Parigi: terrore a Notre Dame

Paura a Parigi dove nella cattedrale di Notre Dame, fra migliaia di fedeli e turisti,...

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Paura a Parigi dove nella cattedrale di Notre Dame, fra migliaia di fedeli e turisti, uno studente di origini algerine si è avventato con martello e coltelli contro tre poliziotti gridando: «Sono un soldato del Califfato. Questo è per la Siria». Uno degli agenti gli ha sparato, ferendolo al torace. Per circa due ore mille persone sono rimaste confinate nella cattedrale e tutti gli accessi all’isola della Cité sono stati bloccati.

Assalta i poliziotti a Notre-Dame “Sono un soldato dell’Isis”

Algerino aggredisce un agente a martellate. Addosso aveva anche coltelli da cucina. Panico tra i novecento turisti e fedeli bloccati nella cattedrale. Fermato dai colpi dei militari

PARIGI – Un tonfo improvviso: hanno chiuso le porte all’entrata della cattedrale. «Mi sono girata e non capivo perché. Qualcuno ci ha gridato di sederci nella navata centrale ». Marina Oliveira Silva, studentessa universitaria di San Paolo, ieri era andata a visitare Notre-Dame. «Siamo rimasti lì per due ore. Regnava una strana calma, si respirava tensione. Avevo molta paura, all’inizio soprattutto. Ho pensato subito a un attentato. Mi sono detta: forse l’assalitore si nasconde ancora tra di noi ». E, invece, lui, ferito, si trovava era fuori, per terra, sul sagrato ormai deserto. E imbrattato di sangue.

È successo tutto molto in fretta, poco dopo le 16 e 20. Un pomeriggio qualsiasi nella chiesa simbolo della cristianità in Francia, capolavoro gotico e uno dei monumenti più visitati di Parigi, in media 30 mila persone al giorno. I turisti erano numerosi anche ieri pomeriggio, sotto un cielo ballerino: le nuvole correvano rapide, tra scrosci di pioggia e repentini raggi di sole. Sul sagrato, in quella calma apparente, un uomo ha gridato: «Sono un soldato del Califfato». Si è poi avventato su uno dei poliziotti lì a controllare, pronunciando poche parole appena: «Questo è per la Siria».

Con un martello ha colpito il giovane rappresentante delle forze dell’ordine, appena 22 anni, ma è riuscito a ferirlo solo leggermente al collo. Un altro poliziotto, di guardia con lui, ha sparato contro l’assalitore, colpendolo al torace. Un testimone, intervistato poi da «France Presse», e che è voluto restare anonimo, ha detto di aver «sentito gridare molto forte». Poi i colpi d’arma da fuoco «e un movimento di panico tra la folla. La gente correva da ogni parte. Ho visto quell’uomo cadere per terra e il sangue dappertutto». In seguito è stato trasportato all’ospedale della Pitié Salpêtrière, a breve distanza. Non è in pericolo di vita. Gérard Collomb, ministro degli Interni, ha detto che l’assalitore aveva anche dei coltelli da cucina. E un documento che lo identificherebbe come uno studente di origini algerine, residente nella Val d’Oise, uno dei dipartimenti immediatamente fuori della capitale. Secondo fonti vicine all’inchiesta sarebbe nato nel 1977 e sarebbe un dottorando alla facoltà di scienze dell’informazione all’Università di Metz in Lorena.

Subito dopo l’assalto sono stati bloccati tutti gli accessi all’isola della Cité, dove si trova Notre-Dame. Numerosi poliziotti e militari con i mitra spianati vagavano a caccia di eventuali complici, tra i pochi turisti rimasti, perlopiù stranieri, che non capivano cosa stesse succedendo. Intanto, un migliaio di persone rimaneva bloccato all’interno della cattedrale. Su indicazione della polizia, il vescovo ausiliare Eric de Moulins Beaufort ha chiesto a tutti di tenere su le mani. Le forze dell’ordine correvano fra una navata e l’altra. Poi hanno iniziato a perquisire i presenti.

L’operazione di «bonifica» è durata circa due ore. Marina, la giovane brasiliana, non parlava «ma dentro di me ero terrorizzata. Avevo paura che ci fossero dei terroristi lì dentro», ricorda, mentre cammina finalmente sul ponte di Saint-Louis, in genere canonico luogo di selfie con Notre-Dame sullo sfondo. E ieri sera percorso solo da chi veniva allontanato progressivamente dalla chiesa. Fra i turisti e i fedeli bloccati all’interno della cattedrale a un certo momento si è palesata anche Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, che ha elogiato «il sangue freddo di tutte quelle persone, dei poliziotti e del personale della basilica». Maria Patricia Escrocchi, argentina di Tucumán, stringe ancora fra le mani il santino con la foto del padre, morto pochi anni fa: «Ho chiesto a lui di proteggermi. Ho pregato. Ho pianto». Si avvia verso l’albergo. Alla fine di un altro giorno di vacanza. In una Parigi che va avanti comunque, mentre il traffico si riappropria dei lungosenna. E il terrorismo si ritrova inesorabilmente parte del quotidiano.

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