Una Nazione di alcolizzati e cocainomani alla guida. Come un bollettino di guerra

Lo si rileva dai dati sugli incidenti stradali nella nostra Nazione, spesso anche gravi e...

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Lo si rileva dai dati sugli incidenti stradali nella nostra Nazione, spesso anche gravi e mortali. Una sciagura sociale in crescendo.

Gli incidenti stradali con gravi feriti e morti causati da alcol e stupefacenti, solo in questa prima metà di agosto 2019 sono stati come un bollettino di guerra. Alcuni esempi: Incidente a Castignano, ubriaco si schianta. L’amico muore; Incidente mortale sul GRA: giovane di 23 anni travolto da un’auto, conducente positiva all’alcol test; Auto si ribalta a Sorrento, morta ragazza di 20 anni: arrestato il fidanzato per omicidio stradale e risultato positivo ad alcol e cocaina; Tragico incidente stradale a Segni: morto in moto il 38enne; Muore a 19 anni in incidente, il gemello accusato di omicidio stradale: positivi alcol e drug test; Incidente stradale in tangenziale sud: patente ritirata per un 36enne positivo all’alcoltest; Azzano, inseguiti e speronati dopo una lite, muore un 21enne, gravissimo 18enne, l’autista investitore positivo all’alcol test; Verano Brianza, ubriaco al volante tampona auto e la fa ribaltare: gravi due ventenni; Grave incidente sulla Marina di Modica-Pozzallo, amputati braccio e gamba, due denunce per guida sotto effetto droga.

Dai numeri forniti dal Comando generale dell’Arma e dalla Polizia stradale (che rilevano circa un terzo degli incidenti stradali con lesioni) risulta che su un totale di 58.658 incidenti, sono stati 5.097 quelli in cui almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti era in stato di ebbrezza e 1.882 quelli sotto l’effetto di stupefacenti. L’8,7% e il 3,2% degli incidenti rilevati da Carabinieri e Polstrada è correlato dunque ad alcol e droga, in aumento rispetto al 2017 (7,8% e 2,9%). Tra i conducenti sottoposti a controllo con etilometro nel 2018 il 5,1% è risultato positivo.

Di contro sono diminuite le sanzioni per guida in stato di ebbrezza alcolica e aumentate quelle per guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. Polizia stradale, Carabinieri e Polizie locali dei Comuni capoluogo hanno contestato, nel 2018, rispettivamente 39.208 (-5,5%) e 5.404 (+2,2%) violazioni. Dai dati della Polstrada emerge poi anche quest’anno che a essere multati per guida in stato di ebbrezza sono soprattutto i giovani conducenti di autovetture (tra 25 e 32 anni) nella fascia oraria notturna, fascia durante la quale è stato elevato circa l’80% delle sanzioni.

“Bisogna rafforzare i controlli sulla strada ma bisogna anche agire sull’enforcement preventivo. Si dovrebbe fare in modo che il medico di base o gli istituti sanitari possano inviare una segnalazione alle forze dell’ordine su chi fa uso di alcol e droghe in modo da impedire che queste persone possano guidare. In aggiunta si può intervenire con l’uso delle tecnologie. Ci sono molte possibilità ormai: si può avere il controllo dello stato psico-fisico di chi si mette al volante attraverso l’inspirazione o l’osservazione dell’occhio, con telecamere montate nella vettura, in modo da capire se ci sono dei segnali che permettano di stabilire se la persona è sotto l’effetto di droghe o di alcol” dichiara Enrico Pagliari, coordinatore centrale dell’Area Professionale Tecnica dell’Aci, si tratta di un’emergenza da affrontare combattendo su più fronti.

“Si possono montare dei freni di emergenza che intervengono quando davanti all’auto si presenta un ostacolo improvviso di cui il conducente non si è reso conto. È un lavoro da fare con i costruttori per i veicoli nuovi, ma bisogna trovare il modo di intervenire anche su quelli usati. Da parte nostra stiamo ragionando su una campagna da lanciare nei prossimi mesi” suggerisce Pagliari.

L’opinione.

Andrebbe aggiunto, da ciò che si apprende più in generale, che l’uso di alcolici, cocaina, eroina, hashish, marijuana, metamfetamine, anfetamine, ma anche steroidi, oppure surrogati sanitari quali oppioidi sintetici e psicofarmaci entrambi spesso senza controllo medico, sono risaputamente molto diffusi quanto altrettanto dissimulati in tutta la nostra società italiana. E lo sarebbero a tutti i livelli e settori, dal pubblico al privato, dagli scranni più alti all’ultimo sgabello. La differenza tra le varie classi sociali la fa eventualmente la qualità e i soldi disponibili. Da queste pagine si è sempre sostenuto che nella vita privata (ma non e mai in quella pubblica) ognuno faccia ragionevolmente ciò che sente, tranne chiaramente violenza, prevaricazione e illegalità. Se poi in ultima analisi ci si vuole ubriacare o dopare, si sia almeno consapevoli del danno che ci si autoinfligge e di solito implicitamente anche a chi si ha vicino. Pertanto, quanto meno ci si incassi nella rispettiva poltrona di casa e non ci si metta alla guida per scaricare le proprie frustrazioni in sprezzo all’esistenza, salute e vita altrui. Ma come pure non ci si metta in altre cose, quali politica, istituzioni, sanità, giustizia, burocrazia, istruzione, professioni, imprenditoria, sindacato, informazione e cosiddetta società civile. La realtà infatti non è quella virtuale, dalla quale si può, in genere, quasi sempre tornare indietro, rimediare o eliminare quanto fatto. Si ritiene e si ribadisce pertanto, come anche per tanti altri aspetti, che vanno inasprite le norme e nella fattispecie del tema, nei confronti di chi guida in stato di alterazione, facendo al contempo sentire, ma questo per tutti ed ogni e qualsiasi comportamento azzardato o illecito, il timore delle pene attraverso una parallela e martellante promozione mediatica di informazione giuridica, civiltà, socialità e rispetto altrui.

Adduso Sebastiano

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