Fratturavano gambe e braccia per truffare le assicurazioni, arresti a Palermo

Reclutavano le vittime fra i poveri e tossicodipendenti e inscenavano falsi incidenti. In manette anche...

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Reclutavano le vittime fra i poveri e tossicodipendenti e inscenavano falsi incidenti. In manette anche un avvocato, centinaia gli indagati.

Gente disposta a farsi fratturare una gamba o un braccio, in qualche caso a farsi anche procurare danni irreversibili, con l’amputazione di un arto. Tutto per un tozzo di pane, 3-400 euro e la promessa di altri soldi, che però non arrivavano mai. Mentre le assicurazioni pagavano risarcimenti cospicui per incidenti del tutto inventati.

La banda sgominata dalla Squadra mobile di Palermo reclutava le proprie vittime “Vi diamo l’opportunità di guadagnare qualcosa”, dicevano gli uomini del clan, ma in cambio pretendevano di procurare danni fisici pesantissimi. Si cercavano soprattutto giovani e donne per inscenare falsi incidenti. “Così i risarcimenti sono più alti”, spiegavano. Offrivano 300 euro per una gamba da fratturare, quattrocento per un braccio. “Non sentirai niente”. Invece, utilizzavano spranghe, dischi di ghisa o di ferro che si applicano ai bilancieri delle palestre, blocchi di cemento e anestetici di scarsa qualità.

C’era così chi doveva camminare per mesi con l’aiuto delle stampelle e chi finiva sulla sedia a rotelle per mesi. E chi, come Hadry Yakoub, un giovane tunisino di 22 anni, perse la vita. Era il 9 gennaio 2017 quando in via Salemi, a Brancaccio, Yakoub fu ritrovato senza vita sul ciglio della strada, un incidente, si ipotizzò, causato da un pirata che poi era fuggito. Il migrante era privo di documenti e ci vollero un paio di giorni per identificarlo. Lo fece la compagna e fu eseguita l’autopsia, che non convinse affatto né gli investigatori della Mobile, diretta da Rodolfo Ruperti, né il Pm Gianluca De Leo.

Partirono analisi dei tabulati dei cellulari, intercettazioni e pedinamenti, si scoprì così un mondo fatto di diseredati disposti a tutto. Alcuni di loro vennero individuati e, interrogati, ammisero i fatti. C’erano due bande a Palermo che reclutavano tra i disperati della città, quali disoccupati, gente che aveva perso il lavoro, tossicodipendenti, alcolisti, migranti, disposti anche a farsi mutilare pur di racimolare qualcosa per vivere.

La Procura ha disposto due provvedimenti di fermo urgente. Le squadre mobili di Palermo e Trapani hanno arrestato 34 persone, altre 8 sono state bloccate dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza e dalla Polizia penitenziaria. Nella lista dei fermati, ci sono un avvocato, una praticante e alcuni periti assicurativi.

Un maxi operazione, coordinata dai procuratori aggiunti Sergio Demontis ed Ennio Petrigni, per bloccare una lunga catena di orrori. Sono circa sessanta le mutilazioni emerse nel corso delle intercettazioni. E i due gruppi erano parecchio agguerriti. Obiettivo, arraffare quanti più risarcimenti dalle compagnie assicurative, cifre che non andavano mai ai disperati che si facevano fratturare braccia e gambe, nonostante le promesse; tutto veniva incassato dai vertici delle due organizzazioni.

La Finanza ha scoperto che uno dei capi andava in giro in Porsche e aveva acquistato pure un fuoribordo. Mentre la rete dei complici si allargava sempre più. Sono in atto 250 gli indagati di questa inchiesta sulla maxitruffa alle assicurazioni.

L’opinione.

Che dei meri criminali possano inventarsi da soli innumerevoli truffe in tutti i settori della nazione, è chiaramente impensabile, poiché oggi occorrono competenze legali, burocratiche, mediche, informatiche, ecc. La verità, la realtà che non si riesce quasi neppure ad accennare in questa ipocrita e corrotta Italia, è che c’è tutto un substrato sempre più consistente di professionisti deviati, ingordi, sprezzanti, misantropi, interiormente delinquenti, mimetizzati e protetti nei loro rispettivi Ordini professionali, collegati ad ambienti di ogni genere, giuridici, civili e delittuosi. Queste zone grigie vanno forzosamente rivedute se non anche cancellate. Occorre urgentemente rivedere le leggi, in modo chiaro, serio, poco interpretabile, efficace, che siano certe e severe, per tutti nessuno indenne, per ripulire questa Nazione dal decennale e risaputo generale marciume mentale, a tutti i livelli e in tutti i campi. E ciò prima che irreversibilmente, così continuando come da anni, questa cultura mistificatrice, prezzolata e illegale, ci contagi tutti e soprattutto i nostri ragazzi, come purtroppo sta di tutta evidenza accadendo visti anche gli innumerevoli esempi e retorici insegnamenti offerti dagli adulti. Come ci hanno ridotti: umiliati, svuotati, bisognosi, assoggettati, depressi, sviliti, disperati, in Sicilia (ma direi anche in Italia da quanto mi scrivono diversi contatti) decenni di trasversale politica interiormente costituita da mafiosità e mercimonio incarnati.

Adduso Sebastiano

 

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