Michel Tubiana: “La Francia non faccia affari ignorando i diritti umani”

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                                             Michel Tubiana di Euromed

Il presidente Michel Tubiana di Euromed, una rete di Ong impegnate nel Mediterraneo: “La posizione del nostro governo sul ricercatore italiano è scandalosa. Non è possibile fare finta di niente”

PARIGI. “Il silenzio del governo francese sulla morte di Giulio Regeni è scandaloso”. Michel Tubiana è da tempo in prima linea nella difesa dei diritti umani. Già alla guida della Ligue des Droits de l’Homme, ora presiede EuroMed, rete di Ong che lavorano sulle due rive del Mediterraneo. “Sono d’accordo con quanto scritto dal New York Times: François Hollande non può fare finta di niente” spiega Tubiana, 63 anni, che insieme ad Amnesty e altre associazioni ha incontrato qualche giorno fa il consigliere diplomatico dell’Eliseo per elencare i tanti abusi del regime di Al Sisi.

Hollande arriva domani al Cairo. Si farà carico delle proteste?
“Il Presidente va in Egitto per fare affari ma la Francia non può permettersi di ignorare le continue violazioni dei diritti umani da parte del regime. Nelle prossime settimane molte Ong potrebbero essere bandite e processate in base alla legge sul finanziamento straniero. È necessario fermare subito questa deriva”.

Cosa avete chiesto all’Eliseo?
“La legge contro le Ong deve essere subito annullata. Bisogna ottenere la liberazione dei prigionieri politici, tra cui alcune figure emblematiche della rivoluzione del 2011. Ci preoccupano gli abusi contro la libertà di manifestare e l’impunità delle forze dell’ordine come dimostra il caso Regeni ma anche quello di Eric Lang, morto nel 2013 in condizioni misteriose”.

Perché il caso di Lang è stato ignorato?
“La nostra diplomazia è probabilmente più preoccupata di proteggere le relazioni politico-economiche con l’Egitto che di cercare la verità su un cittadino francese morto in un commissariato del Cairo. È vergognoso. Siamo stati noi a denunciare, con la famiglia Lang, questo caso. Ci è sembrato ancor più doveroso farlo dopo aver visto come si è comportato il governo italiano su Regeni”.

La Francia dovrebbe spalleggiare l’Italia nella richiesta di verità su Regeni?
“Penso proprio di sì. Spero che Hollande sia chiaro anche se nessuno in questa storia è totalmente innocente. Anche il vostro paese, come la Francia, ha finanziato e dato armi al regime. Ma ci deve essere un patto su valori minimi condivisi. Oggi chiunque esprima dissenso in Egitto è esposto alla vendetta. Persino noi dobbiamo nascondere i nostri collaboratori egiziani per proteggerli”.

La vendita di armi e la firma di contratti milionari è incompatibile con la difesa dei diritti umani?
“Non so se sia incompatibile ma visto che Hollande si vanta di avere un rapporto speciale con Al Sisi deve usarlo a fin di bene. Dal 2013 ci sono state decine di migliaia di persone arrestate o processate senza garanzie di difesa. Ogni mese ci sono un centinaio di persone che scompaiono nel nulla. La situazione dei diritti umani in Egitto sta tornando a livelli peggiori di quando c’era Mubarak. Hollande non può arrivare al Cairo con gli occhi bendati”.

Quale sarebbe il modo giusto per condurre questa battaglia?
“Da quello che abbiamo capito durante l’incontro all’Eliseo Hollande preferisce fare le sue rimostranze in sede privata, durante i colloqui riservati con Al Sisi. Per alcuni è il modo più efficace per ottenere davvero dei risultati. Non ne sono sicuro. E comunque noi gli abbiamo suggerito di lanciare comunque un segnale, ad esempio incontrando alcune Ong all’ambasciata francese”.

E se invece ci sarà ancora silenzio?
“Con un ragionamento molto cinico la nostra diplomazia s’illude che l’Egitto possa ancora garantire la stabilità nella regione. Non è così. Il regime non controlla più molti territori, come il Sinai. Il governo è corrotto, diviso al suo interno. L’Egitto oggi è un gigante con i piedi d’argilla. Il calcolo della Francia è miope: sul lungo periodo non ci potrà essere stabilità con questo regime”.

vivicentro.it-cronaca / larepubblica / Michel Tubiana: “La Francia non faccia affari ignorando i diritti umani” ANAIS GINORI

 

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