Organizzazione nazionale inondava Roma di droga

C’erano anche i ‘picchiatori’ usati per recuperare i soldi di chi non pagava. La droga:...

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C’erano anche i ‘picchiatori’ usati per recuperare i soldi di chi non pagava. La droga: il principale business di cosa nostra, ndranghete e camorra.

Un’organizzazione capace di inondare Roma di droga, della quale faceva parte anche una ‘batteria’ di picchiatori utilizzata per recuperare i soldi da chi non pagava.

L’ha sgominata la Guardia di Finanza al termine di un’indagine coordinata dalla Procura di Roma che ha portato all’emissione di 51 misure cautelari da parte del Gip. All’operazione, denominata “Grande Raccordo Criminale”, partecipano circa 400 militari, con il supporto di elicotteri e unità cinofile. Hanno eseguito gli arresti tra il Lazio, la Calabria e la Sicilia.

L’organizzazione di narcotrafficanti, secondo quanto accertato dalle indagini, era in grado di rifornire la maggior parte delle piazze di spaccio in diversi quartieri della capitale. Ma non solo; all’interno dell’associazione c’era un gruppo di soggetti che aveva un compito specifico: recuperare i crediti dovuti per l’acquisto della droga. Compito che gli arrestati mettevano in pratica con una serie di estorsioni, pestaggi e violenze.

Dei 51 provvedimenti emessi dal Gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, cinquanta sono misure cautelari in carcere mentre nei confronti di una persona sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Roma è notoriamente ritenuta da anni il “supermarket della droga”. A Roma funzionano contemporaneamente centinaia di piazze di spaccio operative h24. Le principali sono localizzate nei quartieri periferici di Tor Bella Monaca, San Basilio. La cessione di stupefacenti al dettaglio risulta ben radicata anche a Trastevere, Testaccio, Tor Sapienza, Ponte di Nona e al Tufello.

A tracciare questo scenario lo scorso anno era stato il Procuratore aggiunto della Dda di Roma, Michele Prestipino, sulla scorta dei risultati delle indagini degli ultimi anni che descrivono la Capitale come un supermarket della droga che non chiude mai.

A gestire l’arrivo e lo smistamento delle sostanze stupefacenti sono una trentina tra clan criminali e famiglie autoctone, suddivise per aree geografiche, o collegate con le organizzazioni mafiose tradizionali. L’ultimo rapporto “Mafie nel Lazio” dell’Osservatorio regionale parla di un territorio cittadino dove per mantenere la ‘pax criminale’ nella suddivisione delle piazze di spaccio si fa ricorso a “mediatori, suddivisi per aree geografiche”.

Nello specifico, prosegue la relazione, si tratta di “ex appartenenti alla banda della Magliana”, boss riconducibili alle “mafie tradizionali come camorra, cosa nostra e ‘ndrangheta” oppure uomini con un passato criminale “nei movimenti della destra eversiva e in contatto con la malavita romana.

Una rete criminale che gestisce un fiume di stupefacenti: basti pensare che solo nel 2018 sono stati sequestrati in città – fonte Polizia di Stato – oltre 4.200 chili di droga, di cui 2.004 di hashish, 1.813 di marijuana, 378 di cocaina e 53 di eroina. Negli ultimi anni dalle informative delle Forze dell’Ordine sono state documentate anche pratiche come l’utilizzo di telecamere che garantiscono il controllo della piazza di spaccio, sentinelle per avvisare i pusher in caso di arrivo delle forze dell’ordine ed ostacoli fissi come le inferriate. E poi l’organizzazione in ‘turni di lavoro’ della manovalanza utilizzata per immagazzinare in luoghi sicuri e vendere le sostanze stupefacenti.

A metà settembre una vasta operazione della Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con la Dda, ha colpito alcuni grandi acquirenti di droga che poi riforniscono le piazze di spaccio. Dalle indagini è emerso che dalla Colombia arrivano grandi quantitativi di cocaina grazie all’appoggio logistico e organizzativo dei cartelli della droga. Mentre a rifornire di cocaina le piazze di spaccio del litorale laziale fino ad Acilia e all’Infernetto c’era un uomo collegato agli ambienti della camorra napoletana.

Proprio sul litorale romano di Ostia insiste un’altra piazza di spaccio cittadina che negli ultimi anni ha visto numerosi interventi delle Forze dell’Ordine. Lo scorso luglio i Carabinieri hanno messo a segno un sequestro di 130 kg tra hashish e marijuana pronti ad essere messi sul mercato del litorale. A piazza Gasparri, a ‘nuova Ostia’, gli investigatori hanno scoperto perfino delle applicazioni per smartphone criptate da giovani spacciatori per inviare messaggi in codice legati alla cessione di sostanze stupefacenti. Un ‘fortino’ quello di piazza Gasparri dove negli anni è stata documentata la presenza del clan Spada, di cui tre esponenti il mese scorso sono stati condannati in Corte di Assise per associazione a delinquere di stampo mafioso. Tra i reati formulati dai Pm nei confronti degli imputati del maxi-processo, a vario titolo contestati, oltre all’associazione di stampo mafioso: l’omicidio, l’estorsione, l’usura, la detenzione e porto di armi e il traffico di stupefacenti.

L’opinione.

Premesso quanto a volte si scrive da queste pagine, ovverosia che chi si droga finanzia le mafie, andrebbe tuttavia aggiunto che ROMA, una delle città più belle al mondo, è stata notoriamente negli anni  (tranne per chi non può o non vuole vedere oppure capire) svenduta e razziata dalla ipocrita (per usare un eufemismo) politica di destra, centro e sinistra, la stessa che tutt’ora ostacola ogni cambiamento, così che possa ritornare all’assalto di Palazzo Senatorio (ubicato in piazza del Campidoglio sull’omonimo colle di Roma, è la sede amministrativa del Comune speciale di Roma ed è il più antico Municipio esistente al mondo).

I romani si stanno facendo ingannare come già recentemente accaduto a tanti altri concittadini in parecchie parti d’Italia. La politica clientelare, dei cosiddetti colletti bianchi, del favoritismo, familismo, nepotismo, corporativismo, associazionismo, in Italia è ancora molto potente e dispone pure del lampante sostengo di media nazionali. Ma anche coloro che proclamavano il cambiamento avrebbero dovuto essere una squadra unita di guerrieri in una giungla di predoni, senza portarsi dietro damerini, opportunisti, esibizionisti, trasformisti e disturbati.

Povera ROMA. Povera ITALIA. Cosa temo ci aspetti: orde di dissimulatori, sprezzanti, ingordi, blasonati profittatori, mercenari, squillo della politica (donne e uomini), mercanti di concittadini, misantropi, sociopatici, corrotti, delinquenti e mafiosi. Insomma i degni “figli” di quei trasversali simulatori degli ultimi cinquant’anni.

Come se ne esce ???

Adduso Sebastiano

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