Contrastare ogni forma di violenza nelle strutture sportive e urbana

È l’azione intrapresa dalla Questura di Agrigento per contrastare tali fenomeni nella rispettiva provincia in...

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È l’azione intrapresa dalla Questura di Agrigento per contrastare tali fenomeni nella rispettiva provincia in occasione di competizioni.

La Questura di Agrigento, tramite la propria Divisione Anticrimine, ha intrapreso un’incisiva azione preventiva tesa a contrastare ogni forma di violenza che possa avere luogo nelle strutture sportive di tutto il territorio della provincia in occasione di competizioni calcistiche, incluse quelle dilettantistiche, e di tutte le altre attività sportive previste da federazioni, enti o organizzazioni riconosciuti dal C.O.N.I., vietando con il provvedimento “D.A.Spo.” l’accesso negli stadi, impianti e luoghi limitrofi, nonché di sosta, transito o trasporto per coloro che partecipano o assistono alle competizioni stesse, a coloro che potenzialmente possano rendersene responsabili, perché denunciati per alcune tipologie di reati, c.d. “spia”, previsti dalla normativa di riferimento.

Analoga azione preventiva la si sta intraprendendo per forme di violenza che possano consumarsi all’interno o in prossimità di esercizi pubblici o locali di pubblico trattenimento.

Ciò grazie a quegli interventi normativi susseguitisi nel tempo ed in costante evoluzione, da ultimo un decreto legge dello scorso mese di ottobre, che hanno fornito al Questore la “tool box” per contrastare fattispecie criminali che hanno luogo in determinate occasioni e contesti aggregativi di massa, che per il forte impatto che hanno sulla collettività destano elevato allarme sociale.

Infatti, l’originario decreto per la sicurezza negli stadi del 1989 nel 2014 e nel 2019 ha subito significative modifiche che hanno riguardato l’inasprimento delle pene, fino a cinque anni di divieto di accesso negli impianti sportivi per il DASpo (acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) semplice e dieci per i recidivi, ma anche l’estensione del citato provvedimento a coloro che negli ultimi cinque anni si sono resi responsabili di diverse fattispecie di reato, tra cui rissa, spaccio di droga, rapina, estorsione e porto abusivo di armi e strumenti idonei all’offesa alla persona, appunto i reati “spia” che denotano una potenziale pericolosità in capo al soggetto che se ne è reso responsabile, commessi anche al di fuori dei luoghi in cui si tengono le competizioni e luoghi limitrofi e di transito, essendo peraltro sufficiente a loro carico una semplice denuncia o una condanna non definitiva.

Con decreto legge emanato lo scorso mese di ottobre il Questore può ora imporre il divieto di accesso, da sei mesi a due anni, negli esercizi pubblici o locali di pubblico trattenimento, pure a quei soggetti che negli ultimi tre anni sono stati denunciati o condannati, anche non definitivamente, perché resisi responsabili di reati contro la persona ed il patrimonio, o reati aggravati da motivi razziali, e da uno a cinque anni per spaccio di stupefacenti, avvenuti all’interno o in prossimità degli esercizi pubblici o locali di pubblico trattenimento che gli vengono interdetti.

Non a caso, motivo dell’emanazione del citato decreto è stata la barbara uccisione del povero Willy Morteiro Duarte, avvenuta lo scorso mese di settembre a Colleferro, in provincia di Frosinone, da cui il nome appunto di DASpo o anche D.A.C. Ur. “Willy”*.

Andando ora ai risultati conseguiti, dallo scorso mese di ottobre nella provincia di Agrigento ad oggi, sono stati irrogati ben 81 DASpo sportivi e 21 D.ASpo con divieto di avvicinamento a determinati esercizi pubblici ove si sono verificate risse.

Per quanto concerne l’irrogazione dei DASPO che vietano l’accesso ad eventi sportivi si citano, a titolo di esempio, quelli originati da risse avvenute la scorsa estate, due nel comune di Sciacca in date 29 giugno e 24 luglio 2020, che hanno visto come protagoniste, rispettivamente, sette e cinque persone, anche donne, altra in Licata il giorno 17 maggio u.s., cinque persone coinvolte, uomini e donne, tra cui minorenni; ulteriori in Raffadali, il giorno 20 settembre, tre individui, e Santa Margherita Belice, il giorno 10 ottobre, tre individui.

Altri DASPO sono stati irrogati per spaccio di droga, rapine ed una estorsione commessa da un parcheggiatore abusivo ai danni di un utente lo scorso 16 settembre nel comune di Canicattì.

Per quanto riguarda il divieto di avvicinamento ad esercizi pubblici si cita, tra i più recenti, l’interdizione tramite D.A.Spo (o D.A.C.Ur.) a tre soggetti resisi responsabili lo scorso 10 ottobre di una rissa presso un bar tabacchi sito nel comune di Santa Margherita Belice.

* D.L. 130/2020 (PDF G.U. 21 ottobre 2020, n. 261) La modifica apportata dall’art. 10 del provvedimento in questione, al reato di rissa ex art. 588 c.p. è in risposta alla “recrudescenza di fenomeni criminosi” (il riferimento, verosimilmente, è alla triste vicenda di Willy Duarte), il decreto rivede la cornice edittale del reato, innalzando al primo comma (da 309) a 2000 euro il limite edittale massimo della multa per chi vi partecipi. Al comma secondo, che disciplina l’ipotesi in cui nel corso della rissa taluno rimanga ucciso o riporti lesioni personali, la cornice edittale della reclusione per i partecipanti – in precedenza fissata tra tre mesi e cinque anni – viene oggi innalzata e ricompresa tra sei mesi e sei anni.

Adduso Sebastiano

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