Attentato in Venezuela, Maduro punta il dito contro il presidente colombiano: “C’è lui dietro l’attacco”

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Attentato in Venezuela, Maduro punta il dito contro il presidente Colombiano: “C’è lui dietro l’attacco”, ma arriva la rivendicazione di una cellula terroristica

Sarebbe da attribuire ad un fallito attentato al presidente venezuelano Nicolas Maduro, l’esplosione di alcune bombe che hanno ferito sette militari nelle scorse ore. Il capo dello Stato stava parlando a Caracas in occasione dell’81esimo anniversario della creazione della Guardia nazionale quando alcuni droni carichi di esplosivo sono stati fatti brillare.
Maduro avrebbe attribuito l’attacco all’estrema destra in collaborazione con cospiratori a Bogotà e Miami, facendo il nome del presidente della Colombia Juan Manuel Santos, il quale ha subito definito l’accusa infondata. Intanto alcune persone sono state fermate con l’accusa di essere gli autori dell’attentato.
Le immagini, in diretta tv, mostrano Maduro mentre parla al Paese: improvvisamente si sente un rumore in lontananza, simile ad una esplosione, mentre qualcuno guarda verso l’alto. Alla destra del palco si intravede un soldato cadere a terra, l’uomo cerca di aggrapparsi al ministro della Difesa. Le telecamere si spostano poi sulla parata militare e qualche attimo dopo si vedono i soldati che rompono le righe e corrono al riparo. Maduro, si è appreso successivamente, è stato portato via dalla sua scorta ed è rimasto illeso.
“Questo è stato un tentativo di uccidermi. Oggi hanno cercato di assassinarmi – avrebbe commentato il capo di stato del Venezuela che poi punta il dito contro il suo sospetto – “Non ho dubbi sul fatto che il nome di Juan Manuel Santos sia dietro questo attacco”
In realtà a rivendicare l’attentato è stato un gruppo quasi sconosciuto che si fa chiamare ‘Soldati in T-shirt’.
Il gruppo ha scritto in un tweet che voleva colpire il presidente con due droni carichi di esplosivo, ma che i velivoli sono stati abbattuti dai soldati prima che potessero raggiungere il loro obiettivo.
L’agenzia Ap, che riporta la notizia, sottolinea che non è stato possibile verificare in modo indipendente l’autenticità del messaggio. “Abbiamo dimostrato che sono vulnerabili“: recita il testo del tweet. “Oggi non ha avuto successo – prosegue -, ma è solo una questione di tempo“.

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