La vita nata su pianeti di diamante. Sono a base di carbonio e orbitano intorno a stelle molto rare

Ricostruzione artistica di un pianeta di carbonio (fonte: Christine Pulliam, CfA; NASA/SDO) I primi pianeti...

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Ricostruzione artistica di un pianeta di carbonio (fonte: Christine Pulliam, CfA; NASA/SDO)

I primi pianeti in grado di ospitare la vita potrebbero essere stati molto diversi dalla Terra: probabilmente erano fatti di diamante e grafite, due forme diverse del carbonio. Trovarli non è affatto semplice perchè quei pianeti potrebbero orbitare attorno a stelle molto rare e anziane. Lo indica la ricerca condotta dal Centro di Astrofisica dell’Università di Harvard e pubblicata sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

Le stelle ‘madre’ dei pianeti a base di carbonio si chiamano Cemp (Carbon-enhanced metal-poor stars) e sono ‘anemiche’ perché contengono solo una piccolissima parte del ferro presente nel Sole. In compenso sono ricchissime del carbonio liberato nell’universo dall’esplosione delle prime supernovae. Intorno ad esse, quindi, potrebbero essersi formati dischi di gas e polveri ricchi di carbonio, dai quali sarebbero nati i primi pianeti in grado di ospitare la vita.

”Queste stelle sono fossili del giovane universo”, rileva uno degli autori, Avi Loeb. ”Studiandole – ha aggiunto – potremmo scoprire come si sono formati i primi pianeti e forse come è cominciata la vita nell’universo”. Secondo un’altra autrice, Natalie Mashian, ci sono buone ragioni per credere che la vita aliena sia a base di carbonio, proprio come quella sulla Terra, e se questi pianeti esistono sono un buon posto dove cercare indizi delle prime forme di vita nate nel cosmo.

Scoprirli è particolarmente difficile perchè l’aspetto di questi pianeti non si distingue facilmente rispetto a quello dei pianeti rocciosi, come la Terra. Anche dimensione e massa potrebbero essere simili. Ma, come ha rilevato Loeb, “se non cominciamo a cercarli, non sapremo mai se questi pianeti esistono”.

Per identificarli bisogna innanzitutto analizzarne la composizione, studiando la loro atmosfera fatta di monossido di carbonio e metano. Potrebbero comunque essere individuati con una tecnica nota e utilizzata da molto tempo: quella che dei transiti, che misura il calo di luminosità provocato da un pianeta quando passa contro il disco della sua stella.

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