Merkel, Hollande e Juncker si incontreranno senza Renzi

IL PRESIDENTE della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, a meno di ripensamenti dell’ultimo minuto, incontrerà mercoledì...

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IL PRESIDENTE della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, a meno di ripensamenti dell’ultimo minuto, incontrerà mercoledì prossimo a Berlino la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande. Grande assente il capo del governo italiano, che in seguito al referendum sulla Brexit ha cominciato a lavorare per sostituire David Cameron nell’asse di Paesi che guida l’Unione Europea.

Da Berlino, Steffen Seibert, portavoce di Angela Merkel, fa notare che non c’è alcun intento discriminatorio e che si tratta di un appuntamento di routine aggiungendo che i tre leader vedranno 20 dirigenti delle principali imprese europee: “Gli imprenditori, afferma, fanno parte dell’European Round Table of Industrialists. Nell’incontro si discuterà di innovazione e competitività in Europa e della sfida della digitalizzazione in tutti i settori dell’economia”

La realtà è che questo conferma il cambiamento di clima, dopo Bratislava, tra Renzi e il due Merkel-Hollande.

Renzi, al momento, non ha commentato la sua assenza a Berlino ma intanto, in una intervista al Washington Post, afferma: “Le politiche di austerity non servono a niente e fanno male”. Poi, ha aggiunto: “Venti mesi fa le cose stavano peggio in Italia. Il segno del Pil e degli occupati non era ‘più’, ma era ‘meno’, oggi in Italia il ‘meno’ è diventato ‘più’ anche se non siamo soddisfatti. La ripresa è un fatto rilevante e oggettivo”. Concetto che riprende inaugurando il nuovo stabilimento della Philip Morris a Crespellano (Bologna), ricordando la sua visita di venti mesi fa per la posa della prima pietra. “Le politiche di austerity non servono a niente e fanno male […] Io vado avanti, non cambio certo linea per un vertice”, ha ribadito. Poi, ha aggiunto: “Venti mesi fa le cose stavano peggio in Italia. Il segno del Pil e degli occupati non era ‘più’, ma era ‘meno’, oggi in Italia il ‘meno’ è diventato ‘più’ anche se non siamo soddisfatti. La ripresa è un fatto rilevante e oggettivo”.

 

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