Indagato nel procedimento sulle stragi del 1993 a Firenze. Si è appreso a Palermo

Silvio Berlusconi è indagato nel procedimento aperto dalla Procura di Firenze sulle stragi mafiose del...

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Silvio Berlusconi è indagato nel procedimento aperto dalla Procura di Firenze sulle stragi mafiose del 1993. La notizia si è appresa a Palermo.

Silvio Berlusconi è indagato nel procedimento aperto dalla Procura di Firenze sulle stragi mafiose del 1993 a Firenze in Via dei Gergofil. Fu un attentato terroristico-mafioso compiuto da Cosa nostra nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993 tramite l’esplosione di un’autobomba in via dei Georgofili a Firenze, nei pressi della storica Galleria degli Uffizi. L’esplosione dell’autobomba imbottita con circa 277 chilogrammi di esplosivo provocò l’uccisione di cinque persone: i coniugi Fabrizio Nencioni (39 anni) e Angela Fiume (36 anni) con le loro figlie Nadia Nencioni (9 anni), Caterina Nencioni (50 giorni di vita) e lo studente Dario Capolicchio (22 anni), nonché il ferimento di una quarantina di persone. Tale attentato venne inquadrato nella scia degli altri attentati del 1992-1993 che provocarono la morte di 21 persone (tra cui i giudici Falcone e Borsellino) e gravi danni al patrimonio artistico.

Le indagini ricostruirono l’esecuzione della strage di via dei Georgofili in base alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Pietro Carra, Vincenzo e Giuseppe Ferro, Salvatore Grigoli, Antonio Calvaruso, Pietro Romeo e Vincenzo Sinacori. Nel 1998 Giuseppe Barranca, Gaspare Spatuzza, Cosimo Lo Nigro, Francesco Giuliano, Giorgio Pizzo, Gioacchino Calabrò, Vincenzo Ferro, Pietro Carra e Antonino Mangano vennero riconosciuti come esecutori materiali della strage nella sentenza per le stragi del 1993[1]. Nel 2008 Spatuzza iniziò a collaborare con la Giustizia e confermò le sue responsabilità nell’attentato di via dei Georgofili.in particolare, Spatuzza dichiarò che la strage venne pianificata durante una riunione in cui erano presenti lui, Barranca e Giuliano insieme ai boss Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro e Francesco Tagliavia (capo della Famiglia di Corso dei Mille), i quali decisero l’obiettivo da colpire attraverso dépliant turistici; inoltre Tagliavia finanziò anche la “trasferta” a Firenze per compiere l’attentato. In seguito alle dichiarazioni di Spatuzza, nel 2011 la Corte d’assise di Firenze condannò Tagliavia all’ergastolo.

Sempre sulla base delle dichiarazioni di Spatuzza, nel 2012 la Procura di Firenze dispose l’arresto del pescatore Cosimo D’Amato, cugino di Cosimo Lo Nigro, il quale era accusato di aver fornito l’esplosivo, estratto da residuati bellici recuperati in mare, che venne utilizzato in tutti gli attentati del 1992-1993, compresa la strage di via dei Georgofili. Nel 2013 D’Amato venne condannato all’ergastolo con il rito abbreviato dal Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) di Firenze. Sempre nel 2013 l’Associazione tra i familiari delle vittime della Strage di via dei Georgofili, presieduta da Giovanna Maggiani Chelli, è ammessa come parte civile al processo sulla Trattativa Stato-mafia ed è rappresentata da Danilo Ammannato in qualità di avvocato. Il 20 maggio del 2016, da alcuni stralci delle motivazioni depositate dalla seconda Corte d’Assise di Appello di Firenze nel processo contro Tagliavia, si evince che “Lo Stato – avviò una trattativa con Cosa nostra”, che “indubbiamente ci fu e venne quantomeno inizialmente impostata su un do ut des” per interrompere la strategia stragista di Cosa nostra. E “l’iniziativa – precisano – fu assunta da rappresentanti dello Stato e non dagli uomini di mafia”.

Adesso la notizia dell’indagine a carico di Berlusconi si è appresa a Palermo. I legali di Berlusconi, hanno depositato alla Corte d’Assise d’Appello, la certificazione da cui risulta che l’ex premier è indagato a Firenze.

Gli avvocati Coppi e Ghedini che assistono l’ex premier, dopo la citazione a deporre del loro assistito da parte dei difensori di Dell’Utri nel processo sulla trattativa Stato mafia, avevano chiesto alla Corte d’Assise d’Appello di Palermo di definire in quale veste giuridica sentirlo, se come teste o indagato di reato connesso, stato questo che gli consentirebbe di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il nodo è stato sciolto dagli stessi avvocati dell’ex premier che si sono informati con i Pm fiorentini.

È un atto dovutol’iscrizione di  Silvio Berlusconi nel registro degli indagati nell’ambito di un procedimento per le stragi di mafia del 1993 a Firenze, Roma e a Milano. È quanto si apprende da fonti della Procura di Firenze, a proposito della certificazione depositata questa mattina nella cancelleria della seconda sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo, che sta celebrando il giudizio di secondo grado sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.

La Procura di Firenze, guidata dal Procuratore Giuseppe Creazzo, ha riaperto le indagini diversi mesi fa dopo aver ricevuto da Palermo le intercettazioni dei colloqui in carcere del boss di Cosa nostra Giuseppe Graviano, effettuate sempre nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.

All’indomani della trasmissione delle nuove carte da Palermo, i Magistrati avevano ottenuto dal Giudice delle Indagini Preliminari (GIP) la riapertura del fascicolo archiviato nel 2011 e avevano delegato nuovi accertamenti alla DIA (Direzione Investigativa Antimafia).

“A seguito della trasmissione delle intercettazioni” spiegano le stesse fonti del Palazzo di Giustizia di Firenze “come atto dovuto vi è stata una riapertura delle indagini” che coinvolgono pure Dell’Utri, a carico di Berlusconi, come mandate delle stragi mafiose.

Le fonti della Procura fiorentina precisano inoltre che la nuova iscrizione dell’ex presidente del Consiglio nel registro degli indagati è avvenutaal solo scopo di fare le dovute verifiche che ancora non sono concluse”.

C’è intanto la rabbia della moglie di Marcello Dell’UtriPerchè Berlusconi non testimonia? E’ in gioco la vita di Marcello” dichiara Miranda Dell’Utri all’AdnKronos “Sorpresa, rabbia, incredulità e una grandissima amarezza” sono gli stati d’animi dell’entourage di Dell’Utri, perché sia i legali che la famiglia contavano sulla deposizione di Berlusconi che sarebbe stata fondamentale sulle minacce allo stesso ex premier.

Adduso Sebastiano

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