Approvato il Documento di economia e finanza

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Nella notte il governo ha approvato il Documento di economia e finanza che contiene i numeri chiave con le previsioni economiche. Il vicedirettore de La Stampa, Marco Zatterin, intervista il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che approva il piano del governo Industria 4.0 ma chiarisce: “Gli incentivi non bastano. Serve una riforma anche culturale che ponga al centro di tutto la produttività”.

Più deficit e crescita lenta: il governo rivede le stime

Disavanzo 2017 al 2,4% con dieci miliardi di flessibilità Ue per migranti e sisma. L’aumento del Pil si ferma allo 0,8%. Padoan: bloccheremo il rialzo dell’Iva

ROMA – «Abbiamo scelto la linea della prudenza. Stimiamo lo 0,8 per cento del Pil nel 2016; nel 2017 la crescita prevista è dell’1 per cento». A mezz’ora dalla scadenza della mezzanotte, ieri sera il premier Matteo Renzi ha illustrato la tanto attesa nota di aggiornamento al Def appena licenziata dal Consiglio dei ministri, che rivede al ribasso le stime del Pil, e al rialzo quelle del deficit. Pressione fiscale non stimata, debito da 132,8 al 132,2 per cento e deficit nel 2017 al 2,4 per cento: perché nel percorso della legge di bilancio si cercherà di far valere a Bruxelles un ulteriore margine dato da «circostanze eccezionali indubitabili» come il sisma e l’emergenza migranti, considerato che, accusa il premier, «l’Europa è gravemente in debito con l’Italia sui migranti». Decimali che significano miliardi, per la precisione quasi dieci: secondo fonti europee, la Commissione sarebbe disposta a concedere «almeno il 2,3» per il 2017, pari a 7-8 miliardi di euro.

Dopo settimane di indiscrezioni e di messaggi obliqui recapitati dall’Europa (pochi giorni fa il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha ricordato che l’Italia ha già goduto di 19 miliardi di flessibilità), c’era grande attesa ieri sera per il documento, una sorta di quadro di riferimento con gli obiettivi macro-economici del Paese che dovrà fare i conti con le rigide regole europee. Preceduto da dichiarazioni che sono state interpretate come positive a Roma.

Non solo una sorta di assist del Fondo monetario internazionale, secondo cui il patto di stabilità dovrebbe consentire «un marginale allentamento dei target di bilancio per contemplare i costi dei rifugiati nel breve termine», vista la quantità «senza precedenti» di arrivi in Europa (quello che ha sostenuto ancora Renzi, ricordando che «noi abbiamo fatto gli hotspot, blindato le frontiere a nord, ma non ci sono stati dagli altri i ricollocamenti»), ma anche le parole del commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici. Il quale ha sì ribadito che non sarà concessa flessibilità fuori dalla «roadmap» del patto di stabilità («non sarò quello che si batterà per flessibilità fuori dalle regole»), ma, tra le righe, ha ammorbidito la posizione ricordando che «non c’è una decisione politica, non c’è bilancio per ora, ma è in corso un dialogo in spirito positivo».

«Il debito/Pil non scende, lo ammetto io: le previsioni di inflazione erano troppo ottimistiche», spiega nella notte il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Che però anticipa alcune misure che saranno contenute nella legge di bilancio: prima di tutto, assicura che «sterilizzeremo 15 miliardi di clausole di salvaguardia», cioè si eviterà l’aumento dell’Iva. E poi annuncia risorse «per il sostegno agli investimenti pubblici e privati» e «misure relative alla previdenza e alla questione sociale». Renzi assicura anche che non ci saranno tagli alla sanità. Ma per tutti i dettagli delle misure, l’appuntamento è con la legge di stabilità.

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