Capizzi (ME), una festa privata a Nicosia (EN) diffonde contagi e morte da Covid-19 in paese

«La situazione è precipitata – ha fatto sapere il sindaco di Capizzi tanto da comunicarlo...

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«La situazione è precipitata – ha fatto sapere il sindaco di Capizzi tanto da comunicarlo al Prefetto ed al Questore.

Ha avuto conseguenze nefaste il party illegale con oltre 150 partecipanti organizzato durante le feste di Natale in un locale a Nicosia, in provincia di Enna. L’evento si è trasformato in un focolaio di Covid, con 58 invitati risultati positivi. Provengono tutti da Capizzi, un piccolo centro di meno di tremila abitanti sui Monti Nebrodi (Messina). Altre 26 persone sono in attesa dei risultati del tampone.

Ieri, un nuovo decesso (un uomo di 68 anni) è stato registrato nel paese e così l’allarme si diffonde. Preoccupato quindi per il focolaio Covid 19, il sindaco di Capizzi (Messina), che fa parte dell’Asp di Enna, lancia l’ennesimo appello ai suoi concittadini, avvisando che se necessario richiederà l’istituzione della “zona rossa”.

“La situazione è precipitata – ha detto il sindaco di Capizzi Leonardo Principato Trosso – ed ho comunicato alla Prefettura ed al questore di Messina la necessità, per quanto possibile, di potenziare i controlli per individuare le violazioni ai divieti. Chi non ha rispettato e non rispetta i divieti non può mettere a rischio una intera comunità. Ho comunicato la situazione all’assessorato regionale alla Salute e, se la situazione dovesse aggravarsi, sarà inevitabile richiedere l’istituzione della zona rossa”.

L’opinione.

Ma che cosa implica (anche da meri cittadini poiché non è necessario infatti essere dei luminari) leggersi qualcosa generica in un sito scientifico oppure guardarsi dei documentari tra un trash e l’altro. Si apprenderebbe ad esempio che nei millenni sono scomparsi intere comunità (oggi rinvenute grazie all’archeologie moderna) ed una delle cause, si ritiene da qualche tempo, sarebbero state delle virulente epidemie. D’altra parte è noto che i cosiddetti “Conquistadores” (termine spagnolo e portoghese comunemente usato per riferirsi ai soldati, agli esploratori e agli avventurieri che portarono gran parte delle Americhe sotto il controllo dell’impero coloniale spagnolo tra il XV e il XVII secolo) più che con le armi espugnarono il “nuovo mondo” apportando sconosciute malattie per quei popoli che li decimarono. Da circa un secolo ed in crescendo, grazie alla scienza moderna, possiamo fare fronte a questa “guerra” in cui noi umani, come d’altra qualsiasi altro essere vivente, siamo per i virus degli incubatori, tanto più oggi che l’umanità continua a ridurre se non persino a cancellare l’habitat naturale e la fauna in precedenza luoghi ed esseri ove i virus si riproducevano ed erano più relegati. In carenza, la popolazione umana diventa la loro nuova globale nurse. Certo è difficile accettare per noi esseri umani, pensatori anche dell’infinito, che la vita reale è pure questa delle pandemie e non quanto di etereo ci raccontiamo da millenni. Ma andrebbe bene anche così se non fosse che sfidare troppo la cosiddetta Natura non sembra sia da pensatori.

Adduso Sebastiano

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