Emergenza immigrati: 11 mila persone salvate, 28 morte e 3 bambini nati (VIDEO)

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La raffica di sbarchi nel Mediterraneo (11 mila persone salvate, 28 morte e 3 bambini nati) ripropone l’ emergenza immigrati. Il tema della convivenza con gli stranieri tiene banco in più Paesi.

Neonati e cadaveri sui barconi

In due giorni undicimila salvati nel Mediterraneo. A bordo 28 morti e tre parti

TORINO . Come la scena più sconvolgente di «Fuocoammare». Il fotografo greco Aris Messinis ieri era in mezzo al Mar Mediterraneo per l’agenzia Afp a documentare le operazioni di soccorso. È salito a bordo di un barcone, quando pensava che ormai tutti fossero stati messi in salvo: «Sono sceso nella stiva. Ho contato 22 cadaveri. Erano uomini e donne morti soffocati. I loro corpi erano rimasti schiacciati dal peso delle altre persone sopravvissute nell’attraversata». Sono fotografie difficili da guardare. Corpi seminudi accatastati in posizioni assurde. Mani, seni, braccia ritorte, gambe magre, capelli ricci nell’acqua di sentina. Dentro quel barcone da pesca erano stipati all’inverosimile più di mille esseri umani. Le leggi dei trafficanti di uomini non sono mai cambiate: i primi a salire sono quelli che pagano meno. Stanno sotto. È la terza classe nei viaggi dei disperati. Ed è lì che sono morti quegli uomini e quelle donne. Calpestati e senza aria, dopo una lunghissima agonia.

Sono giorni e notti di emergenze continue, fra le coste italiane e quelle libiche. Sta per finire il periodo di alta stagione per i trafficanti. Le condizioni del mare presto peggioreranno, quindi organizzano gli ultimi affari, moltiplicano i loro carichi umani e le partenze. Negli ultimi tre giorni, nel corso di settantadue distinte operazioni di soccorso coordinate dalla guardia costiera italiana, sono stati salvati più dieci mila migranti. I morti sono in tutto ventotto. Tre bambini sono nati a bordo della nave Dattilo, durante la navigazione verso il porto di Catania. Stanno bene anche le loro madri. «Queste partenze di massa mettono sempre più a repentaglio la vita dei migranti e complicano anche le operazioni di salvataggio», dice il direttore del Moas Pete Sweetnam, che opera nel Mediterraneo insieme alla Croce Rossa. «I numeri che stiamo registrando, ed in particolare il continuo aumento dei morti, dimostrano chiaramente come questa crisi abbia bisogno di soluzioni sostenibili e alternative alle sole missioni di ricerca e soccorso». Il 2016 non è ancora finito. Ma è già chiaro adesso dove si collocherà nelle statistiche del decennio sui fenomeni migratori. Secondo i dati dell’agenzia per i rifugiati dell’Onu, siamo a quota 313.049 arrivi in Europa. Cioè sopra i 216 mila complessivi del 2014, ma molto al di sotto del record del 2015, quando furono registratati oltre un milione di migranti.

In Italia gli sbarchi hanno raggiunto quota 141.860 mila, contro i 153.842 dell’intero anno scorso. Il 28 % dei profughi è minorenne, il 18% sono donne, 54% uomini. Se in Grecia la nazionalità più rappresentata è quella siriana (28%), nel nostro Paese è quella nigeriana (19%). E mentre si annuncia un’altra notte di ricerche in mezzo al mare, già adesso c’è un record assodato che passerà alla Storia. Il 2016 è l’anno con più morti nel Mediterraneo. Sono 3.549 fino ad oggi. Tutto come nella scena più sconvolgente di «Fuocammare». Come tre anni fa. Anzi peggio.

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