Due milioni di euro di beni sequestrati a imprenditore del ragusano

I due milioni sono stati sequestrati dalla Dia di Catania ad un imprenditore nel settore...

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I due milioni sono stati sequestrati dalla Dia di Catania ad un imprenditore nel settore del recupero e trasformazione di materie plastiche.

Due milioni di euro di beni sono stati sequestrati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catania a Raffaele Donzelli, 47 anni, imprenditore nel settore del recupero e della trasformazione di materie plastiche in provincia di Ragusa, già arrestato nel maggio del 2019 per bancarotta fraudolenta in concorso con dei familiari, è ritenuto dagli investigatori “socialmente pericoloso” in quanto contiguo all’associazione mafiosa “Dominante-Carbonaro” che opera a Vittoria in provincia di Ragusa. La sua affiliazione al clan è stata contestata nell’ordinanza di custodia cautelare dell’ottobre 2019.

Il provvedimento è stato ordinato dai Giudici della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania su proposta della Procura distrettuale e del Direttore della Dia.

Raffaele Donzelli fu arrestato a fine maggio per bancarotta fraudolenta mediante distrazione: aveva tentato di recuperare tramite i genitori, la moglie e le sorelle, rifiuti plastici non pericolosi mediante l’uso di svariate società. Aziende create ad hoc che, dopo aver accumulato enormi debiti, anche verso l’erario, venivano svuotate dei beni aziendali e delle autorizzazioni ambientali richieste e lasciate fallire o dismesse in attesa del fallimento e sostituite da altre società comunque destinate ad avere breve vita.

Del patrimonio sequestrato fanno parte due aziende che operano nel settore dell’abbigliamento, due autovetture, un motociclo, conti correnti e disponibilità bancarie.

Nel gennaio 2020 c’era stata anche una misura “ablativa” (l’ablazione patrimoniale è divenuta sanzione a pieno titolo: talora “pena principale” (art. 19, d.legisl. n. 231/2001), più spesso “pena accessoria”, addirittura anticipata alla fase delle indagini preliminari attraverso lo strumento del sequestro preventivo finalizzato alla confisca) nei confronti del padre, Giovanni Donzelli, il quale aveva avuto rapporti con la Stidda avendo assicurato rifugi e covi per i latitanti e mettendo a disposizione la propria casa per le riunioni tra gli esponenti dell’organizzazione mafiosa vittoriese e quelli appartenenti ad altri clan.

Numerosi collaboratori di giustizia avevano spiegato in che maniera il Donzelli si sarebbe arricchito utilizzando il denaro delle estorsioni gestite dal gruppo “Dominante-Carbonaro”, che, decimato dalle condanne e temendo provvedimenti restrittivi, aveva affidato il proprio “capitale” a soggetti insospettabili affinché lo reinvestissero in attività economiche apparentemente lecite.

Donzelli avrebbe reimpiegato il denaro nelle attività imprenditoriali del settore della raccolta, lavorazione e riciclaggio della plastica, nonché nel commercio di abbigliamento. In diverse conversazioni telefoniche, affermano gli investigatori, descriveva le dinamiche concorrenziali del settore nonché i metodi criminali per mezzo dei quali se ne acquisiva il controllo, estromettendo di fatto i potenziali concorrenti.

La sfrontatezza e l’arroganza di affermazioni quali “che le sue aziende avrebbero prevalso su altre rivali “, “le raccomandazioni a non fare minchiate (rivolte ad un raccoglitore di plastica) altrimenti succede la guerra !!…” erano frutto del sostegno del clan che per effetto dell’intimidazione sistematica esercitata nei confronti dei raccoglitori di materie plastiche, induceva questi ultimi a desistere dal prelevare la plastica dismessa dalle serre, sbaragliando ogni tipo di concorrenza, costretta anche a chiudere la propria catena produttiva, a vantaggio esclusivo delle aziende dei Donzelli.

Ci si era occupati l’anno passato di queste vicende nell’articolo24 Ottobre 2019 Il pentito mafioso 2.0 e l’affare del riciclo della plastica. Arrestato … La Polizia di Catania insieme a quella di Ragusa, ha arrestato quindici persone effettuando anche sequestri preventivi di aziende nel settore del riciclo plastiche. L’operazione antimafia ‘Plastic free’ è scattata in provincia di Ragusa su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania. È stata smantellata un’associazione di stampo mafioso finalizzata al traffico illecito di rifiuti.  … In manette anche due imprenditori, l’interfaccia economica della cosca riorganizzata dal pentito. E sono sequestrate cinque aziende che valgono 5 milioni di euro … lo smaltimento della plastica utilizzata per la copertura delle serre che riempiono la provincia di Ragusa. Un business milionario, sostenuto da finanziamenti pubblici a tanti zeri, perché quella plastica impregnata di fertilizzanti e pesticidi è considerata un rifiuto speciale altamente tossico, che va dunque gestito in modo particolare. Invece, spesso, i fanghi provenienti dalla pulitura delle serre finivano sottoterra … L’organizzazione era dedita al traffico di rifiuti plastici, acquisiti da imprese di raccolta e stoccaggio aventi sede nelle province di Ragusa e Catania ed esportati in Cina. Qui venivano utilizzati per la fabbricazione di scarpe, poi importate in Italia e commercializzate pur contenendo, per i Magistrati, sostanze tossiche. Adesso, nel cuore della Sicilia c’è una bomba ecologica. La Procura contesta anche il reato di traffico illecito di rifiuti, la plastica veniva poi importata al Nord Italia.  … (nel 2019 erano) finiti in carcere oltre al Carbonaro, Salvatore D’Agosta di 53 anni, Giuseppe Ingala di 36 anni, Antonino Minardi di 45 anni, Crocifisso Minardi di 53 anni, Emanuele Minardi di 71 anni, Salvatore Minardi di 45 anni, Giovanni Tonghi di 38 anni, Giovanni Donzelli di 71 anni (padre di Raffaele) e Raffaele Donzelli di 46 anni, tutti di Vittoria”.

Adduso Sebastiano

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