#Tunonseisola, settimana contro il femminicidio

  Qrcode per geocalizzare i 21 centri siciliani antiviolenza fondi per l’automiprenditorialità e revisione legge reg....

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Qrcode per geocalizzare i 21 centri siciliani antiviolenza fondi per l’automiprenditorialità e revisione legge reg. 3/2012

#Tunonseisola, settimana contro il femminicidio

Ieri è avvenuta la presentazione cartoline “Basta un gesto”, manifestazione sul treno Catania-Palermo e piantumazione albero del ricordo, oggi (26 novembre, h 11.00) cerimonia annullo postale

 

Quel filo rosso partito ieri mattina dalla stazione di Catania, che ha attraversato tutta la Sicilia per approdare direttamente nelle aule dell’Ars, è il simbolo di una battaglia che ci lega tutti e che occorre affrontare con la cultura del rispetto, attraverso percorsi di prevenzione e informazione. È quel “nodo” che racchiude la violenza di genere e che occorre districare per non consentire al femminicidio di avanzare lungo un presente pieno di stereotipi di genere, di sangue e di morte.

La manifestazione #tunonseisola ha voluto racchiudere tutto questo, e lo ha fatto – all’indomani del brutale assassinio di Ana Maria – portando sul treno della speranza anche strumenti concreti a sostegno delle vittime. Ieri mattina è stato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci a salutare i passeggeri speciali – primi fra tutti i giovani delle scuole – che hanno aderito all’iniziativa promossa dall’assessore regionale alla Famiglia e alle Politiche Sociali Antonio Scavone con la Consigliera regionale di Parità Margherita Ferro. E lo ha fatto tagliando quella ragnatela di fili che spesso intrappola l’universo femminile, per segnare una nuova strada da percorrere insieme: «Oggi, più addolorati che mai per quanto accaduto nei giorni scorsi alla giovane uccisa brutalmente a Partinico – ha detto Musumeci – vogliamo testimoniare solidarietà attraverso quest’iniziativa di grande valore morale e sociale; una settimana di eventi che invitano alla riflessione, alla mobilitazione e all’assunzione di responsabilità da parte di tutti, a cominciare dagli uomini. Occorre mettere nuovamente al centro i valori, per dare un senso alla nostra esistenza e per restituire serenità a una comunità che sembra ormai orientata all’aggressione e alla violenza verbale e fisica».

Al binario 1 della stazione etnea, insieme agli studenti del “Regina Elena” di Acireale, è stata presentata la cartolina “Basta un gesto” «che attraverso un QRcode – ha spiegato l’assessore Scavone – consente di approdare su una pagina web che racchiude una mappa con la geolocalizzazione e i riferimenti dei 21 centri antiviolenza siciliani. Uno strumento che verrà distribuito nelle scuole, nelle università, negli esercizi commerciali e attraverso le associazioni presenti sul territorio. Potenzieremo inoltre il sostegno alle 52 case accoglienza a indirizzo segreto e ai 31 sportelli di ascolto, lavorando a fondo per una revisione della legge regionale 3/2012 (Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere). Venerdì abbiamo inoltre pubblicato un bando investendo 11 milioni di euro per l’autoimprenditorialità, favorendo il reinserimento sociale delle donne vittime di violenza, con un percorso formativo e un’attività mirata di accompagnamento e supporto».

Nel giorno in cui si è celebrata la memoria, il vagone #tunonseisola ha fatto tappa alla Stazione di Palermo, dov’è stato piantato un ulivo per ricordare le otto donne siciliane “cadute per mano maschile” nel 2019: «Il treno che lega Catania a Palermo simbolicamente abbraccia tutta la Sicilia – ha detto la Consigliera di Parità Margherita Ferro – è il filo nella sua accezione di legame ma anche di libertà. Ecco il nostro obiettivo: permettere alle donne di trovare un futuro dignitoso e autonomo. Per questo abbiamo voluto fortemente coinvolgere le donne che in Sicilia fanno impresa – l’Associazione Donne del Vino e il Terziario Donna Confcommercio di Catania – perché crediamo che solo facendo rete, infondendo coraggio, denunciando gli abusi e sostenendo chi è più fragile, si possa davvero intervenire con un aiuto concreto. Invitiamo a condividere lo spot #tunonseisola, pubblicato nelle pagine ufficiali dell’iniziativa e realizzato grazie al contributo di artisti, musicisti, attori e cantanti, per manifestare vicinanza e viralizzare il nostro messaggio: #tunonseisola. C’è sempre qualcuno che ti tende la mano per superare le difficoltà».

Oggi (martedì 26 novembre) alle 11.00, alla presenza di Fabio Calise, responsabile risorse umane Sicilia di Poste Italiane, presso la sede dell’assessorato regionale alla Famiglia (via Trinacria) si terrà la cerimonia dell’annullo postale per la cartolina “Basta un gesto”: «Grazie a Poste Italiane la nostra cartolina potrà essere spedita senza costi aggiuntivi, per diffondere il messaggio e raggiungere tutte le donne siciliane»

 Fai una foto con un filo rosso, manifesta il tuo sostegno alla causa e taggati nelle pagine ufficiali con l’hashtag #tunonseisola. Viralizziamo insieme il messaggio contro il femminicidio.

www.tunonseisola.it

Sempre ieri, il Parlamento Europeo ha aderito all’Orange the World delle Nazioni Unite sul problema dello stupro con il tema “Generation Equality Stands againsyt Rape”, ovvero “la generazione dell’uguaglianza che prende posizione contro lo stupro”. Nel corso della Plenaria il Presidente Sassoli ha letto i dati dal quale scaturisce che nell’Ue, ogni minuto una donna subisce molestie sessuali, una donna su cinque ha subito violenza fisica e/on sessuale da un partner attuale o precedente e circa il 43% delle donne ha sperimentato forme di comportamento psicologicamente violento e/o di controllo all’interno di una relazione.

Al fine di promuovere l’iniziativa Orange the World per sensibilizzare l’opinione pubblica, l’edificio del Parlamento di Strasburgo si iè lluminato di arancione come a simboleggiare un futuro senza violenza.

E a proposito di violenza psicologica essendo ancora molto difficile da individuare e di cui spesso non si fa denuncia anche perché sovente la vittima stessa non ne è al corrente della manipolazione a cui è soggetta, incapace dunque di riconoscere subito quello che le sta accadendo, è bene ricordare invece che il nostro ordinamento punisce con la reclusione fino a quattro anni “chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa”, Art. 610 del Codice penale al quale si aggiunge l’Art. 612 bis volto alla tutela della tranquillità psichica dell’individuo, “è punito con la reclusione da un anno a sei anni e semi mesi, infatti, chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.

Nessuno ne parla e poco ancora probabilmente si conosce, sul deleterio utilizzo di uno dei tanti metodi abusanti,  il Gaslighting, un fenomeno che trae origine da Gas Light, un’opera teatrale del 1938 il cui tema fu ripreso nel film italiano Angoscia di George Cukor, basato sulla destabilizzazione della vittima attraverso la negazione di fatti realmente accaduti. La trama tratta di un marito che cerca di portare la moglie alla pazzia manipolando piccoli elementi dell’ambiente, e insistendo che la moglie si sbaglia o si ricorda male quando nota questi cambiamenti. Il titolo origina dal subdolo affievolimento delle luci a gas da parte del marito, cosa che la moglie accuratamente nota, ma che il marito insiste essere solo frutto dell’immaginazione di lei.

Il Gaslighting è una forma di manipolazione psicologica nella quale vengono presentate alla vittima false informazioni con l’intento di farla dubitare della sua stessa memoria e percezione, oppure la messa in scena di eventi bizzarri con l’intento di disorientare la vittima. Ma può anche essere semplicemente il negare che gli episodi di violenza siano mai accaduti, accusando la vittima di “essere pazza” e di “inventarsi le cose”. 

La violenza di genere è stata ancora in crescita nel 2018: sono state infatti 142 le donne uccise (+0,7%) di qualsiasi classe sociale e qualsiasi età, ogni 60 ore in Italia avviene un caso di femminicidio, 85% degli eventi si consumano in famiglia, tra le mura domestiche e non si trova spesso il coraggio di denunciare. Non si è mai registrata una percentuale così alta di vittime femminili (40,3%), la gelosia e il possesso sono ancora il movente principale.

L’idea che la donna sia ancora una cosa da possedere purtroppo esiste ancora e realtà ancor più grave è che spesso la colpa la si dà a loro.

Cosa si può fare per eliminare tutto questo?

Si può insegnare ad amare, a rispettare, ad escludere la violenza fisica e verbale dai rapporti relazionali, ma lo si deve fare presto, a cominciare dalle scuole attraverso un’educazione emotiva e socio affettiva nonché sentimentale.

Spesso per salvarsi è necessario chiedere aiuto. Il numero che fornisce informazioni di prima utilità è 1522, attivo 24 ore su 24 ed accessibile gratuitamente su tutto il territorio italiano.

https://www.1522.eu

Nelle immagini alcuni momenti della giornata di ieri.

Mariella Musso

 

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