Migranti: sanzioni per Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria

La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione nei confronti della Polonia,...

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La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione nei confronti della Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria per il mancato ricollocamento dei migranti sbarcati sulle coste italiane e greche.

INFRANTO IL PRINCIPIO DI SOLIDARIETA’

Ad annunciare il provvedimento è stato il commissario Ue agli affari interni, Dimitris Avramopoulos , facendo il punto sul concetto di “relocation” che sostanzialmente significa la ripartizione dei migranti – arrivati attraverso le frontiere esterne (Italia, Grecia e Spagna)- tra tutti e 28 i Paesi dell’Unione. “L’Ue è basata sulla solidarietà e sulla condivisione delle responsabilità – ha sottolineato Avramopoulos – questi valori si applicano senza eccezioni”.

I RICOLLOCAMENTI NEL 2017

Secondo la Commissione, nel 2017 i ricollocamenti sono sensibilmente aumentati rispetto allo scorso anno. Tra il 1° gennaio e il 9 giugno, le persone trasferite dalle zone di sbarco ad altri Paesi dell’Unione Europea sono state 20.869, di cui 13.973 dalla Grecia e 6.869 dall’Italia. La Polonia, la Repubblica Ceca e l’Ungheria hanno invece ignorato gli impegni di solidarietà e accoglienza (la Repubblica Ceca in realtà ha accolto 12 profughi dalla Grecia e nessuno dall’Italia; situazione simile in Slovacchia, dove sono arrivati 15 migranti dalle coste greche, ma che in questa fase non sembra coinvolta nelle sanzioni).

Tuttavia quasi tutti gli Stati sono lontani dalle quote di ricollocamento previste dal Consiglio Ue. La Germania per esempio ha accolto 2.715 persone dall’Italia e 2.943 dalla Grecia, per un totale di 5.658 , a fronte di un obiettivo di 27.536.

LA RISPOSTA DELL’UNGHERIA

Secondo Budapest si tratta di “puro ricatto e atto antieuropeo” da parte della Commissione dell’Unione Europea. Il ministro degli esteri polacco, Witold Waszczykowski, ha “respinto la minaccia di misure”. Il presidente della Polonia, Andrzej Duda, sta valutando la possibilità di indire un referendum popolare per decidere sul sistema delle quote, che li obbliga ad ospitare almeno 7 mila migranti.

 

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