La procura di Roma apre un’indagine sull’attacco mediatico a Mattarella: possibile interesse dei russi

La procura di Roma apre un’indagine sull’attacco mediatico a Mattarella: possibile interesse dei russi, ieri...

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La procura di Roma apre un’indagine sull’attacco mediatico a Mattarella: possibile interesse dei russi, ieri scoperti 16mila tweet ordinati da esponenti della campagna filorussa

Sarà formalmente aperto dalla Procura di Roma, nei primi giorni della prossima settimana, un fascicolo d’indagine in relazione ai presunti attacchi web al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dietro i quali si sospetta possa esserci l’azione di troll russi. L’indagine sarà affidata al pool di magistrati che si occupa dell’antiterrorismo. Secondo quanto riportato da laRepubblica, a piazzale Clodio è attesa un’informativa della polizia postale.
La vicenda riguarda ciò che è avvenuto la notte tra il 27 e il 28 maggio, proprio nelle ore in cui il Capo dello Stato espresse il suo “no” alla candidatura di Paolo Savona come ministro dell’Economia. Su Twitter si registrarono in pochi minuti circa 400 nuovi profili, tutti riconducibili ad un’unica origine, dai quali partirono migliaia di messaggi di insulti e di inviti alle dimissioni nei confronti del Presidente della Repubblica oltre a varie fake news.
L’ipotesi è che dietro questi attacchi simultanei possano esserci operatori russi specializzati in troll, soggetti anonimi che sui social lanciano messaggi provocatori ingaggiati probabilmente da esponenti della campagna filorussa e pro Putin. Di questa vicenda si occuperà lunedì anche il Copasir, con l’audizione del direttore del Dis, Alessandro Pansa.
Intanto ieri dall’analisi dei dati raccolti dall’FBI sullo scandalo Russiagate, sono stati rinvenuti sedicimila tweet in Italiano da 143 profili falsi riconducibili all’ Internet Research Agency (Ira), l’agenzia di San Pietroburgo legata agli apparati del presidente Putin e nata per inquinare l’opinione pubblica occidentale, compresa quella italiana. La campagna filorussa puntava soprattutto a screditare la figura dell’ex primo ministro Matteo Renzi e a risaltare i successi del suo “sfidante” Matteo Salvini.

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