Arrestati per truffa: primario, caposala, infermiere e informatore sanitario

Un primario, 2 infermieri e un informatore sanitario sono stati arrestati a Palermo per truffa....

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Un primario, 2 infermieri e un informatore sanitario sono stati arrestati a Palermo per truffa. Fatturato più di quanto utilizzavano per gli interventi.

Un primario, 2 infermieri e un informatore sanitario sono stati arrestati a Palermo per truffa nell’ambito di un’indagine dei Carabinieri del Nas. Agli arresti domiciliari insieme al direttore dell’unità complessa di Neurochirurgia dell’ospedale Civico di Palermo, Natale Francaviglia, sono finiti anche gli infermieri Santo Montemurro e Michele Bruno e l’agente di commercio della società Servizi Medicali srl Francesco Tarallo. Sono accusati di truffa aggravata continuata e falsità ideologica aggravata continuata.

Il provvedimento è stato emesso dal Gip Maria Cristina Sala. Le indagini sono coordinate dal Procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal Pm Laura Siani. L’inchiesta riguarda l’utilizzo di protesi mediche e di ricoveri in ospedale. Complessivamente nell’inchiesta sono coinvolti 15 indagati tra medici e infermieri.

Per i quattro arrestati, e per Carmelinda Lombardo, infermiera, e Gianmarco Randazzo, amministratore della società che forniva il materiale chirurgico, il Gip ha pure ordinato il sequestro preventivo per equivalente di 43.724 euro che sarebbe la somma erogata dall’azienda ospedaliera Civico per protesi e altro materiale contabilizzato in eccesso quale profitto della truffa. Gli episodi oggetto dell’inchiesta sarebbero stati commessi, dice l’accusa dal 2013 al 2016.

Le indagini, scrive il Gip, sono cominciate nell’ottobre 2015 dopo la nota di servizio di un Carabiniere secondo cui una fonte confidenziale gli aveva riferito di presunte truffe al Ssn (Servizio sanitario nazionale). Sono stati controllati i registri relativi a placche, viti e frese utilizzate negli interventi. I numeri tra acquisti e utilizzo non coincidevano. E i registri sarebbero stati anche modificati. Su 300 interventi eseguiti dal 2013 al 2016, ne sono stati presi a campione 40.

Secondo il Nas la truffa alla sanità è nata anche in complicità con i vertici della società Servizi Miedicali srl di Palermo che si era aggiudicata una parte dell’appalto per la fornitura dei presidi ospedalieri per gli interventi.

“Il perito di Polizia giudiziaria dall’analisi delle Tac – dice il comandante del Nas Palermo Giovanni Trifiròin alcuni casi, ha notato anche la mancanza di dispositivi nel corpo del paziente. Come affermato anche da alcuni medici, sentiti nel corso delle indagini, non era necessario ripetere il taglio del cranio, come scritto nelle relazioni”.

A Francaviglia è stato anche contestato di aver inserito con priorità, grazie alla complicità di parte dei medici e infermieri del suo staff, decine di pazienti, visitati a pagamento nello studio privato, nell’agenda dei ricoveri della struttura pubblica. E si legge nell’ordinanza del Gip “conseguendo ingiusti vantaggi economici derivanti dall’attività svolta in regime di extramoenia, con danno all’azienda ospedaliera di appartenenza, tenuta all’erogazione del servizio di assistenza sanitaria a soggetti in realtà non legittimati”.

Adduso Sebastiano

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