Fermati sei egiziani per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di omicidio

Fermati dalla Polizia di Stato di Agrigento dopo indagini presso l’Hot Spot di Lampedusa. I sei avevano trasportato in Italia più di 70 extracomunitari esponendoli anche a pericolo di vita causando un morto

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La Procura della Repubblica di Agrigento e la Polizia di Stato conseguono l’ennesimo brillante risultato nel contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina ed agli sfruttatori dei migranti: fermati sei egiziani per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di omicidio

LE INDAGINI

La Squadra Mobile di Agrigento, guidata da Giovanni Minardi, a seguito di intensa ed articolata attività investigativa svolta presso l’Hot Spot di Lampedusa, in sinergia e sotto le direttive della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, diretta da Luigi Patronaggio, ha dato esecuzione a un provvedimento di fermo, nei confronti di sei uomini egiziani gravemente indiziati del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di omicidio.

L’indagine, dettagliatamente seguita dal Vice Dirigente della Squadra Mobile Geneviève Di Natale, trae origine dai numerosissimi sbarchi che continuano incessanti a Lampedusa, nonostante le avverse condizioni metereologiche tipicamente invernali; peraltro, continuano a svolgersi in un contesto di evidenti difficoltà connesse alla situazione sanitaria, continuamente monitorata all’interno dell’Hot Spot di Lampedusa.

Gli esiti dell’articolata attività investigativa, sono stati rassegnati al Sostituto Procuratore della Repubblica Elenia Manno, la quale ha ritenuto precisi e gravi gli elementi raccolti a carico di sei soggetti egiziani, di età compresa tra i 32 ed i 40 anni che, in concorso morale e materiale tra loro, in violazione delle norme previste dal Testo Unico dell’Immigrazione clandestina, avevano trasportato nel territorio italiano più di 70 cittadini extracomunitari, per i quali veniva poi accertato lo status di stranieri irregolari, conducendoli dalle coste libiche verso le acque territoriali italiane, a bordo di un sovraffollato barcone di circa 10 mt ed esponendoli a grave pericolo di vita.

Ai predetti viene contestato pure il reato di omicidio in quanto, dopo aver costretto alcuni migranti a sistemarsi nella zona motori, nonostante uno di essi avesse manifestato il suo stato di malessere e la volontà di salire in coperta, veniva minacciato e picchiato, nonché costretto a rimanere sottocoperta fino all’intervenuta morte. L’attività di indagine svolta ha permesso di identificare i membri dell’equipaggio incriminato ricostruendo il ruolo da ciascuno svolto. Lo sbarco oggetto di indagine si è verificato il 20 gennaio 2022 ed ha riguardato 70 migranti di varie nazionalità, prevalentemente bengalesi.

La Squadra Mobile, coordinata dalla Procura di Agrigento, superate le difficoltà legate sia al timore dei migranti di riferire informazioni circa l’identificazione dei cc.dd. scafisti, che al loro stato psico-fisico messo a dura prova dall’estenuante viaggio, è riuscita, ancora una volta, a far luce sull’intera vicenda, rendendo giustizia all’ennesima vittima del mare legata al fenomeno migratorio della rotta del mediterraneo centrale.

In particolare, oltre al capitano del natante, è stato definito il ruolo di chi si è occupato di rifornire i motori e di chi era demandato al mantenimento dell’ordine a bordo, anche ricorrendo a minacce e percosse. Dopo le formalità di rito, i fermati sono stati posti a disposizione dell’A.G. per le dovute convalide e per l’accertamento delle eventuali responsabilità penali.

Adduso Sebastiano

(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)

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