Pensionato di Messina trova bfp per 1,5 milioni … sarebbe una bufala

La notizia, riportata da siti nazionali con tanto di nome e residenza del pensionato di...

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La notizia, riportata da siti nazionali con tanto di nome e residenza del pensionato di Messina e dei suoi avvocati di Roma, appariva veritiera.

In effetti avevamo inizialmente pensato che quanto riportato da Tgcom24 potesse non essere fondato, tanto che nell’incertezza nel nostro articolo si era indicato il relativo link del predetto giornale nazionale online (e anche Tg nazionale) che aveva diffuso la vicenda.

Tuttavia essendo indicato nel citato link, non solo il nome del pensionato come pure dov’era nato e la residenza, ma anche il nome e cognome dei suoi avvocati di Roma che ne starebbero seguendo l’iter giudiziario per la riscossione dei buoni fruttiferi, appariva arduo non crederlo veritiero. Però avendo qualche perplessità, nel nostro articolo volutamente non si erano citati i predetti nomi e cognomi seppure riportati in altre note testate.

Ora, siccome il dubbio è rimasto, si è approfondito. E da Investire Oggi si apprende che i buoni fruttiferi postali hanno una scadenza e oltre quella non genera più frutti. Ma molto più importante hanno un termine oltre il quale non sono più esigibili:

<<I bfp di Poste Italiane, come già comunicato, sono dei titoli sicuri che garantiscono sempre la restituzione del capitale versato. Quest’ultimo, infatti, può essere ritirato in qualsiasi momento al netto delle ritenute fiscali. Il problema sorge con gli interessi: essi possono essere ritirati solo dopo un determinato periodo di tempo a seconda del buono che si è sottoscritto. La scadenza è il termine ultimo oltre il quale il buono non produce più interessi e in gergo tecnico si dice che diventa “infruttifero”. Ovviamente la scadenza varia a seconda della tipologia del buono che si deciderà di sottoscrivere. La prescrizione, invece, indica che da quel momento in poi il buono non potrà essere più rimborsato. Essa decorre dal giorno di scadenza del buono. Ad esempio se il buono è di dieci anni ed è stato sottoscritto nel 2010 andrà in prescrizione nel 2020 per cui non si potranno più recuperare le somme (interessi e capitale investito).

Per quanto concerne il rimborso del buono, infine, le Poste comunicano che il cliente, oltre ad esibire il titolo, dovrà anche mostrare la propria carta di identità o patente insieme al codice fiscale. Si ricorda che i bfp sono nominativi per cui non potranno essere ceduti a terze persone. Essi dovranno essere ritirati dagli interessati o almeno da uno di essi in quanto l’incasso non potrà essere prelevato dai delegati>>.

Insomma, più che una lezione a non prendere sempre per dimostrato ciò che scrivono blasonate testate e siti nazionali, questa vicenda è significativa di come si possano diffondere informazioni e fatti non fondati, che peraltro non è poi così scontato accertare.

Sicché ci si domanda con inquietudine se ciò non accade pure con altrettanti e più importanti annunci e avvenimenti, specialmente quando le testate o siti sono allacciati a partiti, fazioni, personaggi e in generale al consolidato annoso sistema politico, istituzionale, economico, mediatico, ecc.

Da queste pagine si riconosce nella fattispecie l’errore poiché ci si sforza di essere indipendenti e dalla parte di noi cittadini.

Adduso Sebastiano

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