Sinistra, Minoranza divisa in 12 schieramenti

Il giorno più lungo del Pd, in cui sembra maturare la scissione (anche se la...

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Il giorno più lungo del Pd, in cui sembra maturare la scissione (anche se la decisione è rimandata ai prossimi giorni) e la conseguente nascita di un nuovo soggetto politico e in cui si chiude il congresso di Sinistra Italiana con la nomina di Nicola Fratoianni a segretario, su Repubblica Concita De Gregorio  disegna la mappa degli schieramenti che si riconoscono e chiedono di essere punto di riferimento degli elettori della sinistra, una sorta di “nebulosa progressista”.

  1. Rifondazione comunista. Si avvia al decimo congresso che si terrà a Spoleto dal 31 marzo al 2 aprile. Il segretario è Paolo Ferrero: piemontese, ex Democrazia proletaria, ministro della Solidarietà sociale nel secondo governo Prodi. Nel periodo della campagna per il No – ricorda Repubblica – ha riconquistato visibilità, ricontattato settori del sindacato di base e associazioni storiche come l’Anpi. Riferimento di movimenti universitari, ricercatori precari. Completamente assente da alcuni territori, ne governa altri. Ha una filiera istituzionale di consiglieri e assessori. A Palermo, per esempio, è forza di governo a sostegno di Leoluca Orlando.
  2. Dema. Il movimento del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, si ispira al manifesto delle città ribelli: capofila Barcellona di Ada Colau. In collegamento col movimento di Varoufakis, ambisce a diventare la Podemos italiana o almeno il riferimento della sinistra civica. C’è una grossa intesa politica tra De Magistris e Michele Emiliano, spesso insieme nelle foto.
  3. Sinistra Italiana. Nasce ufficialmente oggi, domenica 19 febbraio, dove il congresso di Rimini ha eletto Nicola Fratoianni segretario. Grosso feeling politico con il movimento di Pisapia che, insieme a quello di D’Alema, potrebbe formare un gruppo parlamentare. Pontiere con Pisapia è Ciccio Ferrara, napoletano, storico uomo macchina di Vendola, in ottimi rapporti con Bersani.
  4. Possibile. Di Pippo Civati, antesignano del dissenso al renzismo. A fine gennaio affollata assemblea a Parma, in prove di dialogo con Pizzarotti. Molto attiva e amata Beatrice Brignone, Senigallia, subentrata in Parlamento a Enrico Letta. Luca Pastorino, sindaco ligure, ha ottenuto un eccellente risultato alle regionali portando tuttavia alla vittoria di Toti.
  5. Campo Progressista. Movimento fondato dall’ex sindaco di MIlano, Giuliano Pisapia in tandem con Laura Boldrini, raggiunto dalla porzione di SI traghettata da Ferrara e Smeriglio, braccio destro di Zingaretti, ex Rifondazione, ex Sel, sinistra laziale post veltroniana presente in quasi tutte le assise del momento, siano D’Alema Pisapia o Emiliano. Una confluenza, questa, che porta al gruppo una quindicina di parlamentari. I rapporti del gruppo Pisapia con Renzi sono buoni, ottimi quelli con D’Alema, sospesi quelli con SI. Decisivo capire se si farà il gruppo parlamentare con quelli di ConSenso, in caso di scissione Pd.
  6. Campo aperto. Gianni Cuperlo. La voce ferma, coerente della sinistra Dem. Per il Sì al referendum, contro la scissione del partito.
  7. ConSenso. I comitati per un nuovo centrosinistra lanciati da Massimo D’Alema il 28 gennaio scorso. La forza di D’Alema e quella di Pisapia possono formare subito un gruppo parlamentare e contano su almeno venti seggi in caso di elezioni.
  8. Democratici socialisti. Triangolo di opposizione a Renzi: Enrico Rossi – Michele Emiliano – Roberto Speranza.Si presenta da sinistra, su scala nazionale, dopo aver praticato le larghe intese in Puglia. Una sinistra ben radicata nel terrirorio: enti, consorzi e partecipate.
  9. Giovani turchi/1. Massimo rappresentante è Andrea Orlando. Ligure, radici nel Pci. Fautore del dialogo con gli ex popolari e con l’area Dem di Dario Franceschini. Orlando, ministro di Giustizia sia con Renzi che con Gentiloni, è uno dei più quotati antagonisti per il dopo Renzi, in alternativa a Emiliano.
  10. Giovani turchi/2. Matteo Orfini, ex braccio destro di D’Alema ora renziano, dal gruppo Rifare l’Italia alla presidenza del partito passando per l’operazione Roma, affossamento di Marino e consegna della città al M5S. Con Francesco Verducci, in ascesa, vengono dal gruppo della fondazione Gramsci.
  11. Area Dem. Fa capo a Dario Franceschini. Ora in asse con Gentiloni e Mattarella, radici cattoliche. Istituzionali. Con Debora Serracchiani sono l’ossatura di un possibile Pd post-renziano e centrista, il vero ostacolo all’operazione D’Alema. Il vero nemico di chi tenta di scalare il partito da una, vera o presunta, sinistra.
  12. Movimento lombardo. Il Pd di Milano e lombardo è il più vitale. Esprime pezzi di governo. Maurizio Martina, renziano ma non troppo, bergamasco, ex segretario cittadino poi regionale. Cristina Tajani, Milano In, appena entrata nel Pd da Sel/Si. Pierfrancerco Majorino e Pierfrancesco Maran
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