Sesto Fiorentino. Cinesi in rivolta per impedire le ispezioni nelle loro attività

Questa mattina i carabinieri hanno arrestato per resistenza a pubblico ufficiale il titolare dell’impresa di...

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Questa mattina i carabinieri hanno arrestato per resistenza a pubblico ufficiale il titolare dell’impresa di Sesto Fiorentino, alla periferia di Firenze, dove l’Asl stava svolgendo i controlli, e che avrebbe tentato di impedire l’ispezione e un altro connazionale, che dopo i primi disordini nel capannone, avrebbe cercato di impedire l’uscita di mezzi e ambulanze bloccando il cancello e aprendo il portellone di una delle ambulanze.

Il giudice ha convalidato l’arresto dei due cinesi. Nei loro confronti è stato disposto l’obbligo di  firma per i reati di resistenza e lesione a pubblico ufficiale. La data del processo è stata fissata per il prossimo 26 luglio.

Un gruppo di manifestanti cinesi intanto, meno di un centinaio, si sono riuniti davanti al palazzo di giustizia a Firenze dov’era in corso il processo per direttissima per due connazionali arrestati durante i tafferugli avvenuti a Sesto Fiorentino. I cinesi, da stamani,  si sono prima radunati all’interno del palazzo di giustizia fuori dall’aula dove si doveva tenere la direttissima, poi la maggioranza è uscita fuori dal tribunale dando vita ad un presidio nel corso del quale hanno issato uno striscione con le loro firme e la scritta “La legge è uguale per tutti, vogliamo giustizia”.

“Un controllo della Asl in un’azienda cinese a Sesto Fiorentino provoca una rivolta e scontri con le forze dell’ordine. Sia chiaro: il progetto della Regione Toscana per la sicurezza sul lavoro andrà avanti”, ha commentato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi su Facebook, dopo la rivolta dei cinesi, di mercoledì 29, contro i controlli nelle loro fabbriche previsti da un apposito piano regionale per garantire sicurezza e legalità. “Nè per la sicurezza, nè per l’ambiente, nè per le tasse devono essere consentite aree di illegalità – aggiunge Rossi -. Eguali nei diritti e nei doveri. Chi ha sbagliato dovrà pagare”.

Per Lorenzo Falchi afferma, sindaco di Sesto Fiorentino “Quanto accaduto desta grandissima preoccupazione. Incontrerò a breve il Prefetto e intendo vedermi al più presto col Console cinese per capire come superare, attraverso una leale collaborazione, questo momento di difficoltà e ricostruire un rapporto di fiducia tra la comunità cinese, le forze dell’ordine, le istituzioni. Su un punto, però, è necessario essere chiari: sul rispetto delle regole e della legalità, specie nei luoghi di lavoro, siamo e saremo irremovibili”.

Dario Nardella, sindaco di Firenze, condanna l’accaduto, affermando che “non sono ammissibili zone franche dove lo stato di diritto non viene rispettato e non viene fatto rispettare perchè se noi non garantiamo, aiutando le forze dell’ordine, e lavorando ad un modello di convivenza, la legalità, allora non c’è spazio per l’integrazione”.

vivicentro.it/nord/cronaca –  Agenpress – Sesto Fiorentino. Cinesi in rivolta per impedire le ispezioni nelle loro attività

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