Allarme ONU: in Libia sta per esplodere un’altra bomba, quella sociale

Dopo l’esplosione al porto ora l’ONU lancia un nuovo allarme: sta per esplodere una bomba...

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Dopo l’esplosione al porto ora l’ONU lancia un nuovo allarme: sta per esplodere una bomba sociale; è iniziata una crisi umanitaria.

Allarme ONU: in Libia sta per esplodere un’altra bomba, quella sociale

Gli analisti delle Nazioni Unite hanno emesso previsioni fosche: la crisi umanitaria in Libano sta per iniziare.

Il Libano stava già soffrendo di una grave crisi economica prima dell’esplosione che ha provocato la morte di almeno 154 persone, 5.000 feriti e oltre 300.000 senzatetto. Oltre a queste cifre, ci sono un milione di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà mentre il 75% dei libanesi ha chiesto aiuti di Stato ed il 33% ha perso il lavoro.

La situazione, stando all’Organizzazione mondiale della sanità, ora diventa ancora più grave visto che il sistema sanitario è stato gravemente danneggiato, con tre ospedali incapaci di funzionare e, come se non bastasse, con la dichiarazione del Programma alimentare mondiale che ha affermato che i danni al porto di Beirut interromperanno le forniture alimentari per cui i prezzi aumenteranno.

Secondo il New York Times, il presidente libanese Michel Aoun ha respinto le richieste di un’indagine internazionale sulla devastante esplosione di martedì nel porto di Beirut e ha detto che le autorità locali esamineranno se è stato innescato da “interferenze esterne”, come una bomba.

I libanesi hanno accusato per anni l’elite politica di corruzione, negligenza e cattiva gestione anche in merito alla decisione di mantenere l’enorme quantità di materiale esplosivo nel porto a poca distanza dal centro cittadino.

Nel merito dell’esplosione il governo libanese ha riconfermato che, a quanto risulta loro ad ora, l’esplosione è stata il risultato dell’esplosione di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio che erano state immagazzinate nel porto per sei anni in condizioni di sicurezza incerte mentre, dal canto suo, il leader del movimento militante di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha negato di aver immagazzinato armi o munizioni nel porto

Cristina Adriana Botis

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