La burocrazia va sul cloud

Il 12 agosto la pubblica amministrazione italiana rinuncerà alla carta e andrà sul clud, trasformando...

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Il 12 agosto la pubblica amministrazione italiana rinuncerà alla carta e andrà sul clud, trasformando tutti i documenti in formato digitale. Davvero le scartoffie dello Stato finiranno sul cloud, la nuvola elettronica? Se così fosse si risparmierebbero 3,2 miliardi l’anno. Il problema è che mentre pare i grandi Comuni sono pronti, si teme per quelli più piccoli: soprattutto – racconta Paolo Baroni – quando si tratterà di spedire i documenti. In molte zone rurali manca la banda larga.

La fine delle scartoffie. Dal 12 agosto stop alle pratiche di carta

Svolta nella pubblica amministrazione, tutto sarà sul cloud. Risparmio di 3,2 miliardi di euro all’anno, e quasi 2 miliardi di fogli

Basta scartoffie. Basta carta, basta cartelline portadocumenti e basta faldoni, armadi e archivi. E basta fax. Dal 12 agosto tutti i Comuni e tutti gli enti pubblici dovranno usare esclusivamente documentazione digitale, fin dall’inizio per ogni nuova pratica. Il piano «Pa senza carta» parte da lontano ed è figlio della solita sequenza di leggi, decreti e Dpcm: si comincia nel 2005 col Codice dell’amministrazione digitale e si arriva sino al decreto della presidenza del Consiglio del 13 novembre 2014 che ha sancito definitivamente la morte della carta, fissato i criteri in grado di assicurare «autenticità, immodificabilità e leggibilità dei nuovi documenti elettronici», e soprattutto introdotto l’obbligo (ma nessuna sanzione) di adeguare tutti i sistemi di gestione informatica per produrre in formato digitale tutti gli originali dei documenti amministrativi.

TUTTO SUL CLOUD  

Una vera e propria rivoluzione per gli uffici pubblici e per tanti travet abituati a protocollare foglio per foglio ogni nuova richiesta pervenuta all’amministrazione, a produrre di conseguenza pile di fotocopie, per poi catalogarle, smistarle, archiviarle. Tutto finito: di qui a due settimane scadono infatti i 18 mesi di tempo previsti dal Dpcm per andare a regime e, almeno in teoria, si entra in una nuova dimensione, fatta di schermate di pc, modelli da compilare solo on line, firme digitali per convalidare le varie istanze, pen drive e cloud per conservare ogni tipo di documentazione. Senza limiti di spazio, senza dover dichiarare guerra ai topi che rosicchiano gli archivi più vecchi o dover continuare sistematicamente a reperire nuovi spazi per ammonticchiare carte.

Molti Comuni, soprattutto più grandi, già da mesi hanno effettuato il passaggio al digitale. Semmai qualche problema lo possono avere gli enti più piccoli. In tutti gli altri dove la rivoluzione è già partita sono già tantissime pratiche, a cominciare da quelle dell’anagrafe sino alle autorizzazioni edilizie, che possono essere completate on line. Riducendo i tempi, incrementando l’efficienza dei vari enti e ovviamente risparmiando. Basti pensare che col vecchio sistema, ad esempio, per inoltrare una richiesta di autorizzazione edilizia ogni documento andava prodotto in quadrupla copia, dalla mappa catastale alle planimetrie sino ai progetti di dettaglio. Ora si fa tutto on line e, ovviamente, basta caricare una copia sola.

RISPARMI STELLARI  

Abolire la carta negli uffici comunali è solo l’ultimo passo della pubblica amministrazione versione 4.0. Da poco sono entrate in vigore ricetta e fatturazione elettronica, i certificati medici online, il fascicolo sanitario elettronico ed i processi telematici. Secondo le stime presentate all’ultimo Forum Pa da soli questi 5 interventi fanno risparmiare 1 miliardo e 935 milioni di fogli di carta all’anno e circa 3,2 miliardi di euro. Perché parliamo di 8700 tonnellate di carta, una mole di fogli tale che impilati formerebbero una colonna alta 812 chilometri che in pratica arriva all’esosfera terrestre.

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