Un altro flop sociale di una manifestazione per le abbandonate autostrade siciliane

Una manifestazione organizzata dal centrodestra seppure al Governo siciliano c’è quest’ultimo, ha visto ancora un...

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Una manifestazione organizzata dal centrodestra seppure al Governo siciliano c’è quest’ultimo, ha visto ancora un numero sparuto di partecipanti.

Vivicentro si era occupato di una precedente manifestazione sociale contro il degrado in cui versano le autostrade siciliane, come pure della frana sulla A18, in prossimità di Letoianni in provincia di Messina, che giace lì da cinque anni obbligando al doppio senso di circolazione per aggirarla “20 Gennaio 2020 Manifestazione per la frana di Letoianni (ME). Video interviste e interventi”.

Adesso, il 24 gennaio e stavolta in piazza Unione Europea innanzi la Municipio di Messina e con tanto di Sindaco Cateno De Luca presente, c’è stata un’altra manifestazione, stavolta organizzata dal centrodestra con anche noti esponenti di quest’ultimo tra i quali, oltre al predetto primo cittadino, anche un assessore di Sant’Alesso Siculo (ME) Saro Trischitta che qualche mese addietro il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci definiva come suo “fratello. Insomma una sorta di manifestazione politico-sociale, dove però ad organizzare sono di fatto pure i seguiti elettorali di coloro che dovrebbero decidersi (il Governo Regionale siciliano di centrodestra) nonché doverosamente operare.

Tra gli organizzatori della manifestazione, oltre ad un attivista dei Cinque Stelle, Guglielmo Trusso di Giardini Naxos (ME) che era pure tra i promotori della analoga manifestazione del 20 gennaio, era anche presente un’altra pagina Facebook con 5000 iscritti il cui amministratore nella sua dichiarazione biasima i concittadini “La gente preferisce lamentarsi solo sui social – spiega Francesco Puglisi – ci aspettavamo maggiore adesione per un problema che riguarda la sicurezza di tutti. È inaccettabile, dobbiamo farci il segno della croce tutte le volte che si utilizza l’autostrada. Protestiamo contro l’inefficienza del Cas che non è in grado neanche di sistemare un palo di segnalazione caduto lo scorso giugno. Si viaggia in condizioni pessime e paghiamo pure il pedaggio”.

Sulla questione autostrade siciliane e Cas, la deputata alla Camera Angela Raffa dei Cinque Stelle, insieme ad altri colleghi, ha condotto dal primo momento della sua elezione una battaglia per la revoca delle concessioni al citato Consorzio Autostradale Siciliano, come riportato in un nostro articolo “30 Gennaio 2019 Dieci parlamentari chiedono al Ministro Toninelli di revocare in Sicilia la concessione al Cas” e che però non sembra una questione giuridica di così agevole come faceva apparire in questa ultima manifestazione del 24 gennaio un partecipante.

Revoca e decadenza della concessione a quel carrozzone di inefficienza chiamato Consorzio per le Autostrade Siciliane (Cas)dichiarava il 26 settembre 2019 Angela RaffaSi è dimostrato incapace di gestire una rete autostradale (per limiti anche organizzativi e di natura giuridica, di ente non economico). Poi, per favore, basta prendersi in giro con le richieste di ulteriori proroghe sulle migliaia di inadempienze e ritardi. Il tempo delle scuse è finito. Non accennate nemmeno a quella schifezza che è il progetto di fusione (con l’Anas). Ci avete preso per scemi? E’ solo l’ennesimo modo per fare pagare i debiti, fatti da una classe dirigente imbelle e vigliacca, alle giovani generazioni, posticipandoli nel tempo. Il Cas è sommerso di debiti. Qual è la geniale pensata che hanno fatto alla Regione? Lo fondiamo con Anas e posticipiamo i debiti. Un giorno i nostri figli li pagheranno o tramite aumenti delle tariffe (che affonderanno ancora di più l’economia siciliana), o con l’ennesimo scandalo, di cui nessuno pagherà le colpe, mentre i soldi dei cittadini dovranno coprire i buchi nei bilanci”.

L’opinione.

Ieri sera nella trasmissione di una delle tre reti di una emittente nazionale privata notoriamente vicina al centrodestra, gli ospiti dicevano con tono ironico che, in Italia cambia tutto per non cambiare nulla in quanto i cittadini ce ne siamo ormai fatti una ragione, assuefacendoci (in Sicilia ci siamo assuefatti anche per bisogno, necessità, timore e sopravvivenza). Insomma, l’opinione di molti italiani (e soprattutto di siciliani) verso noi stessi, è simile a quella che si può avere di una mandria mugolante, ritenendoci pertanto senza consapevolezza intellettuale se non anche dignità umana, quindi solo buoni (o buoi) per dare latte carni e pelli ai nostri trasversali forzosi (costituzionali) oppressori ed estorsori fiscali di sempre. E quel che è peggio, ci siamo talmente accostumati alla annosa collettrice pubblico-politica-giuridica di questa Penisola (e anzitutto siciliana) che non ci facciamo neanche più scrupoli se probabilmente a patire in modo ancora più pesante saranno in futuro i nostri ragazzi. In Sicilia peraltro questo già avviene, tanto che l’emigrazione di artigiani, imprenditori e particolarmente giovani che possono e vanno via, è nell’ordine di circa duecentomila persone negli ultimi dieci anni, in pratica quasi una città come Messina. Ma come se ne esce civilmente da questo suppurato contesto ?

Adduso Sebastiano

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