Ischia, tutta la verità di Varriale sulla scomparsa del ’98

Sono passati 18 lunghi anni dal quel famoso ’98 in cui l’Ischia Calcio fu radiata....

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Sono passati 18 lunghi anni dal quel famoso ’98 in cui l’Ischia Calcio fu radiata. Un segno che rimarrà indelebile nel cuore ma sopratutto nella testa dei tanti tifosi.  Nella giornata di ieri, all’hotel Regina Isabella di Lacco Ameno, durante il 35^ Meeting Estate Isola d’Ischia di Sport, Moda, Cultura e Spettacolo si è tenuta una conferenza stampa nella quale l’Avvocato Lucio Varriale è ritornato a parlare proprio di quel famoso ’98,dove si è provato a cercare di far chiarezza sui tanti motivi per cui l’Ischia in quell’anno fu radiata per ritrovarsi tutto ad un tratto in seconda categoria. Le ipotesi prese in considerazioni, in quel periodo furono tante, come quella della fidejussione falsa. Dopo tanti anni da quel fatidico giorno, rimane sempre in piedi la pista che il così detto “Palazzo” ai piani alti, avevo deciso che il Palermo nonostante ero retrocesso in C2 doveva prendere il posto della squadra gialloblù in C1. Cosa strana a distanza di quasi vent’anni, si ritorna a parlare di questa ferita dove, i tifosi non l’anno mai cicatrizzata, proprio quando i gialloblù sono ritornati nell’inferno della Serie D, dopo aver perso i play-out. La conferenza si è aperta con un discorso introduttivo da parte del collega Angelo Pompameo a cui poi ha passato la parola all’Avv. Varriale. ” Non sono di Ischia ma amo quest’isola. Entrai in società su richiesta di Catello Buono all’epoca, che mi chiamò per dare una mano. Grazie al mio intervento sul fronte economico l’Ischia riuscì a salvarsi. La squadra infatti nei primi mesi non andava nel verso giusto.  Dissi che volevo cambiare dei calciatori, e rifare la squadra tutta dall’inizio. Col passare del tempo,dimostrai che di calcio ne masticavo. Dalle mie tasche sborsai 1 miliardo delle vecchie lire comprando giocatori importanti”. Varriale poi si è soffermato sul lato scuro del calcio, che già in quegli anni era fatto di combine. ” Sospettai che c’era qualcosa di sporco nel calcio in generale, e anche all’interno dell’Ischia. Arrivai così a perdere la fiducia e avevo preso la decisione di abbandonare tutto, dopo aver investito tanti soldi. Avevo preso una decisione, quella di restare soltanto se l’isola avrebbe contribuito ad investire una parte di soldi. Nessuno mise niente. Si era creato il problema così della fidejussione per potersi iscrivere. La cosa stana è che dopo aver salvato la società,la fidejussione non risultò buona. Ricordo però che tante società come il Napoli,Parma e Lazio utilizzarono le stesse modalità. Allora perchè solo quella dell’Ischia fu respinta? Un amico durante quel periodo,mi propose 1 miliardo di lire per salvare l’Ischia l’ultimo giorno. Io ero convinto quindi di aver portato a termine il lavoro,salvando così l’Ischia. Ma invece mi dissero di lasciar perdere, perchè avevano già deciso a favore del Palermo. In quegli anni ho vinto anche abbastanza:quattro coppe europee con la pallanuoto, poi basket e pallavolo. Però,purtroppo avevo usato sfidare la mafia finanziaria,fino ad arrivare quindi ad essere massacrato del tutto”. Il collega Angelo Pompameo però prima di passare la parola all’Avv Pettorino, ha stuzzicato Varriale con una domanda,proponendogli se sarebbe pronto a ritornare all’Ischia. Varriale di certo non ha chiuso le porte però ad una condizione che già in passato non è mai stata fatta ad eccezione di qualcuno. ” Se l’imprenditoria di Ischia si prendesse le sue responsabilità, ma non uno ma cento Varriale sarebbero pronti ad entrare in società”.

Un altro intervento durante la conferenza stampa è stato quello dell’Avvocato Stefano Pettorino, legale dell’Ischia e avvocato di Catello Buono. ” Mi sono interessato all’Ischia quando Catello Buono era presidente. Questa società dopo due o tre anni di gestione,ogni anno si ritrova ad affrontare il solito problema, i soldi per poter disputare un altro campionato. Nel ’96 non avevamo i soldi per l’iscrizione ad un certo punto. L’avvocato Varriale dette la sua disponibilità per la sponsorizzazione. Si inizio dunque un programma ridotto, perchè Catello Buono aveva già messo tutte le sue disponibilità economiche per l’Ischia. Quando arrivò ad un punto che non ebbe più la forza economica di proseguire, contatto così Lucio Varriale, che intervenne prima come sponsor e poi entrò in società,dopo sette sconfitte consecutive della squadra,decise di intervenire andando così a rinforzare la squadra. Mi fece chiamare Tommaso Mandato, chiedendomi di fare una squadra nuova per vincere il campionato e di utilizzare i soldi soltanto per l’Ischia. Così Mandato insieme a Tascone allestirono la squadra prendendo giocatori nuovi. Gli stipendi venivano pagati, le vittorie venivano remunerate con degli assegni da parte di Varriale. Si andò quindi a fare una giusta programmazione,che ci consentì di fare un campionato importante, che per colpa del cosi detto “Palazzo” non ci fece arrivare ai play-off per solo due punti. Dopo appena un punto conquistato in otto partite, facemmo una cavalcata di risultati importanti. L’anno successivo ci ritrovammo così con lo stesso problema. L’Avvocato Varriale, era sfiduciato per come era stato trattato dal sistema. Abbiamo avuto una grande difficoltà,perchè il penultimo giorno prima della scadenza, la banca non ci concesse il pagamento per motivi di disponibilità. Arrivammo alla fine del campionato successivo con delle difficoltà per l’iscrizione. Il problema era sempre quello, la fidejussione che costava 1,2 miliardi. A un certo punto ci viene indicato dalla Covisoc un funzionario della banca e mi parlarono di un noleggio di fidejussione, uno strumento finanziario che esisteva. Firmammo così un contratto, e per fortuna che ci sono le carte presenti. Occorrevano però i 200 milioni per onorare il noleggio della fidejussione,l’avvocato Varriale riuscì a mettere insieme questa cifra. Depositammo così gli atti alla Covisoc, mi resi conto che c’era un segretario che aveva fatto da regista a questa vicenda. Ci fece i complimenti,ci disse che ce l’avevamo fatta anche quell’anno ad iscriverci. L’Ischia in quell’epoca,è stata vittima del sistema. E’ tutto certificato dalle inchieste da parte della magistratura. In quell’anno in Lega Pro, compreso il Palermo che era stato ripescato, tutte le squadre avevano la nostra stessa fidejussione. Poi uscirono fuori delle mazzette pagate dei dirigenti del Palermo alla Covisoc, e questo non lo dico io ma le inchieste. Gli ischitani non hanno mai dato un contributo alle vicende dell’Ischia,l’unico che ha effettivamente pagato è stato Catello Buono. Da quel giorno ho fatto un voto, di non andare più al campo e di non seguire più l’Ischia. Ho visto morire un mio figlio. E questa società è fallita,per colpa del comune di Ischia. Tutto questo che ho appena raccontato, e tutto scritto nelle carte che ho ancora conservate da buon legale. L’Avvocato Lucio Varriale ha messo nell’Ischia 2 miliardi”.  La parola poi è passata anche all’Avv. Mandato e Carmine Tascone. A chiudere la conferenza stampa è stato l’intervento del nostra collega giornalista Giovanni Sasso, dove quest’anno ha svolto il ruolo di addetto stampa e qualche volta di team manager anche per l’Ischia Calcio. Sasso ha ricostruito un pò la vicenda della retrocessione di quest’anno in serie D, toccando diversi punti per poi concludere con una domanda,proprio sul fallimento del ’98. Il proiettile partì da Palermo, ma chi caricò la pistola? Un proiettile che anche a 500 metri di distanza poteva colpire chiunque..dopo 18 anni resta ancora un mistero irrisolto.

Simone Vicidomini

 

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