Caro Salvini, caro Maroni, cari nordici: smettetela di dire cretinate

Caro Salvini, caro Maroni, cari nordici, Occhio! State superando ogni limite del sopportabile e state...

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Caro Salvini, caro Maroni, cari nordici, Occhio! State superando ogni limite del sopportabile e state correndo indietro nel tempo verso un nuovo ’68.

Caro Salvini, caro Maroni, cari nordici: smettetela di dire cretinate

Possibile che siate così ottusi, o così truffaldini, dal continuare a dire che il Nord riceve meno di quanto paga e, su questo assunto, argomentare in modo del tutto truffaldino ed errato? Possibile che non vi rendiate conto che è un’ovvietà lapallisiana (chi più guadagna più paga; e chi guadagna è perché ha un lavoro o un’attività) per la quale, al contrario, dovrebbero essere quelli del Sud ad essere risentiti e ad arrabbiarsi ed invece. Invece non capisco perché, beotamente, tacciono e non cominciano a tirare i calci che certe affermazioni meritano visto che, di fatto, è come se qualcuno bello satollo (il nord ed i nordisti), prendesse in giro chi è macerato e barcolla per la fame (il Sud ed i sudisti).

Anche poco fa, l’egregio Maroni, ospite a Omnibus su La7, non ha resistito ad infilarne più di una in desolante, ed irritante, successione che non può che suscitare anzitutto la solita domanda: c’è, ci sono, o ci fanno?

Augurandoci che “ci facciano”, visto che ben più grave sarebbe che persone giunte in posizione di potere siano, di fatto, realmente cretini, allora non resta che pensare: ci prendono in giro!

Ci prendono in giro, e lo fanno spudoratamente, ritenendo che i cretini siamo noi. E questo mi fa indignare tanto più che è una vita che li sento straparlare in quel modo senza che nulla (gli) accada. Ed allora ecco comincia finanche a sorgermi il dubbio che abbiano ragione; il che è tutto dire dato che così non è, anzi, è esattamente il contrario visto che il semplice fatto che al Sud si riesca comunque a sopravvivere più o meno degnamente è riprova, nei fatti e non a chiacchiere, quantomeno di maggior ingegno e morigerazione, di sicuro di minor ingordigia del volere sempre di più e, soprattutto, di saper porsi senza nessuna prosopopea nei confronti del cosa fanno o non fanno gli altri, nordici in primis.

Ma, evidentemente, questa semplice riflessione non sfiora nemmeno i nostri ingordi e presuntuosi nordisti e, a ben vedere, nemmeno i perennemente convalescenti e accomodanti sudisti visto che, dopo averla udita detta e ridetta in un rosario continuo ed immutato nel tempo, per dirla alla Bersani, non è ancora scattato qualche cazzoto.

Cazzotto che però, attenzione, se non la smettono e non fanno il grande sforzo di farsi, o almeno sembrare seri, fa sempre a tempo ad arrivare. E prima o poi scatterà. Ed allora non sarà cosa piacevole per nessuno.

Ciò premesso, veniamo ad un pò di dati partendo proprio dal loro piagnisteo più lacrimato ripetuto, poco fa, dal saccente Maroni ad Omnibus dove, senza alcun ritegno, ha ripetuto che il nord paga 100.000.000.0000 (cento miliardi) in più di quanto, riceve. E lo fa non già per compiacersene ed esserne lieto, ma per dire che soldi che vanno al Sud e la cosa non è giusta: li rivogliamo e questo possiamo ottenerlo solo con l’autonomia, è il riassunto del suo elevato pensiero non dissimile a quello di tutti gli altri nordisti.

Ecco la parolina magica: l’Autonomia! Quella stessa che LORO ci hanno tolto, a suo tempo (correva l’anno 1860/’61), con un Garibaldi inviato al Sud con la scusante di voler realizzare l’Unità d’Italia (unità che, di fatto, ancora oggi non c’è visto che i nordisti vogliono tornare alle regioni; poi magari vorranno tornare ai comuni visto che saranno capaci anche di litigare tra di loro: Torino contro Milano, Milano contro Venezia ecc ecc). In realtà, invece, il tutto fu solo una mossa per depredarci delle nostre ricchezze, a partire dalla florida casso del Regno depredata e portata via dal Banco di Napoli.

La perversità del loro discorso, con annessa assoluta mancanza di vergogna o – in alternativa – quantomeno strapiena di estrema ingordigia e/o ignoranza, sta proprio nel dato lagnosamente espresso da Maroni, e che ripeto: il nord paga 100.000.000.0000 (cento miliardi) in più di quanto, riceve.

ORBENE, quel PAGA deriva, chiaramente, da TASSE PAGATE e sono queste che forniscono, alla Cassa Comune dello Stato, i fondi con i quali poi gestire e mandare avanti la nave Italia avendo cura di tutto l’equipaggio e di tutti i naviganti su essa imbarcati.

Chiaro questo punto? Bene! Ed allora, se così è, come è, visto che le TASSE sono una derivante del reddito, questo vuol dire anche che quelli del NORD guadagnano di più per infiniti motivi tra i quali, primario, sta il perché, nella gran totalità, LAVORANO e GUADAGNANO anche BENE per cui: pagano le tasse e, di questo e per questo, dovrebbero essere lieti e ritenersi fortunati anzichè piangersi addosso facendosi, nel contempo, anche sempre più arroganti.

La realtà è, per l’appunto, che pagano di più di altre regioni perché sono più fortunati, a livello occupazionale, di altre meno “fortunate” anche a livello “occupazionabile” tant’è che, da dopo Garibaldi, una marea di meridionali sono stati costretti a spostarsi al Nord per poter avere un lavoro e,  in una specie di ruota perversa, lì lavorando hanno contribuito, ed ancora contribuiscono, proprio a far sì che le loro aziende prosperassero ed aumentassero di numero generando così quel volano che consente a loro di LAVORARE e quindi poi PAGARE LE TASSE.

Tasse che, ovviamente, derivanti da un numero maggiore di persone che LAVORANO, danno un capitale superiore a quello di altre regioni meno fortunate e questo, è talmente elementare e lapalisiano che persino loro potrebbero comprenderlo (ops, forse sarà bene qui spiegare il senso di “lapalisiano” visto che magari eccede alcune conoscenze. Lapalisiano sta per cosa, di fatto, talmente ovvia ed evidente che la enunciazione o la constatazione ne risulta ridicola).

Orbene, lor satolli nordisti ora vorrebbero gestire direttamente le tasse che pagano dicendo che i soldi sono loro e che quindi vogliamo gestirli direttamente. Il non poterlo fare ricevendo meno di quello che pagano è, per loro, un’ingiustizia.

Ma vergognatevi e, invece di lamentarvi e farvi sempre più boriosi (spiegazione: vanagloriosi, tronfi, sprezzanti) siate invece ben felici di pagare più degli altri e godetevi il di più che comunque avete (gustandovi così la vita; finchè potrete farlo). Logicamente se non vi va, siate per una volta in vita vostra corretti e, “onestamente”,  rendeteci quanto rubatoci da Garibaldi in poi, e andate a farvi “terroni” dei tedeschi & Co ridandoci così la nostra libertà e dignità di popolo discendente da millenaria cultura e non già da barbari con elmi cornuti.

Regno di Napoli Stemma
Regno di Napoli – Stemma

Esagero? Un pochino (ma proprio pochino), forse sì, epperò.

Epperò ora stanno rompendo in maniera insopportabile (volgare e arrogante più che mai) ed allora, come si suol dire: quanno cè vò, ce vò!

E che diamine.

E voi suddisti: in alto la testa, raddrizzate la schiena e rinforzate le punte delle scarpe. E’ ora di finirla come sarebbe ora che i nostri (ben stipendiati) parlamentari del Sud comincino a presentarsi anche loro in TV con “pochette” che ricordano le loro “Regioni” e nelle piazze circondati dai confaloni delle stesse ne più ne meno come, da sempre fanno soprattutto i Lombardi ed i Veneti riportandosi, e risalendo, addirittura all’antico Regnuccio Lombardo-Veneto per cui la domanda sorge spontanea: perché non ci riportiamo anche noi al ben più glorioso (e ricco) Regno di Napoli od anche delle Due Sicilie?

NOTA FINALE per dare idea di che spesa stiamo parlando

Le spese totali dello Stato, stando almeno al quanto si legge, ammontano a 877.346.939.404 euro.
Tra queste, la voce del rimborso dei titoli del debito è la voce principale e pesa per il 26% sul bilancio.

A questa fa seguito, nell’ordine:

  • la spesa per la tutela dei livelli essenziali di assistenza, cioè sanità (8,3%),
  • quella per gli oneri finanziari su titoli del debito statale (7,2%),
  • quella per il sostegno alle gestioni previdenziali (7,1%).

E questo è per cui, che aggiungere se non:

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