Massacro di Dacca: gli italiani e le altre vittime dell’attacco

Massacro di Dacca. La Farnesina informa che i connazionali deceduti nell’attacco terroristico di questa notte...

LEGGI ANCHE

Massacro di Dacca. La Farnesina informa che i connazionali deceduti nell’attacco terroristico di questa notte a Dacca sono Adele PUGLISI, Marco TONDAT, Claudia Maria D’ANTONA, Nadia BENEDETTI, Vincenzo D’ALLESTRO, Maria RIVOLI , Cristian ROSSI, Claudio CAPPELLI e Simona MONTI.

Disperati, ovviamente, i parenti di Adele Puglisi. Singhiozza al telefono una cugina della donna, appena avuta notizia della morte della parente che si trovava nel ristorante di Dacca nel quale e’ avvenuto l’attentato. Secondo una ricostruzione della cugina, Adele Puglisi, manager nel campo del controllo qualita’ di Artsana, era in Bangladesh per conto di grandi marchi di abbigliamento. La parente, che ha chiesto di mantenere l’anonimato, ha anche riferito che il fratello di Adele, Matteo, ha accusato un malore alla notizia riferita dai carabinieri intervenuti su mandato della Farnesina. L’uomo e’ rinchiuso nella sua casa in una contrada di Santa Croce Camerina e non intende parlare con alcuno.
“Adele era sempre in giro per il mondo per il suo lavoro, la vedevamo di rado, solo una ventina di giorni l’anno”, racconta un vicino di casa di Adele Puglisi, affacciato al balcone in un giorno di grande afa. La donna non era sposata, non aveva figli e a Catania abitava in un antico palazzo accanto a piazza Ariosto in una via stretta. In citta’ doveva tornare ieri, cosi’ aveva detto ai suoi familiari. Nel palazzo non c’e’ un citofono e i cognomi quasi illeggibili sono scritti su una tavoletta di legno. “Era una donna riservata e cortese – dice il vicino di casa – la conoscevo da anni, ma qui c’era sempre poco: stava alcuni giorni e poi ripartiva, era sempre impegnata lontano dall’Italia”.

 

Due delle vittime erano imprenditori residenti in Friuli: Marco Tondat, 40 anni, nato a Spilimbergo e residente a Cordovado, viveva con la madre e il fratello. Era separato e con una figlia piccola. Giovane imprenditore nel settore tessile, aveva da tre mesi avviato l’iter per il suo trasferimento in Bangladesh. “Stiamo vivendo un dolore immenso. Non si puo’ morire cosi’ a 39 anni. Era un ragazzo che aveva una gran voglia di vivere”. Queste le parole di Fabio Tondat, fratello di Marco. “Ci eravamo sentiti ieri mattina – ha riferito ai giornalisti – e doveva rientrare in Italia per le ferie e abbiamo concordato alcune cose, lo aspettavo per lunedi'”. Marco, ha aggiunto, “era partito un anno fa, perche’ in Italia ci sono molte difficolta’ di lavoro e ha provato ad emigrare. A tutti voglio dire che quanto accaduto deve far riflettere: non e’ mancato per un incidente stradale”. A Dacca Marco Tondat era supervisore di un’azienda tessile, sembrava felice di questa opportunita’. L’atro imprenditore friulano ucciso è il 47enne Cristian Rossi, di Feletto Umberto (Udine), ex manager della grande catena Bernardi, faceva il consulente per aziende italiane di abbigliamento. Lascia la moglie Stefania, due gemelline di 3 anni, le sorelle Cristina, Daniela e Gabriella e il padre Francesco. Al momento dell’attacco i due erano a cena con altri tre amici in una saletta dell’Holey Artisan Bakery, il locale accanto all’ambasciata italiana preso d’assalto dai miliziani islamisti. Rossi sarebbe dovuto ripartire per l’Italia a giorni.

Gli italiani sedeveno tutti in una tavolata nel ristorante preso di mira dal commando terroristico a Dacca. Uno dei connazionali, Gian Galeazzo Boschetti, è riuscito a fuggire e mettersi in salvo. Sono invece ancora in corso gli accertamenti sul decimo italiano che, ha precisato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, “per ora non risulta tra i cadaveri”.

 

“Ormai abbiamo perso anche l’ultima speranza: mia zia, Nadia Benedetti, è stata brutalmente uccisa nell’attentato in Bangladesh di ieri”. Lo scrive sul suo profilo Facebook, Giulia Benedetti, nipote di Nadia Benedetti, una delle vittime dell’attentato. “Non c’e’ piu’: non la rivedremo piu’ – aggiunge la donna – non parleremo, non commenteremo i colori delle magliette da produrre, mio padre non la andra’ piu’ a prendere all’aeroporto, non andremo a cantare insieme come ci eravamo ripromesse. “Non c’e’ piu'” ripete mio padre. Un branco di bestie ce l’ha portata via”. La donna ricorda che la vittima “aveva vissuto in Italia, Kenya, Bangladesh e non si era mai fermata. Neanche nei momenti piu’ difficili. “Io chiedo a voi amici, parenti, viterbesi, italiani: NON DIMENTICATE, non lasciate che si perda il suo ricordo, non dimenticate cosa e’ successo, non permettete a questi pazzi di commettere altre stragi, non lasciate che vincano loro. Colgo l’occasione per esprimere la nostra vicinanza ai famigliari di tutte le vittime, e ai sopravvissuti alla tragedia. Ci mancherai zia, ci mancherete tutti”, conclude il post.

Patrizia D’Antona, la sorella minore di Claudia Maria D’Antona, una delle vittime dell’attentato terroristico al ristorante di Dacca è sconvolta. “Ieri sera mi hanno avvisato i carabinieri, poi l’unità di crisi della Farnesina mi ha detto di Claudia”, spiega. Cosi’ “L’ultima volta ci siamo sentiti giovedi’ su whatsapp. Mia sorella e il suo compagno non percepivano pericoli, ma comunque prendevano tutte le cautele del caso, si muovevano con l’autista, non utilizzavano neppure il taxi. Cenavano spesso a casa e comunque il quartiere del ristorante, quello delle ambasciate, era considerato sicuro. Claudia tornava 4-5 volte l’anno a Torino, la sua famiglia e’ qui, passavamo tanto tempo nella casa di campagna a Callianetto”. Poi il pensiero va al compagno della donna, Gian Galeazzo Boschetti, scampato all’attentato. “Erano molto legati, sono molto preoccupata per lui. Ho parlato con lui al telefono, mi ha raccontato che quando sono arrivati i terroristi lui si era allontanato per parlare al telefono e non ha visto nulla. Fino all’ultimo ha sperato che Claudia non fosse tra le vittime”. La torinese Claudia Maria D’Antona viene pianta dalle massime autorità cittadine e regionali e il sindaco di Torino, Chiara Appendino, ha proclamato il lutto cittadino. Anche il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, esprime le condoglianze ai familiari della donna. “A nome mio e di tutti i piemontesi desidero esprimere cordoglio e vicinanza alle famiglie e agli amici delle vittime della strage di Dacca, e in particolare a quella di Claudia d’Antona, nata a Torino, volontaria della Croce Verde e impegnata in cause umanitarie a favore della popolazione locale”. E’ quanto afferma il presidente della Regione Piemonte, che aggiunge: “Siamo vicini al dolore di tutte le persone innocenti colpite da questi atti criminali di stampo terroristico che devono essere combattuti da tutte le comunita'”.

Tokyo conferma: 7 vittime erano giapponesi

Sono sette le vittime giapponesi dell’attacco di ieri notte a Dacca. Lo rende noto il governo di Tokyo. “La nostra ambasciata a Dacca – ha detto il capo di gabinetto del governo giapponese, Yoshihide Suga, durante una conferenza stampa – conferma ufficialmente che tra i corpi che sono stati trasferiti all’ospedale dal governo bengalese ci sono quelli di sette giapponesi”.

Un cittadino americano tra le vittime

C’e’ anche un cittadino americano tra le vittime dell’attacco terroristico a Dacca. Lo rende noto il Dipartimento di Stato Usa. “Possiamo confermare che tra le vittime c’e’ un cittadino americano” ha detto il portavoce John Kirby. “Stiamo vicini al popolo del Bangladesh e proseguire gli sforzi comuni per combattere il terrorismo e l’estremismo”.

Ponte sullo Stretto: 239 Domande e Sfide Ambientali

Il governo affronta 239 interrogativi sul Ponte sullo Stretto, sollevati dal ministero dell'Ambiente, riguardanti le sfide ambientali e altro
Pubblicita

Ti potrebbe interessare