Ischia ferita dalle case abusive: “Alloggi con materiali scadenti”

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Il terremoto di Ischia alza il velo sull’abusivismo che affligge l’Italia. Secondo gli esperti un sisma della forza di quello di lunedì sera non avrebbe dovuto provocare i danni che invece si sono registrati, e la Protezione civile denuncia: “Materiali scadenti nelle costruzioni, ad Ischia ci sono 600 edifici da abbattere ma nessuno lo fa”.

Ischia, l’isola capitale dell’abusivismo: “Alloggi con materiali scadenti”

La Protezione civile: un ischitano su due costruisce illegalmente. Scontro Pd-M5S

ROMA – Materiali scadenti. La pensa così il capo della Protezione civile Angelo Borrelli sul crollo della abitazioni a Casamicciola. Certo, c’è «un discorso di specificità – chiarisce in conferenza stampa – dell’isola d’Ischia che è in area vulcanica. Quello che però ho potuto vedere è che molte costruzioni sono realizzate con materiali scadenti che non corrispondono alla normativa vigente, per questo alcuni palazzi sono crollati o rimasti danneggiati». Se poi fossero abusivi, «questo andrà verificato». Del resto, non è una novità che lschia abbia 60mila abitanti e più di 27 mila pratiche di sanatoria per abusi edilizi presentate in occasione degli ultimi tre condoni nazionali. Quasi un ischiano su due, quindi, costruisce illegalmente. Fuori dalla sanatoria, rimangono 600 edifici che da otto anni sono in lista d’attesa per essere abbattuti. Le ruspe, però, vanno avanti al rallentatore.

Le demolizioni nell’isola partenopea sono «sporadiche», denuncia l’annuale dossier di Legambiente «Mare Monstrum», anche per colpa della politica. E così sopravvive «un ecomostro di cemento illegale». Case su case, poggiate su un terreno fragile, che trema e si sfalda. È accaduto con la frana che nel 2006 ha ucciso quattro persone, ma anche nel 2009 con la morte di una ragazza rimasta bloccata dal fango nella sua automobile.

Ma nonostante le ferite aperte, gli abusivi, i sindaci, e persino il parroco, nel 2010 sfilarono in testa a un corteo per fermare i caterpillar inviati dalla Procura di Napoli. Passano appena due anni e a Forio d’Ischia due bombe carta vengono lanciate durante le operazioni di abbattimento di un edificio abusivo, ferendo dieci poliziotti e un ingegnere. D’altronde, anche le istituzioni, a Ischia, finiscono spesso per cedere all’abusivismo. Come nel caso dell’hotel di proprietà dell’ex sindaco di Forio, abbattuto nel 2012. O della caserma della forestale, costruita in un terreno diverso da quello previsto. Nel 2013, a Ischia, attacca il deputato del Pd Michele Anzaldi – «il Movimento 5 stelle organizza addirittura un forum con cui lanciare la proposta di legge sul “ravvedimento operoso”. In sostanza, una sanatoria per gli abusi edilizi dell’isola partenopea, mirata – si legge nel testo della proposta pentastellata – alla «riabilitazione degli edifici realizzati entro il 30 settembre 2004 con sospensione dei procedimenti amministrativi e giurisdizionali anche nelle aree soggette a vincolo paesistico». Insomma, un progetto, fa capire Anzaldi, «nato ancor prima delle frasi in difesa del presunto abusivismo di necessità pronunciate nei giorni scorsi in Sicilia da Di Maio e Cancelleri». Meglio di un condono.

D’altronde, Ischia è la prima della classe nella regione regina dell’abusivismo. In Campania si contano 13 abusi edilizi al giorno e, solo lungo la costa sono state 764 le infrazioni accertate nel 2016. Il primato campano riguarda anche il numero delle persone denunciate. In dieci anni, tra il 2001 e il 2011, appena il 4% degli edifici abusivi costruiti nella provincia di Napoli è stato demolito. Di questo passo, saranno necessari circa due secoli e mezzo per ristabilire la legalità nella regione.

Dalla politica, intanto, arrivano segnali contrastanti. In Campania il governatore del Pd Vincenzo De Luca approva prima dell’estate una delibera regionale in cui si affronta il cosiddetto «abusivismo di necessità». Necessità abitativa, da parte di chi ha bisogno di una casa, che verrebbe salvaguardata affittando agli abusivi proprietari l’immobile requisito, senza abbatterlo. Una facoltà lasciata ai Comuni ed estesa «all’utilità sociale degli immobili – sostiene De Luca – . In questo caso si ipotizza la requisizione degli alloggi, e la loro acquisizione al patrimonio pubblico». L’iniziativa della Regione viene però stoppata dal governo, aprendo un conflitto nel partito, oltre che tra istituzioni. A mettersi di traverso sono i ministri Orlando e Delrio, che si dice «allergico alla definizione di abuso di necessità» e ricorda a De Luca che tra le materie di sua competenza non c’è «la potestà di vigilanza sui Comuni», pur vedendo nell’iniziativa del governatore «un’intenzione anche positiva». Tanto positiva che il Pd non ha esitato a votare, nel corso della legislatura, prima al Senato e poi alla Camera, la proposta di legge del senatore di Ala Ciro Falanga, ora ferma in commissione giustizia a Montecitorio, riguardante proprio una versione annacquata dell’abuso di necessità, mettendo all’ultimo posto gli immobili abitati da nuclei familiari che «non dispongano di altra soluzione abitativa».

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