, sottolinea alla Reuters l’Osservatorio per voce di Rami Abdulrahman, “l’autobomba non si può considerare una violazione della tregua perché è esplosa in un’area dove l’accordo per la cessazione delle ostilità non si applica”.

L’Osservatorio invece denuncia la violazione del cessate il fuoco da parte della Turchia. Secondo l’ong con sede a Londra, l’artiglieria turca ha nuovamente bombardato le milizie curdo-siriane dell’Ypg che nella provincia di Raqqa combattono lo Stato Islamico, in una zona prossima al confine con Ankara e dove, prima di mezzanotte e dell’entrata in vigore della tregua, miliziani dell’Is hanno assaltato la città di Tal Abyad, dal luglio scorso controllata dall’Ypg. L’offensiva dell’Is, annunciata da un ufficiale della ribellione siriana, è stata confermata tanto dall’Osservatorio siriano quanto dall’agenzia Aamaq, affiliata all’Is. I combattimenti sarebbero ancora in corso.

Ripetute violazioni della tregua sono lamentate anche dal gruppo anti-governativo Jaish al-Islam, secondo cui le forze del presidente Bashar al-Assad hanno aperto il fuoco e sganciato contro le sue posizioni due “barrel bomb”, bombe imballate in grandi fusti, nella zona orientale di Ghouta, provincia di Damasco. Il portavoce Islam Alloush, parlando con la Reuters, citando i rapporti dei comandanti di campo della fazione, ha affermato che nel corso di uno degli incidenti registrati, le forze di Assad che provavano ad avanzare “sono state affrontate a colpi di mitragliatrice”. Per il momento, nessuna conferma da fonti dell’esercito regolare siriano.

Da parte sua, la Russia ha annunciato di aver fermato i raid della sua aviazione sulla cosiddetta “zona verde”, che comprende le aree della Siria dove esercito regolare e formazioni anti-governative si sono impegnate a rispettare il cessate il fuoco. Durante un briefing a Mosca, il generale di divisione Sergei Rudskoy ha affermato che la Russia ha fornito agli Usa l’elenco dei 17 gruppi armati interessati dalla tregua, per un totale di 6.111 persone, e le coordinate geografiche dei 74 insediamenti da escludere dagli attacchi aerei.

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha votato ieri sera all’unanimità una risoluzione per “la piena approvazione” della tregua, invitando le parti coinvolte a rispettarla. “Viviamo un giorno e una notte eccezionali per i siriani”, ha affermato l’inviato speciale Onu per la Siria, Staffan De Mistura, pur sottolineando che la giornata di oggi sarà “critica”. Alle 15 a Ginevra si terrà una nuova riunione della task force per la tregua per valutare l’andamentodelle prime ore. Se il cessate il fuoco terrà e gli aiuti umanitari potranno affluire nelle zone assediate, lo stesso De Mistura è intenzionato a convocare un nuovo round di negoziati per la pace. La data obiettivo è il 7 marzo, ma la cautela al riguardo è massima.

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