Il coordinatore: Non ci siamo improvvisati giornalisti giusto per “spararle grosse”

Il coordinatore provinciale di Messina del Partito Comunista Lavoratori, Giacomo Di Leo, posta questa frase...

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Il coordinatore provinciale di Messina del Partito Comunista Lavoratori, Giacomo Di Leo, posta questa frase implicitamente al nostro indirizzo.

Sapevamo solo e per sentito dire che questo Di Leo era di sinistra. Non avevamo collegato in un primo tempo chi fosse dopo che su un social aveva utilizzato parole, peraltro infondate, elusive dei fatti e pure di tutta evidenza insinuanti, offensive, quasi intimidatorie al mio indirizzo ma soprattutto implicitamente verso la redazione siciliana di Vivicentro con la frase nel titolo <Non ci siamo improvvisati giornalisti giusto per “spararle grosse”>. Pertanto non avevamo dato molto peso alla cosa rispondendo solo sui social e anzi invitandolo ad un confronto.

Solo in serata, durante una discussione, ci è stato fatto notare che questo signore, dall’ottobre di quest’anno, è il coordinatore provinciale del Pcl sezione di Messina. Il primo dubbio è stato che di certo di sinistra deve avere ben poco interiormente se è così intollerante e sprezzante nei confronti di chi scrive e soprattutto di chi lo fa sempre principalmente a favore dei concittadini.

Ma il paradosso di questa vicenda è che, non solo parte della questione blaterata dal Di Leo (ed appresso riportata) era stata trattata  in un articolo di Vivicentro dalla collega Sarta <Scaletta (ME), un torrente, simbolo dell’alluvione del 2009, ancora non sarebbe in sicurezza (foto)>, ma lo scrivente nel 2017 aveva pure scritto del Di Leo in un suo intervento ad un dibattito sulla situazione geo-ambientale del suo paese Scaletta (“Dopo il Giro d’Italia ci saranno nella nostra Riviera Jonica messinese interventi di manutenzione per la viabilità e sicurezza?”: “Il secondo ad intervenire per il Comitato No-frane della Riviera Jonica è stato Giacomo di Leo, il quale ha raccontato di un episodio accaduto nel periodo della tragica alluvione di Scaletta e che ci ha toccato particolarmente, poiché tra le vittime c’erano state delle persone che alcuni mesi prima avevano fatto un esposto rimanendo inascoltate e nel quale avevano segnalato proprio la pericolosità della situazione idrogeologica a monte del paese”). Inoltre pochi giorni addietro eravamo stati a Scaletta dove come Vivicentro avevamo dato ben volentieri ampio spazio ad una persona dei luoghi, invalida totalmente e con una pensione irrisoria <Dino e Nino si parlano sotto un gazebo a Scaletta Zanclea (video)>. Dunque appare lampante che alcun pregiudizio ideologico o personale e di alcun genere ci si può additare.

Ma infatti, a scatenare le arterie di questo coordinatore provinciale del partito comunista, sarebbe stato, l’avere il sottoscritto sostenuto la necessità degli svincoli autostradali nella Riviera Jonica Messinese, precisamente di Alì Terme e soprattutto di Santa Teresa-Val d’Agrò (quest’ultimo in fase di progettazione definitiva e con finanziamento già assegnato da anni). Ne avevo scritto in ultimoQuello svincolo autostradale si potrebbe realizzare”. A cui il 10 novembre è seguito un interessante dibattito, con delle relazioni e soluzioni prospettate da due ingegneri, sia sulla logistica che sulla possibilità con la realizzazione dei predetti svincoli, di decongestionare anche la costipata vecchia Strada Statale 114 mediante l’istituzione di una tangenziale non a pagamento sulla medesima A/18 tra i vari paesi della litoranea, dal casello di Alì terme fino a quello di Giardini Naxos-Taormina Sud. Argomento questo degli svincoli di cui anche le televisioni provinciali si sono occupati.

Il giorno dopo quel dibattito, il Di Leo, insieme ad un amministratore di un meetup di Scaletta Zanclea, ha inviato una nota al Ministro dell’Ambiente Costa e poi alla Stampa locale, nella quale ad un certo punto scriveva in modo del tutto arbitrario e senza alcuna motivazione tecnica e fondata “… le risorse già finanziate per la sicurezza e lo sviluppo del territorio, come quelle del Masterplan, avrebbero dovuto essere investite in opere utili e non in svincoli come quello di Alì Terme o di Santa Teresa di Riva, inutili …”.

Sempre sui social ho quindi biasimato quella incomprensibile presa di posizione, evidenziando che “ fermo restando il nostro appoggio anche per la realizzazione della galleria paramassi tra Alì e Scaletta, come d’altra parte faremmo per qualsiasi iniziativa che interessi le collettività specialmente di conterranei, IL RESTO DELLA NOTA in causa, allorché avversa due importanti infrastrutture locali, quali gli svincoli di Alì Terme e Santa Teresa-Val D’Agrò (le prime potenziali opere dopo il 1969 quando fu costruita l’A/18) e senza tra l’altro contenere argomentazioni tecniche-logistiche-economiche-sociali, se non generiche inconcludenze, CI APPARE piuttosto asociale”. Concludendo che chiedevamo un confronto chiarificatore.

Sembrava comunque chiusa lì la cosa, ognuno, purtroppo, nelle rispettive posizioni non essendoci stata risposta al richiesto confronto. Invece neppure sono trascorsi pochi giorni che il Di Leo è ritornato sull’argomento scrivendo sulla pagina del medesimo esponente del meetup di Scaletta con il quale aveva inviato la comunicazione sopra citata al Ministro dell’Ambiente e alla Stampa “… Non ci siamo svegliati l’altro ieri istituendo dei comitati giusto perché turbati dalla sete di protagonismo, non ci siamo improvvisati giornalisti giusto per “spararle grosse” di tanto in tanto, questi comitati di cittadini esistono dal 2007, sono delle realtà e sono composti da residenti locali, da persone vere che hanno un nome ed un cognome, da uomini e donne che hanno vissuto il drammatico evento alluvionale del 2009, da cittadini onesti che hanno perso amici, parenti e conoscenti sotto le macerie, da pendolari che tutti i giorni rischiano la vita sull’orientale Sicula e sull’A18. Tutti questi cittadini, che da anni battagliano sul territorio, con petizioni, con proteste, con istanze protocollate alla Procura della Repubblica, esigendo solo l’ordinaria amministrazione, non si faranno bistrattare da chi non sa niente del nostro territorio, da chi ignora i reali problemi della nostra Sicilia. Chi giudica la linea politica dei gruppi territoriali, che ovviamente viene tracciata in base ai pareri tecnici di esperti, ignora ciò che realmente è accaduto nell’ultimo ventennio nei nostri comprensori, chi millanta di far parte di pseudo Comitati nella Riviera Jonica Messinese, permettendosi di sostenere che la nostra petizione si basa su “generiche inconcludenze” dovrebbe in primis firmarsi con il Nome ed il Cognome di battesimo, giusto per capire chi è lo “scienziato” esperto di infrastrutture in questione che pubblica tali eresie, anche perché noi ci mettiamo la faccia da sempre, secundis dovrebbe spiegare ai cittadini in quale mondo viveva nel 2007 considerato che di questi pseudo comitati non vi era traccia e non hanno storia, proprio perché stiamo parlando del nulla …”.

La mia replica, dovuta anche quale componente del comitato organizzatore del dibattito del 10 novembre sugli svincoli in questone, non si è fatta attendere, seppure la stessa come sempre, coerente con certi principi che vorrebbero superare questa fratricida (cretina) autolesionista, insulsa ed isterica “guerra tra poveri” che c’è tra concittadini, in genere Italia e particolarmente in Sicilia. Si è ribadita con l’occasione anche la richiesta di confronto.

Stavolta tuttavia ho pure aggiunto che non si comprendeva ragionevolmente, perché, mentre noi si era solidali con le richieste di una “galleria paramassi” e qualsiasi altra opera ritenuta necessaria dall’interlocutore per la sua zona, questi avversava accanitamente una essenziale, progettata, finanziata e prossima (si spera) infrastruttura per il nostro comprensorio.

Ma dopo avere appreso nella serata che l’interlocutore era un coordinatore provinciale di un partito, tutto mi appariva sempre più incomprensibile e oscuro. Mi sono dunque rimesso a guardare le carte. E ad un certo punto in quella nota inviata alla Stampa dal Di Leo, ho letto con più attenzione “le risorse già finanziate per la sicurezza e lo sviluppo del territorio, come quelle del Masterplan, avrebbero dovuto essere investite in opere utili …”. Quindi spostati i fondi ? E per cosa ? Ma devo forse pensare che con i miei articoli e il dibattito organizzato il 10 novembre u.s. ho rotto a qualcuno che voleva spostare i finanziamenti per gli svincoli ad altra opera ? La Sicilia continua a stupirmi, da destra a sinistra e pure nei cinquestelle.  Spero che prima o poi l’Isola cambi e per questo ci si batte, anche scrivendo su un giornale online.

Ad ogni modo, al confronto si è sempre disponibili, all’arroganza, all’intolleranza, allo sprezzo e alle intimidazioni, rispondiamo con civile rigetto.

Nell’immagine di copertina il progetto definitivo dello svincolo sull’A18 di Santa Tresa-Val D’Agrò nella provincia jonica messinese.

Adduso Sebastiano

improvvisati giornalisti

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