Ventotene, Renzi: successo su immigrazione e flessibilità (VIDEO)

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Renzi, Merkel e Hollande nel vertice a bordo della portaelicotteri Garibaldi, al largo dell’isola di Ventotene, concordano il rilancio dell’Unione dopo il referendum sull’uscita della Gran Bretagna. La Cancelliera tedesca apre sui migranti: “E’ una questione non solo nazionale ma europea”. Spiragli anche sulla flessibilità. Ora l’obiettivo dei tre leader, scrive Marco Zatterin, è costruire un’agenda comune guardando al Consiglio Ue di Bratislava, il primo che si svolgerà senza i britannici.

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La Cancelliera: non è più un problema nazionale. Sulla flessibilità una timida apertura che premia Palazzo Chigi: «Ci sono margini, ma con saggezza»

ROMA – A fine giornata Matteo Renzi è più che soddisfatto. Con i suoi interlocutori, finita la cena tra i leader, non nasconde il compiacimento per il riconoscimento di leadership che deriva dal fatto che i due più importanti capi di governo europei siano venuti in Italia e su una nave italiana, a rendere omaggio a Spinelli in un luogo simbolico come Ventotene. Riconoscimento passato, presente e futuro, agli occhi del premier.

Sui dossier Renzi ritiene di aver portato a casa un successo, sia sull’immigrazione che sulla flessibilità, perché alle parole della Merkel dà un’interpretazione positiva. Ritiene che quella della cancelliera sia un’apertura alla linea italiana: e quindi alla possibilità di svincolarsi dai limiti del patto per politiche più espansive. Non è un caso il riconoscimento del “coraggio” delle riforme italiane.

Ma ancora meglio sull’immigrazione, dove secondo Renzi la Merkel ha cambiato linea, dicendogli «noi finora abbiamo avuto un approccio nazionale e non europeo, da oggi lo avremo europeo». Per Renzi è un’apertura importante perché rappresenta il superamento del principio dei trattati di Dublino, un placet sostanziale alla linea italiana.

E se il linguaggio del corpo a volte dice più di mille parole, il mezzo sorriso trattenuto di Renzi mentre ascolta la frase della Merkel sul coraggio delle nostre riforme fotografa bene il bilancio di questa giornata del governo italiano. È il sigillo che Renzi voleva, la conferma di una volontà di puntellare un interlocutore che dopo la Brexit diventa più importante, cui far giocare un ruolo più stabile per evitare scossoni all’Europa insidiosi per tutti.

E se questo è il segnale più lieto, oltre alla concessione dei due leader francese e tedesco di riconoscere al premier italiano l’investitura in una sorta di troika che governa i processi europei, quello più difficile da interpretare a senso unico può essere il pensiero double face sulla flessibilità da concedere all’Italia per far ripartire la crescita. Perché la frase sul patto di stabilità che contiene «molti margini di flessibilità da usare saggiamente» e il concetto che l’Italia se la vedrà su questo con la Commissione europea, si prestano a doppia lettura. Se pure fosse una frenata ad ulteriori richieste italiane dopo quelle concesse l’anno scorso, ciò non preoccupa gli uomini del premier che mettono piuttosto l’accento sul riconoscimento delle riforme coraggiose del governo, insomma sulle “carezze” riservate dalla cancelliera, che paiono invece come un viatico in questo momento alla trattativa con Bruxelles. E comunque quelle sulla flessibilità sono parole che non sbarrano la porta, pur smistando il problema ad altra sede ed istituzione. Anche perché la cancelliera conclude così sul punto delicato: «Noi vogliamo che Italia, Francia e Germania crescano per creare posti di lavoro e le condizioni per gli investimenti privati».

E comunque la serie di risultati ottenuti non è da poco, almeno nell’ottica del governo. Certo, il sostegno forte al migration compact è il primo risultato che Renzi incassa, viste le parole spese a riguardo da Hollande – sull’Europa che deve essere «più presente con meccanismi di finanziamento verso paesi toccati più dal fenomeno della migrazione» – e dalla Merkel a riguardo. Ma anche l’impegno per una difesa comune. Così come gli sforzi da attuare per la crescita.

E anche sul tema dei giovani e della cultura, che sta tanto a cuore a Renzi, Hollande chiede di ampliare il programma Erasmus e più investimenti nella cultura per dare risposte ai giovani.

Renzi: “Molti pensavano che dopo la Brexit l’Ue fosse finita, non è così”

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