Bruxelles, Salah Abdeslam sarà estradato in Francia entro 10 giorni

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 Salah Abdeslam – Sale la polemica sulle misure di sicurezza. Il ministro dell’Interno: “Non ci sono minacce specifiche ma rafforzeremo la sicurezza delle centrali nucleari”. Ex moglie di Al Baghdadi: “Voglio vivere in Europa”

BRUXELLES – Il principale sospettato degli attacchi a Parigi nel novembre del 2015, Salah Abdeslam, sara’ estradato dal Belgio entro 10 giorni salvo circostanze eccezionali. Lo ha detto il ministro della Giustizia francese Jean-Jacques Urvoas. “In base alla legge belga, il consenso del sospetto a viaggiare per affrontare la giustizia francese e’ ormai irrevocabile. La procedura e’ breve, in assenza di circostanze eccezionali, l’estradizione sara’ effettuata entro 10 giorni”, ha detto Urvoas in un comunicato pubblicato sul sito web del ministero. La Francia ha presentato istanza per l’estradizione di Abdeslam per le stragi del 13 novembre dopo che le autorita’ belghe lo hanno arrestato a Molenbeek il 18 marzo. Il suo avvocato, Cedric Moisse, ha detto ai media francesi che il suo assistito ha accettato l’estradizione e che vuole cooperare con le autorita’ francesi. Abdeslam e’ sospettato di aver fornito supporto logistico ai kamikaze per gli attentati del 13 novembre.

Continuano le indiscrezioni della stampa belga sull’indagine per la strage del 22 marzo. Le richieste di 37 richiedenti asilo in Belgio sono oggetto di uno screening approfondito da parte delle autorità in quanto sono sospettati di avere legami con l’Is. E’ quanto rivelano i giornali del gruppo Sudpresse. Nessuno però rappresenterebbe una minaccia diretta. Il ministro dell’Interno belga Jambon, a Washington per il vertice sulla sicurezza nucleare, ha detto che centrali del Belgio “sono un target interessante per i terroristi”. E ha aggiunto: “Sebbene al momento non ci sia alcuna minaccia diretta, occorre in ogni caso rafforzare la sicurezza, inclusi i controlli sul personale che vi lavora. Si sa che ci possono essere delle persone radicalizzate dappertutto, e il processo di radicalizzazione può procedere velocemente”.

E su questo cresce l’allarme per le falle della sicurezza. E’ montata la polemica in particolare per l’aeroporto di Zaventem, teatro di uno degli attentati, dopo la lettera inviata dai poliziotti in servizio al ministro dell’Interno Jambon. Secondo gli agenti, nella scalo ci sono almeno “50 simpatizzanti dello Stato islamico tra gli addetti ai magazzini, alle pulizie e ai bagagli”. Tutti provvisti di badge per l’accesso alle aree protette.

Intanto, una delle ex mogli del ‘Califfo’ al Baghadi, liberata da un carcere libanese con la figlia di sei anni avuta dall’uomo, dice di voler vivere in una nazione europea, non in un Paese arabo, e che sua figlia abbia un’educazione. “Qual è la sua colpa?”, afferma la donna, 28 anni. E del leader Is dice: “Non lo amavo. Se avessi voluto vivere con lui sarei stata una principessa e avrei avuto un sacco di soldi. Ma non è il denaro che mi interessa”.

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