Il Nord e la sterile polemica sul primato dell’intellighenzia (persa in partenza)

QUANTA meschinità, smemoratezza e irriconoscènza nell’homo ”sapiens” (???) nordico che, con appuntamento ormai fisso, torna,...

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QUANTA meschinità, smemoratezza e irriconoscènza nell’homo ”sapiens” (???) nordico che, con appuntamento ormai fisso, torna, un anno sì e l’altro pure, a disquisire sulla superiorità intellettiva nordica nei confronti di quella del Sud immemore del fatto che se qualcosa (forse) sa lo deve, quantomeno al 99%, a qualche insegnante, Prof o docente del Sud che ha profuso fatiche e sapienza nel provare quantomeno ad acculturare nordiche orde di studenti (scusate ma … a provocazione si risponde con altra).

Senza andare troppo indietro nei tempi e scendere in sterile polemica (che, per inciso, si vincerebbe), mi  limito a rimarcare che molti intellettuali italiani sono stati meridionali ( Torquato Tasso, Pirandello, D’Annunzio, Verga, Gianbattista Vico etc…) per non parlare poi degli scienziati (Stanislao Cannizzaro, Maria Angela Ardinghelli, Giovanni Alfonso Borelli, Gaetano Arturo Crocco, Renato Dulbecco, Napoleone Ferrara, Michele Parrinello, Ettore Majorana,  ecc ecc tanto per citare solo alcuni così come mi vengono a mente senza ordine preciso).

Insomma, il sud ha tanti problemi (nati, per altro, da Garibaldi in poi e quindi “grazie” al nord: ma questo è già altro), ma l’intelligenza non credo proprio che sia uno di questi.  Ma forse è solo un rigurgito di “razzismo” e di soggezione culturale dei nordici, mai totalmente smaltiti che non merita altre parole se non: vergognatevi e provate a verificare le vostre origini storiche e culturali!

L’ultima miccia accesa, come del resto accade sempre a fine anno scolastico, l’ha accesa la statistica dei diplomati di quest’anno che vede quelli del Sud in netto vantaggio su quelli del Nord per quantità e punteggi. Fermo restando che classifiche del genere non è che abbiano gran senso e che non danno il polso di alcunché, resta il fatto che danno il là a tante bocche che si mettono in modo ancor prima di aver messo in funzione il cervello: e la sterile e falsa polemica è servita! Ed allora, in chiusura, ci partecipo anch’io non con (altre) parole mie ma citando due aforismi nel merito:

Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi (Bertrand Russell)

L’ignorante parla a vanvera. L’intelligente parla poco. ‘O fesso parla sempre (Totò)

ed è per questo che noi del Sud siamo sempre pieni di dubbi e parliamo poco. A buon intenditor …..

Ciò detto e premesso, passo a darvi nota dell’ultima polemica di cui ci da notizia Tiziana De Giorgio nel suo articolo pubblicato oggi su Repubblica e che vi sottopongo a seguire. Buona letttura!

Maturità: 100 e lode al Sud, governatori del Nord in rivolta di TIZIANA DE GIORGIO

Exploit di diplomi col massimo dei voti in Puglia e Campania, che da sole superano Lombardia, Veneto e Piemonte messe insieme. Ma i risultati di rilevazioni nazionali come l’Invalsi vedono gli studenti del Nord di gran lunga più bravi. Si riaccende così il dibattito sulle divergenze nei parametri di valutazione. Solo Toti si smarca: “Complimenti ai ragazzi di un Sud che vuole ripartire da merito e impegno”

MILANO – In Veneto è stata bollata come “un’emergenza”. Con la Regione guidata dalla Lega che parla di giovani del Nord-Est ingiustamente penalizzati. E che lancia un appello al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: si invocano controlli a campione sugli alunni, ispezioni a sorpresa negli istituti di tutta Italia, commissioni ministeriali formate da esperti che possano in qualche modo garantire uniformità, quando vengono assegnanti i voti in classe.

In Piemonte, è l’assessore all’Istruzione del Pd, Gianna Pentenero, a chiedere un cambio di rotta: “Non ne faccio una questione Nord e Sud – precisa -, ma non si può non ammettere che c’è una divergenza evidente tra i parametri di valutazione”. I risultati della maturità pubblicati nei giorni scorsi dal ministero – che mostrano un profondo squilibrio fra le regioni del Nord e quelle del Sud nella distribuzione dei voti più alti – entrano nel dibattito politico. E sono in tanti, dal Piemonte all’Emilia Romagna, dal Veneto alla Lombardia, a chiedere in maniera trasversale una riflessione.

“Servirebbe, per esempio, che i test Invalsi diventassero un elemento comune da cui partire per rivedere i criteri di valutazione su base comune – prosegue Pentenero – così da non svantaggiare gli studenti che devono far valere quei voti per l’accesso nelle università”. Perché è questo uno degli aspetti che ha riacceso il grande dibattito sulla valutazione. E sull’Italia a diverse velocità in tema di scuola: da un lato, l’exploit di diplomi da 100 e lode in regioni come Puglia e Campania, che da sole superano quelli di Lombardia, Veneto e Piemonte messe insieme. Dall’altro i risultati di rilevazioni nazionali come l’Invalsi, sugli studenti di seconda superiore, che capovolgono la piramide e vedono gli studenti del Nord di gran lunga più bravi rispetto a quelli del Sud.

In Emilia Romagna, l’assessore alla Scuola, Patrizio Bianchi, parla di un esame di maturità “poco affidabile” rispetto a meccanismi di valutazione più standardizzati come l’Ocse. E invita tutti a non prendere il punteggio dell’esame finale come metro di valutazione del livello delle strutture scolastiche o della preparazione degli studenti. “Questi dati non sono certo una novità – commenta invece il governatore della Lombardia, Roberto Maroni – ma sorprendono sempre. E rispetto a quelli rilasciati dall’Invalsi stridono”.

Fuori dal coro, invece, il forzista Giovanni Toti, presidente della Liguria: “È sempre difficile fare questo genere di classifiche – spiega – perché cambiano le sensibilità e i contesti da regione a regione”. Quindi, sui voti dei neodiplomati, preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno: “Faccio i complimenti ai ragazzi del Sud. Spero siano il simbolo di un Sud che ha voglia di ripartire sul merito e l’impegno”.

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