Lo Spi-Cgil: la pandemia ha aggravato la sanità pubblica, bisogna agire subito

Lo Spi-Cgil, sindacato pensionati italiani, denuncia che gli effetti negativi della pandemia allungano le attese per visite o esami clinici

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Durante la conferenza stampa indetta oggi a Messina presso il Salone Cgil di via Peculio Frumentario – presenti: lo SPI CGIL con il segretario generale Gaetano Santagati; Federconsumatori con il presidente Giuseppe Abate; Cittadinanzattiva con la responsabile Angela Rizzo; Donare è vita con il responsabile Gaetano Alessandro; Tutela diritti cittadini europei con il responsabile Franco Previti; – il segretario generale del Sindacato pensionati italiani (Spi) Gaetano Santagati ha affrontato il problema della sanità pubblica, la cui condizione già notoriamente precaria è peggiorata durante la pandemia.

La pandemia da Covid 19 ha aggravato sensibilmente la già precaria situazione della sanità pubblica – ha esordito il segretario generale dello SPI messinese – messa sotto pressione dalla lunga e gravissima emergenza epidemiologica che ha richiesto l’adozione di interventi e provvedimenti volti in primo luogo a far fronte alle urgenze dettate dalle misure antivirus.

Tutto ciò ha purtroppo avuto inevitabili conseguenze anche per quel che riguarda il servizio offerto dalle strutture sanitarie a pazienti con patologie non legate alla pandemia, i quali hanno dovuto subire ritardi e disservizi spesso non compatibili con la necessità di cure adeguate e indifferibili.

Lo Spi-Cgil: la pandemia ha aggravato la sanità pubblica, bisogna agire subito  

Oggi – ha spiegato il segretario dello Spi di Messina – gli effetti negativi di tale situazione si riverberano in primo luogo sull’accrescimento (anche rispetto ad una già non accettabile pregressa condizione), dei tempi di attesa per visite specialistiche o esami clinici, che superano di gran lunga i tempi dettati dalla normativa nazionale e che rendono difficoltoso l’accesso alle cure.

Più in generale, la situazione che si è venuta a creare ha determinato una progressiva dilatazione dell’area della spesa privata per la copertura dei costi delle prestazioni e, nello stesso tempo, l’incremento dei tempi di attesa per l’accesso alle prestazioni pubbliche

L’onere della compartecipazione alla spesa dei servizi del Servizio Sanitario Nazionale e le inefficienze che portano ad allungare le liste d’attesa hanno incentivato lo sviluppo di un’offerta privata di servizi spesso concorrenziale con quella pubblica, tanto per il costo quanto per i tempi di risposta.

In altre parole la Sanità privata ha trovato un suo specifico posizionamento derivante dalle inefficienze del pubblico.

Per quel che riguarda specificamente la situazione locale – ha continuato Santagati – occorre evidenziare come l’ASP di Messina, in recepimento delle direttive date dal governo nazionale in materia di liste d’attesa con la L. 126/2020 e dal governo regionale attraverso il D.A. n. 1103/2020, ha adottato il “Piano Operativo Aziendale per il recupero delle prestazioni da ricovero, ambulatoriali e di screening non garantite a causa del lockdown per l’ingravescente diffusione dell’epidemia da virus SARSCOV2 e contestualmente la riduzione delle liste d’attesa”.

Nel prendere atto del citato provvedimento, non si può tuttavia non rilevare come lo stesso (con le relative risorse economiche stanziate per la sua realizzazione) abbia efficacia annuale, limitata al 2021.

Ne consegue pertanto che la problematica relativa alle liste d’attesa non troverà attraverso detto provvedimento una sua definitiva soluzione, se non per il recupero dei ritardi accumulatisi causa pandemia e che occorre invece intervenire in maniera sostanziale su un disservizio che reca pesanti disagi agli utenti.

A tal fine, risulta indispensabile, ad avviso delle scriventi associazioni:

1) l’individuazione di risorse finanziarie stabilmente destinate alla riorganizzazione degli uffici a ciò riservati;

2) l’effettuazione di un costante monitoraggio delle prestazioni offerte dalle varie strutture sanitarie, del numero e del genere di richieste di assistenza ricevute in riferimento alle patologie lamentate e della dotazione organica di ogni struttura, così da verificare il livello di efficienza e funzionamento delle modalità di raccolta delle prenotazioni e dell’attività delle singole unità in relazione ai tempi di attesa;

3) far sì che la procedura di prenotazione tenga conto delle singole specificità delle richieste, venendo incontro alle esigenze degli utenti più deboli o disagiati. Così, ad esempio, nel caso di richiesta di assistenza per una specialità in cui vi sia un elevato numero di prenotazioni, è necessario che l’utente non venga indirizzato a strutture localizzate nell’intera provincia, con evidente disagio o anche impossibilità di raggiungerle, ma che gli venga resa disponibile un’assistenza presso strutture private convenzionate site nel distretto socio sanitario di residenza dello stesso;

4) Sottoporre a costante verifica e confronto le prestazioni svolte attraverso l’assistenza pubblica rispetto a quelle realizzate intramoenia, al fine di non consentire sbilanciamenti a favore di queste ultime.

Lo Spi-Cgil: la pandemia ha aggravato la sanità pubblica, bisogna agire subito  

Va detto peraltro – ha concluso il segretario generale del sindacato pensionati di Messina – che una prima immediata verifica circa il funzionamento dell’attuale Piano Operativo Aziendale dell’ASP di Messina, e quindi della efficacia delle misure adottate, può essere ad oggi già effettuata. Infatti il Piano ha il dichiarato obiettivo di recuperare il 30% delle prestazioni rinviate causa Covid entro il 30 giugno 2021 ed il restante 70% entro dicembre 2021.

Ad oggi è quindi possibile avere un quadro dell’andamento del piano al 30 giugno e riscontrare la sua efficacia (introducendo nel caso i necessari correttivi), così da informare l’opinione pubblica in merito ad una problematica la cui soluzione viene giustamente percepita come determinante per il raggiungimento di una migliore qualità della vita.

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

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