Regeni, la famiglia: chiarezza o l’Italia dia risposta forte

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Roma – I genitori di Giulio Regeni in conferenza stampa al Senato chiedono di chiarire le circostanze che hanno portato all’uccisione del figlio, scomparso al Cairo il 25 gennaio e ritrovato senza vita il 3 febbraio scorso.

“Se il 5 aprile, giorno in cui arriveranno in Italia gli investigatori egiziani, sarà una giornata vuota, confidiamo in una risposta forte del nostro governo”. Lo ha detto Paola Regeni, la mamma di Giulio durante la conferenza stampa. “Attendiamo una risposta su Giulio” e ha rilevato di sperare “di non dovere arrivare a mostrare” l’immagine del corpo del giovane ricercatore dopo le torture subite al Cairo.

Il 5 aprile è previsto un incontro tra la polizia italiana e quella egiziana impegnate sul caso legato alla morte di Regeni: quel giorno sarà trasmessa tutta la documentazione richiesta più volte dall’Italia e anche quella successivamente raccolta in Egitto dopo tale richiesta. E’ quanto ha garantito il procuratore generale della Repubblica araba d’Egitto, Ahmed Nabil Sadek, nella telefonata avuta ieri con il capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone.

“Forse è dal nazifascismo – ha ricordato la mamma Paola – che in Italia non ci trovavamo di fronte ad un caso di tortura come quella che ha subito Giulio”. La differenza è che “mio figlio non andava in guerra mentre i partigiani, per i quali ho il massimo rispetto, erano in guerra, lui era li’ solo per fare ricerca ed e’ stato torturato e ucciso”. “Non vi dico che cosa gli hanno fatto, in quel viso ho visto tutto il male del mondo. Quando sono entrata nella sala dell’obitorio, qui a Roma – ha raccontato – ho detto ‘è lui, è Giulio’ perché l’ho riconosciuto dalla punta del naso. Per tutto il resto non era più lui”.

“Quello di Giulio è un caso isolato rispetto alla nostra storia ma non puo’ certo dirsi un caso isolato rispetto a quello che è successo a tanti altri egiziani”. Lo ha sottolineato al Senato Paola Regeni.

Legale, “Temiamo altri depistaggi da parte egiziana”

“A parte i documenti di identità, nessuno degli oggetti che appaiono nella foto diffusa dalle autorita’ egiziane appartenevano a Giulio. Abbiamo fatto il disconoscimento ufficiale poche ore fa. Ci sono dei dubbi residui sul portafogli, ma non su quello su cui appare la scritta ‘love'”. Lo ha reso noto Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, nella conferenza stampa organizzata a palazzo Madama con Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani. “Abbiamo trovato oltraggiosa – ha ribadito il legale – l’immagine di quel vassoio con sopra poggiati quegli oggetti. E’ solo l’ultimo depistaggio. L’ultimo per oggi, chissa’ che cos’altro preparano”.

 

vivicentro.it-cronaca / La famiglia  di Regeni, chiarezza o l’Italia dia risposta forte

  • Paola, the mother of Giulio Regeni,  holds a banner reading: Truth for Giulio Regeni, prior to the start of a press conference held at the Italian Senate, in Rome, Tuesday, March 29, 2016. Giulio Regeni, 28, an Italian doctoral student disappeared in Cairo on Jan. 25, the anniversary of Egypt’s 2011 uprising, a day when security forces were on high alert and on the streets in force to prevent any demonstrations or protests. His body, stabbed repeatedly and exhibiting cigarette burns and other signs of torture, was reported found on Feb. 3. (AP hoto/Gregorio Borgia)

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